Bill Gates non paga le tasse in Europa; ma è davvero così? Nel corso del 2020 gli incassi di Microsoft sono aumentati tanto da raggiungere la cifra di 315 miliardi di dollari. Ma su questi miliardi quante tasse ha pagato?
La domanda del giorno è: quante tasse ha pagato Bill Gates, per la Microsoft, in Europa?
Microsoft, la multinazionale di Bill Gates, è una delle quattro aziende più ricche del mondo (insieme a Apple, Amazon e Google) e per un motivo: Bill Gates e Paul Allen hanno cambiato il mondo dell’informatica, quando nel 1983 idearono il sistema operativo Microsoft Windows. La notizia, fresca di analisi, è che la sussidiaria irlandese di Microsoft ha realizzato, nel 2020, un profitto di 315 miliardi di dollari, pari a 260 miliardi di euro, ma senza versare tasse.
Il guadagno deriva proprio dalla vendita delle licenze per l’uso del famoso software di Gates in tutto il mondo. E tale notizia, come riporta il giornale inglese The Guardian, giunge proprio mentre le sette nazioni del G7 si sono riunite per affrontare l’elusione fiscale delle multinazionali.
I benefici per l’Europa sarebbero elevati; solo in Italia ci sarebbe un’impennata del gettito fiscale da 2,7 miliardi di euro (aliquota al 15%) a 11 miliardi di euro (aliquota 25%).
Dagli Stati Uniti arriva la proposta di una tassa minima globale sulle multinazionali. Janet Yellen, economista americana, ex presidente della Federal Reserve, ha parlato come attuale Segretaria al Tesoro di un sistema di tassazione internazionale comune, a supporto della fragile economia mondiale dopo la pandemia di coronavirus.
Microsoft e i miliardi di tasse eluse
La gigantesca azienda di Bill Gates Microsoft è quotata in borsa per un valore di 1.850 miliardi di dollari. A conti fatti è la più ricca azienda al mondo, seguita da Apple (1.400 miliardi di dollari), Amazon (1,035 miliardi di dollari) Alphabet, un conglomerato tecnologico multinazionale di Google (1,017 miliardi di dollari) e Facebook (605,2 miliardi di dollari) secondo i dati di aprile 2021.
Bill Gates, attraverso la sede irlandese di Microsoft nel 2020 ha realizzato un profitto di 315 miliardi di dollari (260 miliardi di euro), ma non ha pagato neanche un euro di imposta. Tasse pagate: zero. Questo perché la società risiede in realtà, per fini fiscali, alle Bermuda. L’indirizzo alle Bermuda non ha nessun dipendente, scrive il Corriere della Sera, ma sono segnalati solo tre nomi, tre amministratori tutti residenti negli Stati Uniti.
Mai più ‘zero tasse’: la proposta di Joe Biden all’Europa
Secondo la tesoriera americana Janet Yellen una minimum tax globale del 15 % sulle multinazionali stimolerebbe l’innovazione, la crescita e la prosperità dei Paesi dove hanno sede. La proposta arriva al tavolo dei Ministri delle Finanze di Germania, Francia, Italia e Spagna, componenti del G7 riunito a Londra per il summit. La discussione tra i 7 Ministri aprirebbe la strada per i negoziati del G20 di luglio in Italia.
L’ambiziosa proposta di tassazione metterebbe così fine alle scappatoie delle multinazionali per non pagare le tasse, tra le quali l’azienda di Bill Gates risulta essere la più incline a tale comportamento.
Il Guardian riporta le parole della deputata laburista Margaret Hodge, che da anni porta avanti una campagna contro l’elusione fiscale:
È il comportamento arrogante di grandi organizzazioni come Microsoft che dimostrano quanto sia vitale e necessario il piano fiscale globale delle società del presidente Biden. Il Regno Unito deve cogliere senza riserve questa opportunità per abbracciare le proposte di Biden.
Secondo Carl Levin, ha capo della commissione che ha indagato sulle operazioni dell’azienda di Bill Gates, Microsoft ha iniziato negli anni Novanta a creare “un sistema complesso di entità straniere interconnesse per facilitare le vendite internazionali e ridurre le tasse”. La riposta di Microsoft è stata di rigetto di tali accuse: “Siamo pienamente conformi a tutte le leggi e i regolamenti [...] investiamo in Irlanda da oltre 35 anni”.
La richiesta di molti Paesi europei è quella di far pagare alle aziende la giusta quantità di tasse, ma soprattutto di farlo nel “luogo” giusto. I Ministri delle FinanzeDaniele Franco per l’Italia, il francese Bruno Le Maire, il tedesco Olaf Scholz e la spagnola Nadia Calvino concordano sul fatto che riusciranno a raggiungere un accordo per invertire la rotta che pone queste enormi aziende sopra ogni legge nazionale e sovranazionale.
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