Secondo Scott Gottlieb, fisico ed ex capo della Food and Drug Administration, la quarta ondata di Covid potrebbe essere l’ultima: ecco cosa succederà dopo stando alla sua previsione.
Nel corso dei mesi si sono rincorse le ipotesi e le previsioni su quando finirà la pandemia di Covid e su quello che succederà dopo. A queste se ne aggiunge adesso un’altra del dott. Scott Gottlieb, fisico ed ex capo della Food and Drug Administration (FDA).
Secondo l’esperto la quarta ondata di Covid, quella causata in larga parte dalla variante Delta, dovrebbe essere l’ultima. Gottlieb ha infatti precisato che, a patto che non emergano delle nuove varianti, il Covid è destinato a diventare nel breve termine una malattia endemica, paragonabile a una tipica influenza stagionale.
Quarta ondata Covid, cosa succederà dopo? La previsione
“Penso che questa ondata Delta possa essere l’ultima grande ondata di infezione, supponendo che non accada nulla di imprevisto”. Sono queste le parole con cui Scott Gottlieb ha previsto quello che potrebbe accadere dopo la quarta ondata, nel corso di un’apparizione sulla CNN. Le sue dichiarazioni arrivano a breve distanza da un’altra previsione, che lo precede di solo un giorno, secondo la quale i contagi e i decessi causati dal coronavirus diminuiranno a livelli paragonabili a quelli della fine di marzo 2020, periodo in cui la pandemia ha preso piede negli Stati Uniti.
Le affermazioni di Gottlieb trovano riscontro anche nel tasso delle infezioni delle ultime settimane che ha iniziato a diminuire anche negli Stati Uniti: nell’ultima settimana, secondo i dati della Johns Hopkins University, è stata riportata una media di 131.076 casi, segnando una diminuzione del 14% rispetto alla media di 152.480 casi di quattro settimane fa. Dati incoraggianti anche per quanto riguarda i ricoveri, in calo rispetto a due settimane fa.
Secondo Gottlieb il fatto che il 76,5% degli adulti americani si sia sottoposto almeno alla prima dose di vaccino è estremamente incoraggiante, tuttavia è necessario incrementare ancora di più questa cifra: “Abbiamo davvero bisogno di arrivare all’80-85% circa per avere una vaccinazione sufficiente nella popolazione, in modo che si inizi a vedere diminuire i tassi di casi e la velocità di diffusione inizi a rallentare. Il virus fondamentalmente diventa una seconda influenza, ma probabilmente più patogeno dell’influenza”.
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