Le relazioni del Mediterraneo Orientale e i rapporti tra l’Europa e la Turchia saranno uno dei temi caldi del 2021 e del prossimo futuro, con una particolare attenzione sulla questione di Cipro e della Zona Economica Esclusiva.
Il Mediterraneo Orientale sarà al centro del dibattito politico del nuovo anno. Il 22 dicembre si è svolta la videoconferenza sul Mediterraneo e sui rapporti Turchia-UE, espressione del secondo incontro del Forum Turchia – UE, dal titolo: “Sulle rive del Mediterraneo orientale: nuovi e vecchi conflitti irrisolti. Quali soluzioni per la disputa tra Grecia e Turchia, per Cipro e per i confini marittimi?”, trasmessa da Radio Radicale.
Un pomeriggio di studi molto apprezzato e con autorevoli interventi per affrontare l’attualità di questo contesto geopolitico che da decenni non trova soluzione alle varie visioni politiche. La terza sessione del Forum Turchia-UE è prevista per il mese di febbraio 2021. Il Forum Turchia-UE è stato istituito a Roma il 6 giugno del 2019 da “Turchia in Europa da Subito” ed è uno spazio aperto, permanente, di dialogo e di amicizia per promuovere una migliore comprensione della complessa realtà culturale, sociale, economica e politica della Turchia e del suo storico rapporto con l’Europa e per sostenere il dialogo con l’Unione Europea e la piena adesione ad essa.
“Turchia in Europa da Subito” è un’organizzazione transnazionale di cittadini e parlamentari, promossa dal Partito Radicale e da Marco Pannella, che persegue lo scopo di sostenere e promuovere l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Autorevoli i relatori che hanno partecipato al dibattito online moderato da Mariano Giustino, segretario generale di Turchia in Europa da Subito e corrispondente di Radio Radicale dalla Turchia.
Sono intervenuti Yunus Emre Açikgönül, professore presso l’Università della Pace delle Nazioni Unite, Athanasios Manis, ricercatore dell’ELIAMEP, Fabio Caffio, ammiraglio in concedo, esperto di Diritto internazionale marittimo, Ahmet Sözen, professore all’Università del Mediterraneo orientale di Cipro, Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, Carlo Marsili, già ambasciatore d’Italia in Turchia e presidente d’onore di Turchia in Europa da Subito, Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo Italia, il giurista Giampiero Buonomo, Roberto Rampi, senatore, segretario della Delegazione parlamentare italiana all’Assemblea del Consiglio d’Europa del Partito Democratico, Gea Schirò, già parlamentare e Niccolò Rinaldi, già europarlamentare ALDE e saggista.
Rapporti Europa-Turchia: qual è la situazione attuale
Nell’affrontare le tematiche è stata soffermata l’attenzione sull’attuale preoccupante processo di non democratizzazione in Turchia e sulla viltà, passata e presente, delle istituzioni europee nel non voler abbracciare la Turchia, completamente ignorata per decenni.
L’urgenza della Turchia in Europa è stata per decenni scavalcata da altri focus geopolitici, facendo allontanare la Turchia stessa dalla visione europea e spingendo il paese, e le sue autorità, verso altre derive, espressioni non democratiche, non laiche e non rispettose della dignità umana. Attualmente, secondo i relatori, mancano dirigenti politici autorevoli capaci, attraverso un’operazione di compromesso, di sviluppare con attenzione un processo di attrazione tra Turchia ed Europa.
Cosa aspettarsi per il futuro
Lo stesso principio e le stesse mancanze europee che stanno facendo avvicinare la Cina all’Africa, esercitando disattenzione nei confronti dei propri vicini e in rapporto alla storica collaborazione nel Mediterraneo. Il futuro vedrà relazioni diplomatiche e politiche molto difficili, importanti da sciogliere e il raggiungimento di un compromesso tra Turchia, Europa e la questione di Cipro deve essere urgentemente analizzata per affrontare con decisione e caparbietà la questione mediterranea.
Rimettere al centro un Europa federale che riesca ad essere protagonista nel Mediterraneo e che riesca a sviluppare un nuovo protagonismo attraverso un esercito comune che sia promotore di pace e non di conflitto. L’attuale momento storico, che vede il protagonismo della pandemia sanitaria, può divenire un momento cruciale di sviluppo di nuove dinamiche politiche e di cooperazione, con l’avvio di una riflessione geopolitica che metta al centro nuovi interessi e nuove proposte per la pace nel Mediterraneo e per il futuro delle relazioni diplomatiche con un paese estremamente importante quale la Turchia.
La Turchia è nel Mediterraneo e tenta di affermare le sue ambizioni sul nostro mare comune. L’atteggiamento del governo di Nicosia che non riconosce le ambizioni del governo turco cipriota e le spinte geopolitiche di Egitto, Israele e Grecia vede molti protagonisti coinvolti nell’aerea, con Ankara che tenta di mixare le proprie ambizioni ponendo attenzione sulle opportunità energetiche e sulla promozione di Zone Economiche Esclusive. Per Ankara, la partita libica rappresenta un’occasione di riaffermazione nel mondo arabo, un protagonismo perduto in Medio Oriente, e per bilanciare l’asse antiturco che va emergendo nel Mediterraneo, promosso dalla Francia.
Le tensioni tra la Turchia e gli altri Paesi
Il contenzioso nel Mediterraneo Orientale rischia di mettere due paesi della Nato uno contro l’altro e Grecia e Turchia devono raggiungere un compromesso e risolvere le tematiche marittime, con una sintesi comune concreta e superando le spinte francesi nel Mediterraneo Orientale. Le iniziative del presidente francese, nel voler imporre sanzioni, si sono scontrate con le idee pragmatiche di Germania e Italia e sono in molti a sostenere che l’Europa sia in debito con la Turchia dal 2005 a causa delle mancanze del continente nei confronti dei processi giuridici di adesione della Turchia all’Europa.
Altro focus particolare da analizzare è quello dei rapporti tra Israele e Turchia, con relazioni nel recente passato molto tese, ma che negli ultimi mesi vede l’emergere di nuove connessioni e l’avvio di rapporti diplomatici che stanno facendo riavvicinare i due Paesi. L’Italia può svolgere un ruolo importante con la Turchia, sia in Libia, dove vi è un sostegno allo stesso governo, che nel Mediterraneo Orientale, per trovare un accordo che non escluda la Turchia dalle esplorazioni energetiche.
Infine, nell’area balcanica, la considerevole presenza turca, potrebbe innescare meccanismi di collaborazione tra Italia e Turchia in tale contesto geografico. Durante i lavori online, l’Ambasciatore Marsili ha dichiarato:
“L’Unione Europea dovrebbe tener presente la prerogativa e l’esigenza di non chiudere il dialogo sul processo di adesione della Turchia, mentre gli Stati Uniti dovrebbero salvaguardare il contributo di Ankara all’interno dei meccanismi della NATO. In altre parole, l’Unione Europea è in debito verso la Turchia avendole bloccato l’apertura dei principali capitoli politici del negoziato di adesione con pretesti poco credibili. La Turchia ha ragione rifiutandosi di accettare quanto Francia, Grecia e Cipro vorrebbero imporle su acque territoriali e sulla zona economica esclusiva. La loro misurazione dovrebbe partire dalla piattaforma continentale e non dalle isole greche, ed evitare che un Paese con 1700 km di coste, quale la Turchia, si veda praticamente bloccato l’accesso al mare. Qui non si tratta di Erdogan, nessun governo turco potrebbe accettare la situazione attuale”.
Le soluzioni per risolvere le problematiche nel Mediterraneo
Tentare di sviluppare convergenze con la Turchia è possibile ed il compresso è l’unica strada per risolvere le attuali problematiche nel Mediterraneo Orientale.
Il prossimo anno dovrebbe partire la Conferenza sul futuro dell’Europa per un’integrazione politica in ottica federale e in tale occasione potrebbe divenire importante promuovere delle assise parlamentari con i paesi candidati all’Unione Europea, coinvolgendo i parlamentari dei Balcani e della Turchia.
Un’altra strada è quella del coinvolgimento della società e della cittadinanza, attraverso un patto tra Sindaci, promuovendo un compromesso sulle questioni europee, locali e sul protagonismo della cittadinanza. La conferenza sul futuro dell’Europa, ribadisce Pier Virgilio Dastoli, dovrebbe anche discutere sui confini politici dell’interazione europea.
Una discussione che fu auspicata in passato da Romano Prodi ma che non ha mai avuto seguito e che risulta importante per comprendere le future prospettive politiche della patria europea, riaprendo il dibattito sulla politica dell’Europa e non sul futuro geografico dell’Unione. Sostanzialmente, riflettere sull’attualità turca e sulle problematiche di Cipro vuol dire analizzare mancanze, errori e opportunità della stessa Unione Europea.
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