Quanto guadagna uno scrittore?

Maria Stella Rombolà

25 Luglio 2018 - 16:37

Vivere di arte e scrittura è il desiderio di molti ma non a tutti è concesso questo privilegio: sono pochissimi gli scrittori che riescono a sostenersi solo con i proventi dei propri libri, molti altri sono costretti a svolgere parallelamente altri mestieri.

Quanto guadagna uno scrittore?

L’ammontare del guadagno di uno scrittore è un dato molto interessante per chi amasse esprimersi attraverso la sua penna e fare di questa passione il proprio lavoro. Fare lo scrittore potrebbe davvero essere il mestiere dei sogni per molte persone ma bisogna capire se è possibile vivere di questo.

Bisogna partire dal presupposto che non esiste uno stipendio fisso e che non si può fare un calcolo medio delle effettive entrate perché la situazione è molto variabile; basti però sapere che pochissimi sono coloro che vivono di sola scrittura in Italia e in generale nel mondo, molti di più sono quelli che affiancano questa attività ad altri mestieri per mantenersi.

Ma è vero anche che c’è chi ce la fa e arriva a fare della propria passione anche il proprio mezzo di sostentamento.

Guadagni

A confermare i dati negativi sull’esercizio di questa professione è un’indagine, la Digital Book World and Writer’s Digest Author Survey, dalla quale emerge che la maggior parte degli scrittori guadagna meno di 1.000 dollari l’anno mentre la percentuale di chi guadagna più di 100.000 dollari è più che marginale. Vediamo quanto può pagare mediamente una casa editrice l’anticipo per la pubblicazione di un libro:

  • una piccola casa editrice: massimo di 1.000 euro;
  • una casa editrice media: tra i 500 e i 4.000 euro.
  • una grande: tra i 3.000 e i 10.000 euro.

Infine esistono pochissimi editori in Italia che corrispondono cifre a partire da 5.000 euro e possono permettersi di salire anche di molto in base alla fama iniziale dell’autore.

Crisi editoria

I fattori che hanno condotto alla totale disfatta del settore editoriale sono molteplici e tra questi troviamo anche la crisi che ha dimezzato la capacità di acquisto dei lettori forti; d’altro lato è bene considerare che il libro non è più al centro del panorama culturale e di intrattenimento ma deve dividere la scena con moltissimi contenuti gratuiti reperibili online.

Un metodo per pubblicare un libro il più rapidamente possibile è quello del self-publishing che pian piano ha preso piede offrendo un’occasione ai giovani scrittori di farsi conoscere oltre che una possibilità di guadagno immediata senza dover passare per un editore tradizionale: ma questo strumento ha anche contribuito alla frammentazione delle vendite per il gran numero di prodotti presenti sul mercato.

Situazione italiana

In un’indagine risalente al 2010 e condotta da Raffaella De Santis e Dario Pappalardo per Repubblica si evince chiaramente che “la scrittura non paga” e che già allora su un totale di decine di migliaia di autori solo meno dell’1% viveva della propria scrittura con vendite che superavano le 100.000 copie all’anno e che per questo riuscivano a ottenere dalla casa editrice cifre tra i 100.000 e i 400.000 euro ancor prima della pubblicazione.

L’indagine delineava tre categorie di scrittori: i top, gli esordienti e gli scrittori medi. Le new entry secondo l’articolo potevano tentare di stipulare un primo contratto con una grande casa editrice tra i 5.000 e i 7.000 euro con percentuali sui diritti dal 5% all’8%; mentre per gli scrittori medi l’anticipo stimato era intorno ai 50.000 euro.

In Italia quindi la maggior parte degli autori è costretta a svolgere anche altri lavori parallelamente alla scrittura e solo in rari casi queste mansioni sono attinenti alla cultura.

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