La Commissione Contenziosa del Senato ha reintrodotto i vitalizi ai parlamentari. Ecco quanto ci costano e quanto risparmieremmo abolendoli: i dati.
La notizia del ritorno dei vitalizi sta facendo il giro del web, suscitando reazioni di indignazione sia da parte dei cittadini, sia di molti esponenti della classe politica. D’altronde si tratta di un privilegio tra i più invisi degli ultimi tempi. Spesso, però, non è molto chiaro quanto costano i vitalizi alle casse dello Stato. Cerchiamo quindi di fare qualche calcolo di quanto ci costa mantenerli e quanto avremmo risparmiato, per comprendere l’impatto della decisione della Commissione Contenziosa del Senato.
Quanto costano i vitalizi dei parlamentari: dati INPS
Per calcolare il costo totale di quanto riportato, possiamo utilizzare una tabella che era stata stilata da Tito Boeri nel 2016 per la Commissione Affari Costituzionali della Camera. Il Presidente dell’INPS aveva mostrato, in quell’occasione, che il costo annuo dei vitalizi si aggira intorno ai 190-200 milioni di euro, con un ammontare unitario medio di oltre 56 mila euro.
Applicando quindi il sistema retributivo, si sarebbe portata la spesa totale tra i 110 e i 120 milioni di euro all’anno, mentre il vitalizio medio dei beneficiari sarebbe sceso a circa 33.500 euro. Questi calcoli erano stati realizzati considerando solo chi aveva seduto tra i banchi della Camera e del Senato, escludendo consiglieri regionali ed europarlamentari.
Quanti vitalizi paghiamo in Italia
Già nel 2012 questa forma di previdenza sociale riguardante deputati e senatori era stata abolita, ma solo per coloro i quali non avevano maturato i requisiti entro quella data. Nel 2018, il provvedimento voluto dal M5S aveva quindi eliminato il sistema retributivo, andando a ricalcolare in forma retroattiva anche le pensioni già maturate.
Attualmente i vitalizi vengono erogati a circa 2600 parlamentari i quali, dopo quanto stabilito in Senato, potranno richiedere anche gli arretrati non percepiti.
I soldi (non) risparmiati
La Camera dei Deputati, in seguito all’approvazione della riforma del 2018, aveva redatto una “relazione del collegio dei questori” in cui stimava in circa 43 milioni di euro all’anno il risparmio della spesa. Lo stesso documento aveva sollevato più di una polemica, poiché i soldi risparmiati venivano congelati in un fondo per far fronte ad un’eventuale restituzione, in caso di ricorsi vinti da parte degli interessati.
Vista la delibera della Commissione Contenziosa di Palazzo Madama, i fondi dovranno effettivamente tornare nelle tasche di chi aveva subito i tagli dei propri assegni pensionistici e, quindi, si dovrebbe tornare ad una spesa di 194-196 milioni di euro, considerando solo chi ha ricoperto il ruolo di parlamentare nazionale.
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