Conte sul Recovery Fund: stanotte c’è stata una svolta. Cosa sta accadendo a Bruxelles?
Sul Recovery Fund anche Giuseppe Conte ha deciso di esprimere il proprio cauto ottimismo e lo ha fatto da Bruxelles poco prima di prendere parte al nuovo round di negoziati, al via alle ore 16.
Quello di luglio si è rivelato un Consiglio europeo più impegnativo del previsto. L’impossibilità di trovare un accordo nel weekend ha portato a un’estensione del vertice che ad oggi, lunedì 20, non si è ancora concluso.
Eppure molti dei leader europei hanno cambiato tono nelle ultime ore e hanno lasciato presagire una certa positività. Le parole di Conte sul Recovery Fund non hanno fatto che gettare benzina sul fuoco delle speculazioni riguardanti l’imminente raggiungimento dell’intesa.
Conte sul Recovery Fund: accordo in giornata?
Ai giornalisti che gli hanno chiesto se quella odierna sarà una giornata decisiva per l’accordo sul Recovery Fund, Conte ha risposto aprendo un barlume di speranza:
“Questa notte abbiamo lavorato sino all’alba, direi che c’è stata una svolta. Dobbiamo essere ancora cauti sino alla fine, sino a quando non c’è la stretta finale,”
ha dichiarato, definendosi appunto cautamente ottimista sul prossimo raggiungimento di un accordo sul Recovery Fund.
Quanto alla governance Conte ha ammesso le profonde discussioni e gli scontri degli ultimi giorni, ma ha ribadito la sua posizione scagliandosi contro il freno di emergenza ormai finito sulla bocca di tutti. Il sistema di controllo e verifica, ha aggiunto, spetta agli organi comunitari “e su questo io non mollo”.
Quanto alle cifre il premier ha ribadito la sua volontà di raggiungere un’intesa pur precisando:
“C’è un limite e questo limite non non deve essere superato per la dignità dell’Italia e per la dignità degli altri Paesi che in questo momento stanno attraversando la fase più acuta della crisi e stanno vivendo le più gravi conseguenze.”
Se il Recovery Fund viene riempito di ostacoli operativi che ne compromettono l’efficacia, ha aggiunto Conte, questo diventa inutile. Non è più il tempo di tergiversare.
E sullo Stato di diritto? Ci sono alcune clausole, ma sul principio non ci sono discussioni. L’Italia non dovrà perdere di vista i suoi obiettivi. Fermarsi su un miliardo in più o un miliardo in meno rallenterà il recupero.
Per Conte il clima è ormai cambiato. La posizione più dura presa da Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania e Grecia ha contribuito a creare un fronte compatto:
“abbiamo fatto comprendere chiaramente che non si può pensare di portare avanti un negoziato che porti tutto al ribasso. Ogni giorno c’è un continuo tentativo di ribassare le poste in gioco e di compromettere il raggiungimento degli obiettivi. Su questo siamo inflessibili.”
Ma perché, dopo giornate intere di scontri, gli Stati membri hanno improvvisamente trovato la via del compromesso?
Come ribadito da Conte, portare la soglia delle sovvenzioni a 390 miliardi di euro (secondo la nuova proposta di Michel) introducendo però delle penalizzazioni, ha chiamato tutti ad agire con responsabilità. Da quel momento in poi l’accordo sul Recovery Fund è sembrato più vicino. Quella di oggi potrebbe dunque essere la serata tanto attesa dall’intera Unione europea.
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