Reddito di Cittadinanza “scaduto” per 1 milione di persone: cosa significa e cosa fare

Antonio Cosenza

26 Settembre 2020 - 11:19

Tra settembre e ottobre 400 mila famiglie perderanno il Reddito di Cittadinanza: ecco i chiarimenti sul rinnovo.

Reddito di Cittadinanza “scaduto” per 1 milione di persone: cosa significa e cosa fare

Reddito di Cittadinanza: per circa 400 mila famiglie il sostegno è scaduto.

A settembre, infatti, scatta il 18° mese di operatività del Reddito di Cittadinanza, misura che in questo periodo è costata 9 miliardi di euro. Per questo motivo, quella che è in pagamento in questi giorni (a causa di un errore dell’INPS le ricariche sono state leggermente ritardate e in alcuni casi bisognerà aspettare fino a lunedì) sarà l’ultima mensilità per coloro che hanno fatto domanda del Reddito di Cittadinanza a marzo scorso.

A tal proposito, basta andare sullo stato della propria domanda per capire se quella pagata in questi giorni è l’ultima mensilità del Reddito di Cittadinanza in arrivo prima della sospensione del beneficio.

Basta entrare nell’area personale INPS e andare nella sezione in cui sono indicati gli stati di lavorazione delle varie mensilità: qui, nel caso in cui sia scattata la 18ª mensilità, compare la voce scaduta ad annunciare che il prossimo mese non dovete attendervi alcuna ricarica. Cosa fare in tal caso? La procedura per il rinnovo è ben definita dalla normativa in essere, anche se sarebbe opportuna una circolare INPS a chiarire i vari dubbi dei beneficiari.

Reddito di Cittadinanza scaduto a 400 mila famiglie e 1 milione di persone

Improvvisamente, tra settembre e ottobre circa 400 mila famiglie si troveranno senza Reddito di Cittadinanza e - nella maggior parte dei casi - senza un lavoro. Secondo i dati comunicati in queste ore da Il Messaggero, infatti, un milione di persone ha perso il RdC in quanto sono trascorsi i 18 mesi di fruizione del beneficio, limite massimo indicato dalla normativa.

Nel dettaglio, nella sola Campania sono 100 mila i nuclei per cui è scattata la decadenza del Reddito di Cittadinanza, altri 50 mila nel Lazio. Ma è nel Sud Italia che la situazione preoccupa e si temono disordini sociali: tant’è che in queste ora l’assessorato regionale al Lavoro della Regione Sicilia ha chiesto al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, di intervenire tenendo conto delle difficoltà legate al COVID-19.

Nel dettaglio, la richiesta è di evitare che tra la decadenza e la domanda di rinnovo debba necessariamente trascorrere un mese. Anche perché bisogna considerare che la pandemia ha rallentato il lavoro di Centri per l’Impiego e Navigator e che per questo molti beneficiari sono rimasti senza lavoro in un periodo in cui tra l’altro è sempre più difficile trovarlo. Come fare allora per andare avanti in questo mese e mezzo circa in cui si è senza beneficio?

Reddito di Cittadinanza scaduto: cosa fare adesso

Se quindi nello stato della domanda del Reddito di Cittadinanza vedete comparire la voce “scaduta” ciò significa che quella in pagamento in questi giorni è la 18ª - e quindi l’ultima - mensilità.

La normativa, infatti, stabilisce che il RdC non può essere fruito per più di 18 mesi, dando però la possibilità ai percettori di fare domanda per il rinnovo.

La procedura per il rinnovo è molto semplice: basta presentare una nuova domanda (qui il modello) e l’ISEE in corso di validità (lo stesso che avete aggiornato lo scorso gennaio per “sbloccare” l’erogazione del beneficio) e dimostrare di essere ancora in una situazione tale da necessitare del sostegno.

Ma attenzione, la normativa è chiara rispetto al quando presentare la domanda di rinnovo. Nell’articolo 3, comma 6, si legge infatti che il:

Il Rdc può essere rinnovato, previa sospensione dell’erogazione del medesimo per un periodo di un mese prima di ciascun rinnovo. La sospensione non opera nel caso della Pensione di cittadinanza.

Questo significa che per il rinnovo bisogna aspettare un mese di sospensione del beneficio. Non è vero, quindi, che la domanda può essere presentata già dai primi di ottobre come sostengono in molti: bisogna attendere il 30° giorno successivo all’ultima ricarica di settembre.

Almeno questo è quanto emerge dall’interpretazione letterale della norma; vedremo se ci sarà una circolare INPS che darà indicazioni più precise a riguardo o comunque se il Ministro del Lavoro interverrà per ridurre il periodo di sospensione e anticipare i tempi di presentazione della nuova domanda.

Iscriviti a Money.it