Reddito di Cittadinanza e reddito da lavoro autonomo sono compatibili (entro certi limiti): ci sono però degli obblighi per gli autonomi, ecco di cosa si tratta.
Reddito di Cittadinanza: spetta anche a chi ha un lavoro autonomo?
Anche se molti pensano che il Reddito di Cittadinanza sia incompatibile con qualsiasi attività lavorativa, non ci sono in realtà divieti per quei nuclei familiari dove uno o più componenti lavorano, sia che si tratti di un’attività da lavoro dipendente che autonomo.
Ovviamente, tutto dipende da quanto percepito da questo tipo di attività: qualora queste non comportino comunque un superamento delle soglie reddituali previste per beneficiare del Reddito di Cittadinanza, quindi in caso di stipendi bassi o di attività da lavoro autonomo con bassi fatturati, allora il sostegno economico verrà comunque riconosciuto. Nel dettaglio, spetterà un importo pari all’integrazione necessaria per far sì che il reddito familiare superi la soglia della povertà.
Anche chi ha un lavoro autonomo, quindi, può fare richiesta per il Reddito di Cittadinanza. Una buona notizia specialmente in questo momento in cui molte attività imprenditoriali stanno vivendo un momento di difficoltà economica.
Ma per chi ha un lavoro autonomo ci sono comunque degli obblighi da rispettare per poter fruire regolarmente del Reddito di Cittadinanza.
Reddito di Cittadinanza e lavoro autonomo: quali obblighi?
Avere una Partita IVA aperta, o comunque essere a capo di un’attività d’impresa, non comporta alcuna preclusione per la richiesta del Reddito di Cittadinanza.
In sede di domanda, infatti, basta dimostrare che nonostante l’attività d’impresa il reddito familiare è comunque sotto la soglia indicata dalla normativa (9.360,00€ di ISEE, 6.000€ di reddito familiare da moltiplicare però per il parametro di scala d’equivalenza).
In tal caso, verrà riconosciuto un Reddito di Cittadinanza pari all’integrazione necessaria per far sì che i redditi familiari possano raggiungere la soglia minima indicata dalla normativa. Ad esempio, una persona sola con reddito da lavoro autonomo pari a 2.000 euro l’anno, avrà diritto - in assenza di altri redditi - ad un importo di RdC pari a 4.000 euro l’anno, ossia circa 330 euro mensili.
A tal proposito, in caso di lavoro autonomo o d’impresa il reddito è individuato come differenza tra ricavi e compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio dell’attività relativi al trimestre solare in cui è stata avviata l’attività. È per questo motivo che per le attività da lavoro autonomo o d’impresa va comunicato il reddito previsto per l’anno solare di avvio dell’attività utilizzando il modello SR181.
E non solo: sempre utilizzando lo stesso modello, questa comunicazione dovrà essere rinnovata trimestralmente - entro il 15° giorno successivo al termine di ciascun trimestre - con l’indicazione del reddito percepito nel trimestre.
Ad esempio, il 15 di gennaio bisognerà dare comunicazione relativa all’ultimo trimestre del 2020.
Attenzione: dare comunicazione all’INPS entro la suddetta scadenza è molto importante, in quanto in questo modo l’Istituto può, eventualmente, rimodulare il beneficio. E per chi non adempie a quest’obbligo scatta la decadenza immediata del Reddito di Cittadinanza.
Reddito di Cittadinanza: chi ha un lavoro autonomo deve firmare il Patto di Lavoro?
Come noto, uno degli obblighi connessi alla fruizione del Reddito di Cittadinanza è quello che prevede la sottoscrizione del Patto di Lavoro per i beneficiari che sono nella condizione di poter ottenere un impiego.
Quest’obbligo non c’è per chi ha un’attività da lavoro autonomo. Tuttavia, è importante fare una precisazione: per coloro che hanno un reddito d’impresa inferiore ai 4.800,00€ - e quindi mantengono lo stato di disoccupazione - vi è comunque la possibilità di firmare questo accordo con il Centro per l’Impiego.
Sarà il lavoratore a decidere, quindi, se vuole rendersi disponibile a partecipare alle iniziative di politica attiva finalizzate alla ricerca di un nuovo impiego. Questa possibilità è totalmente preclusa, invece, ai lavoratori autonomi con reddito lordo annuo superiore alle 4.800,00€.
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