Lo stipendio di una commessa viene definito in base al CCNL applicato alla categoria. Vediamo quanto guadagna in Italia, diritti e le mansioni che svolge l’addetta alle vendite.
Quanto guadagna una commessa? A quanto ammonta lo stipendio? Rispondiamo a queste semplici domande per coloro che vogliono intrapredere questa carriera o provare a lavorare in un negozio semplicemente per arrotondare.
Quello della commessa è un lavoro molto faticoso al di là del grado di responsabilità cui corrispondono ovviamente diverse mansioni. È anche uno dei lavori più gettonati anche da chi vuole tentare una prima esperienza nel mondo del lavoro e vivere in una grande città come Roma per esempio che pullula di grandi, medi e piccoli negozi, centri commerciali e grandi catene.
Lo stipendio di una commessa varia a seconda del contratto, se part-time o a tempo pieno, dall’esperienza, ma anche dalla tipologia di negozio se piccolo, se è un punto vendita di un frinchising o una boutique di lusso. Il guadagno di una commessa di Gucci è sicuramente differente dal guadagno di chi lavora da Zara per esempio.
La tipologia di negozio determina una differenza di stipendio e di mansioni quindi, come anche la collocazione geografica può influire sul guadagno di una commessa: si pensi alla differenza tra un grande centro e un piccola cittadina, o tra Nord e Sud del Paese.
Abbiamo visto quanto guadagna un cassiere di supermercato. Vediamo ora quanto guadagna una commessa, qual è lo stipendio medio tenendo conto del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro applicato, ma prima di tutto le mansioni che svolge e quali sono i diritti riconosciuti.
Quanto guadagna una commessa
Il lavoro della commessa: mansioni e livelli professionali nel commercio
Per capire quali sono le mansioni e i livelli professionali della commessa cui è strettamente collegato lo stipendio, quindi la retribuzione oraria, della stessa bisogna fare riferimento al Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per il Commercio e Terziario.
A ciascun livello professionale infatti corrisponde una specifica retribuzione, data anche da capacità acquisite e responsabilità.
- primo livello: è quello secondo il CCNL nel quale si inseriscono quelle figure professionali che occupano posti dirigenziali. Nel caso della commessa è a un primo livello chi nel negozio ha funzione di responsabilità, anche contabili;
- secondo livello: a questo livello appartengono coloro che hanno autonomia operativa e di coordinamento e controllo, ma non hanno la responsabilità di direzione. Anche coloro i quali non hanno funzione di coordinamento e di controllo, ma autonomia operativa e di creatività appartengono a questo livello;
- terzo livello: per questo livello ai lavoratori non è richiesta più un’autonomia operativa, ma basta che abbiano conoscenze tecniche e una buona dose di esperienza. È necessario avere una buona capacità data da esperienza tecnico-pratica acquisita e possibilità di svolgere il lavoro in autonomia. Per quanto riguarda il lavoro di commessa qui abbiamo il ruolo del capo-commessa che oltre a occuparsi in modo autonomo dei clienti hanno anche responsabilità legate all’allestimento del negozio e la gestione della cassa;
- quarto livello: questo è il livello degli addetti alla vendita, dei magazzinieri, banconisti e cassieri. La commessa a questo livello si occupa del contatto diretto con i clienti;
- quinto livello: molto simile al quarto, chi è inquadrato in questo livello non deve possedere necessariamente delle conoscenze tecnico-pratiche. L’aiutante commessa, e solo per 18 mesi secondo il CCNL del Commercio, appartiene al quinto livello;
- sesto livello: le mansioni di attesa (portiere, guardiano) vengono inquadrate in un sesto livello. L’operaio comune si inserisce in questa fattispecie. Nel caso della commessa qui vengono inquadrati gli apprendisti che sono all’inizio della professione e svolgono le più semplici mansioni;
- settimo livello: secondo il CCNL relativo al commercio vi appartengono “i lavoratori che svolgono mansioni di pulizia o equivalenti”. Un’apprendista commessa può quindi essere inquadrato in un sesto o settimo livello.
leggi anche
Come leggere la busta paga: guida completa
Tipo di contratto e periodo di prova
Una commessa può avere un contratto che si declina in varie tipologie. A questo si aggiunge anche il periodo di prova che a seconda del livello varia nella durata.
Il periodo di prova nello specifico serve non solo alla preparazione, ma è necessario al datore di lavoro e al dipendente per capire se ci sono le condizioni per un contratto futuro.
Una delle differenze fondamentali del periodo di prova dal contratto è che il rapporto di lavoro può essere interrotto da entrambe le parti senza alcun preavviso.
Il datore di lavoro può licenziare, nel caso specifico la commessa, senza corrispondere alcuna indennità e senza motivazione alcuna. Per quanto riguarda il contratto di lavoro questo può essere di diverso tipo:
- contratto a tempo determinato;
- contratto a tempo indeterminato;
- contratto di apprendistato;
- contratto di formazione al lavoro.
Il contratto di apprendistato nello specifico, stando alle disposizioni di legge del Jobs Act con il Decreto legislativo n. 81/2015 è stato modificato nella durata, retribuzione e altre fondamentali caratteristiche. Di base questa tipologia di contratto è così suddivisa:
- contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale: per giovani dai 15 ai 25 anni di età;
- contratto di apprendistato professionalizzante: tra i 18 e 29 anni;
- contratto di apprendistato per l’alta formazione e ricerca: anche questo tra 18 e 29 anni;
Per quanto riguarda il periodo di prova questo può variare per durata a seconda del livello di inquadramento del lavoratore. Il periodo di prova può avere tempistiche diverse:
- 6 mesi per quadri e primo livello;
- 60 giorni per il secondo e terzo livello;
- 60 giorni per il quarto e quinto livello;
- 45 giorni per il sesto e settimo livello;
Se si è alle prime armi e si sta apprendendo il mestiere, inserendosi in un sesto o settimo livello, il periodo di prova sarà di 30 giorni.
leggi anche
Stage e apprendistato danno diritto alle ferie?
Quanto guadagna una commessa? Lo stipendio
Per capire quanto guadagna una commessa e a quanto ammonta lo stipendio mensile bisogna prima di tutto considerare il livello di inquadramento professionale e le relative fasce retributive stabilite dal CCNL del Commercio e Terziario. A ogni livello corrisponde uno stipendio medio.
Lo stipendio della commessa può andare dagli 800 euro ai 1.800 euro mensili (netti) sulla base del livello in cui si inquadra da contratto:
- per il primo e secondo livello per commessa dirigente arriva fino a 1.800 euro al mese;
- per il terzo livello da capo-commessa lo stipendio medio è di circa 1.400 euro al mese;
- per il quarto e quinto livello della commessa addetta alle vendite (contratto clienti, camerino) lo stipendio va dai 1.200 e i 1.000 euro al mese;
- per il sesto e settimo livello della commessa apprendista si arriva in media agli 800 euro al mese.
Ovviamente, soprattutto per quanto riguarda una commessa del quarto o quinto livello, lo stipendio varia anche a seconda degli orari di lavoro, le domeniche o i festivi lavorati.
Di norma una commessa lavora 40 ore settimanali, il sabato è un giorno lavorativo a tutti gli effetti e anche la domenica può esserlo per le commesse dei centri commerciali, ma anche dei negozi ordinari con le liberalizzazioni.
Fino al 2011 gli esercizi commerciali sulla base della Legge Bersani n.114 del 1998 erano soggetti a restrizioni per quanto riguardava le aperture nei giorni festivi e la domenica. Dal 2011 invece con il Dl 201/2011 il cosiddetto “Salva-Italia” si è giunti alla piena liberalizzazione dei giorni e degli orari di apertura dei negozi e quindi qualsiasi vincolo in questi termini è stato eliminato.
Se si è con un contratto part-time le ore lavorate settimanalmente saranno mediamente 24 quindi quasi la metà del full-time. Ma quanto guadagna una commessa part-time?
Una commessa part-time, per esempio in un negozio di abbigliamento, può guadagnare 780 euro mensili netti.
Lo stipendio varia anche a seconda dell’area geografica, ma soprattutto se la commessa lavora in un negozio della grande distribuzione organizzata o in un piccolo negozio. Nel primo caso la variazione dello stipendio può essere anche di un 10% in più. Diverso è anche lo stipendio con una commessa che lavora in una boutique di lusso che può arrivare a 1.710 euro al mese. Tornando agli esempi che abbiamo fatto in apertura:
- una commessa di Zara guadagna intorno ai 1.120 euro netti al mese ;
- una commessa di Gucci può arrivare anche a 2.000 euro o poco più.
Ferie, straordinari, indennità e maternità
La commessa non ha solo il dovere di lavorare e svolgere al meglio il proprio lavoro rispettando contratto, orari e mansioni affidatele, ma ha come ogni lavoratore anche dei diritti.
Questi diritti vanno dalle ferie, agli straordinari retribuiti, indennità e nel caso specifico la maternità.
Partiamo dalle ferie, secondo il Contratto Collettivo Nazionale del Commercio Terziario al lavoratore dipendente, in questo caso anche alla commessa, spettano nell’anno 26 giorni di ferie, anche con la “settimana corta”.
Inoltre dal computo delle ferie, quindi dai 26 giorni lavorativi, vanno escluse le domeniche e le festività nazionali e infrasettimanali come stabilisce il CCNL.
Per quanto riguarda le ferie queste vanno retribuite secondo il normale stipendio del lavoratore, così come le assenze per malattia, infortunio o altro.
La commessa inoltre, sempre stando al CCNL Commercio e Terziario, ha diritto al pagamento degli straordinari, specie se questi avvengono la domenica e nei festivi. Gli straordinari, che possono giungere a un massimo di 250 ore all’anno, prevedono una maggiorazione. Le maggiorazioni sono:
- 50% per lo straordinario notturno (dalle 22 alle 6 del mattino);
- 30% per domenica e festivi;
- 20% se il lavoro va oltre le 48 ore settimanali;
- 15% per il lavoro notturno.
La commessa come da CCNL se si occupa della cassa ha diritto a un’indennità. Tale indennità viene riconosciuta come una percentuale maggiore sullo stipendio per la grande responsabilità che chi maneggia soldi si ritrova a coprire e per tutelare il lavoratore in caso di eventuali errori contabili.
In ultimo nel caso della commessa viene riconosciuta, qualora so trovasse in stato di gravidanza, la maternità. In questo caso la lavoratrice può astenersi dal lavoro per 5 mesi: 2 mesi prima del parto e nei 3 mesi successivi, ma possono essere anche distribuiti diversamente. Dal 2019 anche nei 5 mesi successivi con parere del medico.
In caso di gravidanza a rischio la commessa può richiedere l’interdizione anticipata dal lavoro.
La maternità viene retribuita normalmente, salvo poi l’eventuale prolungarsi della stessa che porterebbe a una riduzione del 30% dello stipendio della commessa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA