Quanto costa e chi paga la cerimonia d’inaugurazione di Joe Biden? Ecco chi sono i mega-donatori.
Si è tenuta oggi la cerimonia d’inaugurazione del 46mo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Una cerimonia sontuosa, che ha visto la partecipazione di illustri personaggi del mondo politico e dello spettacolo, da Barack Obama a Lady Gaga. Ma quanto costa la cerimonia di inaugurazione del neo presidente e, soprattutto, chi la paga?
Quanto costa la cerimonia inaugurale di un presidente statunitense?
La cifra stanziata, solitamente, è esorbitante. E non tanto per i costi effettivi dell’evento, che vengono coperti con le tasse dei cittadini, quanto per le enormi donazioni delle grandi corporation.
Nel 2016, Donald Trump ha superato il record precedente con un costo totale di 107 milioni di dollari.
Non è ancora noto quanto è costata quella di Joe Biden, perché l’informazione verrà resa pubblica fra qualche mese. In teoria, visto che la pandemia di coronavirus ha costretto l’organizzazione ha spostare l’evento per la maggior parte online, i costi dovrebbero essere molto ridotti.
Ma dato che il tetto alle donazioni è di $1 milione per le aziende e di $500.000 dollari per gli individui, ci si può aspettare che le due cifre non siano poi così distanti. Questo perché i costi della cerimonia sono stati coperti dalle aziende che vogliono provare a ingraziarsi la nuova amministrazione, sottolinea Michael Beckel di Issue One.
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Chi paga la cerimonia d’insediamento di Joe Biden
Quest’anno Joe Biden e Kamala Harris hanno vietato le donazioni da parte delle compagnie petrolifere, ma non hanno seguito l’esempio di Barack Obama che aveva impedito di donare a tutte le corporazioni.
Fra i grandi donatori, quest’anno, spuntano Microsoft, Alphabet. Inc, Amazon, Uber, Verizon, Qualcomm, Boeing, United Airlines, Yelp e Comcast.
“Donare un grande contributo alla commissione inaugurale è un modo di provare a ingraziarsi il neo presidente e un modo di trovare accesso e influenzare la nuova amministrazione”, ha spiegato Beckel a MarketWatch.
“Accettare fino a 1 milione di dollari da parte di ogni società è preoccupante, visto che quest’anno l’inaugurazione sarà prevalentemente in remoto e i costi dell’evento in sé saranno sostanzialmente bassi”, avevano scritto alcune associazioni il mese scorso, chiedendo al team di transizione Biden-Harris di escludere contributi “da tutti gli interessi corporate, inclusi Wall Street, big tech, Pharma, contraenti militari, scuole private”. Un appello che non è stato ascoltato.
Secondo Beckel, “rifiutare i contributi della grandi aziende per l’inaugurazione avrebbe significato per il presidente eletto Biden mettere nero su bianco l’impegno a sovvertire il gioco dell’influenza su Washington”.
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