Reddito di cittadinanza 2022: taglio importo e nuove regole in Legge di Bilancio

Simone Micocci

29/10/2021

Reddito di cittadinanza, diverse novità in Legge di Bilancio 2022: taglio dell’importo, nuove regole per l’offerta congrua e più controlli.

Reddito di cittadinanza 2022: taglio importo e nuove regole in Legge di Bilancio

Reddito di cittadinanza: a partire dal 1° gennaio 2022 cambiano diversi aspetti della normativa viste le novità apportate dal testo del disegno di Legge di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri in data 28 ottobre 2021.

La manovra si muove in due direzioni: intanto vengono stanziate le risorse necessarie per evitare un taglio del reddito di cittadinanza, visto che quanto a disposizione per il 2022 rischiava di non bastare per tutti facendo così scattare la clausola di salvaguardia. D’altra parte vengono introdotte regole più severe lato lavoro, così come un disincentivo per chi è occupabile ma continua a percepire il reddito di cittadinanza per molti mesi.

Secondo indiscrezioni il tema reddito di cittadinanza è stato uno dei più dibattuti, in quanto Mario Draghi si è trovato in mezzo a due fuochi. Da una parte Italia Viva e Lega che chiedevano una profonda revisione della misura e regole molto severe per chi trasgredisce; dall’altra il Movimento 5 Stelle che spingeva per piccoli cambiamenti, mantenendo inalterato l’impianto originario.

Le novità che trovate di seguito sono il risultato di questa mediazione, con il reddito di cittadinanza che si appresta ad “accogliere” diverse novità.

Reddito di cittadinanza: il nodo risorse

Il reddito di cittadinanza era stato pensato come una misura provvisoria che avrebbe aiutato le famiglie a uscire dallo stato di povertà grazie alla ricerca di un nuovo impiego. In questo modo la platea si sarebbe dovuta ridurre con il passare degli anni, limitando l’utilizzo delle risorse pubbliche necessarie per l’erogazione del sussidio.

Così non è stato, causa pandemia principalmente. Non solo il numero dei beneficiari non si è ridotto, ma è persino aumentato. Per questo motivo in più di un’occasione il Governo ha dovuto mettere mano al portafoglio per incrementare le risorse a disposizione.

L’ultima volta è stata due settimane fa, quando per il reddito di cittadinanza sono stati necessari altri 200 milioni di rifinanziamento. Nonostante l’opposizione di Lega e Italia Viva Mario Draghi non si è tirato indietro, confermando l’utilità della misura e rimandando a un secondo momento le discussioni per una sua riforma.

E il prossimo anno la spesa aumenterà ancora tant’è che secondo i calcoli effettuati serviranno 800 milioni di euro per far sì che non scatti la clausola di salvaguardia. Ricordiamo, infatti, che il decreto 4/2019 stabilisce che se le risorse non dovessero bastare ci sarebbe un ricalcolo di tutti i benefici, così da rientrare nella spesa.

Cosa ha deciso a riguardo la Legge di Bilancio 2022? Nel dettaglio, vi è uno stanziamento ulteriore di 1 miliardo di euro per il prossimo anno, con la spesa per il reddito di cittadinanza che diventa pari a quella sostenuta nel 2021. Non c’è, quindi, il rischio che le risorse non bastino.

Tuttavia, un taglio dell’importo - ma solamente per alcuni beneficiari - ci sarà comunque; vediamo perché.

Reddito di cittadinanza: riduzione nel 2022, ecco per chi

A decorrere dal 1° gennaio 2022 il beneficio economico riconosciuto viene ridotto di 5,00€ al mese a partire dal sesto mese di fruizione del beneficio. Non si applica alcuna riduzione per i nuclei familiari che soddisfano una delle seguenti condizioni:

  • composti esclusivamente da componenti non tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del Reddito di cittadinanza, quindi esclusi o esonerati;
  • dove è presente almeno un soggetto minore di tre anni di età;
  • dove è presente almeno una persona con disabilità grave o non autosufficiente.

Non si applica alcuna riduzione, invece, quando il beneficio mensile raggiunge i 300,00€ d’importo. Questo limite viene moltiplicato per il parametro di scala di equivalenza, ad esempio:

  • due componenti maggiorenni: nessuna riduzione quando l’importo è inferiore a 420,00€;
  • un componente maggiorenne e un minorenne: l’importo è inferiore a 360,00€;
  • due componenti maggiorenni e un minorenne: l’importo è inferiore a 480,00€.

Smette di applicarsi la riduzione, la quale viene solamente sospesa, nel caso in cui almeno un componente del nucleo familiare abbia avviato attività da lavoro dipendente o autonomo da almeno un mese continuativo.

Attenzione: tale riduzione continua a essere applicata anche a seguito dell’eventuale rinnovo del beneficio.

Reddito di cittadinanza: come cambia l’offerta di lavoro congrua

Novità importanti anche per l’offerta congrua e per le regole di accettazione della stessa. Intanto è importante spiegare che le domande del reddito di cittadinanza rese dal 1° gennaio 2022 equivalgono a dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro - trasmessa dall’Inps all’Anpal - ai fini dell’inserimento nel sistema informativo unitario delle politiche del lavoro. Viene prevista, dunque, la stessa procedura che oggi si applica per la domanda di NASpI.

Altra novità è quella per cui il reddito di cittadinanza non decade più al rifiuto della terza offerta di lavoro congrua, bensì alla seconda. A tal proposito, viene previsto che l’offerta di lavoro è congrua quando:

  • prima offerta: è entro 80 chilometri (oggi il limite era di 100 chilometri) di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici;
  • seconda offerta: ovunque collocata nel territorio italiano.

Nel caso di rapporto di lavoro a tempo determinato o parziale, invece, l’offerta di lavoro si definisce congrua sempre quando è entro gli 80 chilometri, sia la prima che la seconda.

Attenzione a un’altra novità. Oggi l’avvio di una nuova attività lavorativa va comunicato all’Inps (utilizzando il modello Sr181) entro 30 giorni dall’avvio dell’attività. La LdB stabilisce un nuovo termine: la comunicazione va data entro il giorno che precede l’inizio dell’attività lavorativa.

Sgravi contributivi

Novità anche per i datori di lavoro che assumono un percettore del reddito di cittadinanza. Nel dettaglio, vi è la possibilità di beneficiare dello sgravio non solo in caso di assunzione a tempo indeterminato, come è oggi, ma anche per contratti part-time, a tempo determinato e anche per chi assume con contratto di apprendistato. Meno vincoli, quindi, con i percettori del RdC che in questo caso diventano più “appetibili” alle aziende, le quali possono appunto godere di sgravi fiscali anche sulle brevi assunzioni.

Reddito di cittadinanza e PUC

Per quanto riguarda i progetti utili alla collettività, invece, viene chiesto ai Comuni d’impiegare almeno un terzo dei percettori di RdC residenti, fermo restando che tale attività è “a titolo gratuito e non è assimilabile a una prestazione di lavoro subordinato o parasubordinato e non comporta, comunque, l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego con le amministrazioni pubbliche.”

Più controlli

Come spiegato da Mario Draghi nella conferenza stampa di presentazione della Legge di Bilancio 2022, prima di riconoscere il beneficio verrà effettuato un maggior numero di controlli. Ci sarà un piano di verifica dei beni detenuti all’estero, mentre i Comuni possono effettuare a campione “verifiche sostanziali e controlli anagrafici sulla composizione del nucleo familiare dichiarato nella domanda per l’accesso al Rdc e sull’effettivo possesso dei requisiti di cui al primo periodo nonché, successivamente all’erogazione del beneficio, sulla permanenza degli stessi”.

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