La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia: la palla ora passa alla politica, ma appare difficile che questo Parlamento possa trovare un accordo per una legge.
Il referendum sull’eutanasia è stato bocciato e - allo stato delle cose - appare essere una mera illusione poter confidare che entro questa legislatura ormai giunta quasi al termine il Parlamento possa legiferare a riguardo.
Sono bastate tre ore di camera di consiglio alla Corte Costituzionale per dichiarare non ammissibile il referendum che, nei mesi scorsi, era stato sottoscritto da 1,2 milioni di cittadini.
Il referendum promosso dalla associazione Luca Coscioni prevedeva “l’abrogazione parziale del reato di omicidio di persona consenziente, di cui rimarrebbe in piedi solo il caso di omicidio di soggetto consenziente ma minore di età, infermo di mente o se il consenso è stato estorto con violenza, minaccia o inganno”.
La Corte Costituzionale ha così motivato la sua bocciatura: “A seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
Come in serata è stata diffusa la notizia dello stop da parte della Consulta, subito nel centrosinistra si è levato un coro di voci sul portare questa battaglia adesso in Parlamento: come avvenuto per il ddl Zan, anche una legge sull’eutanasia appare destinata a finire lungo un binario morto.
Eutanasia: poche chance per una legge
Per il referendum sull’eutanasia dopo la bocciatura della Corte Costituzionale appare essere in salita anche la strada degli esami di riparazione in Parlamento. Questa maggioranza a un anno dalle elezioni politiche, non riuscirà mai a trovare un accordo su un tema così spinoso.
“La bocciatura della Corte Costituzionale del referendum sull’eutanasia legale - ha commentato Enrico Letta via Twitter - Deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”.
Parole queste del segretario del PD simili a quelle che sono state usate da Giuseppe Conte: “Il Parlamento deve dare una risposta al Paese perché quelle firme non possono rimanere lì, gettate al vento: occorre una forte reazione”.
Più sul vago invece Matteo Salvini “sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”, con l’ex ministro che è ancora in attesa di capire quale sarà la decisione della Consulta sui sei referendum sulla giustizia promossi dalla Lega.
Netta invece è stata la stroncatura da parte di Giorgia Meloni “sacrosanta la decisione di dichiarare inammissibile il referendum proposto dai radicali sull’omicidio del consenziente, anche se sano”, mentre Mariastella Gelmini di Forza Italia parla di “un tema delicato che interroga la coscienza e la fede di ciascuno di noi”.
La notizia della bocciatura è stata accolta con favore da parte della Cei “la sentenza conferma l’inderogabile scelta di tutela della vita”. Con la campagna elettorale alle porte, difficile che in uno scenario del genere la maggioranza possa legiferare nel restante anno di questa legislatura.
In teoria una legge sull’eutanasia a fine dicembre ha ottenuto il via libera dalle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera, con il voto contrario però da parte del centrodestra per una sorta di déjà vu con quanto andato in scena con il ddl Zan.
Sulla legge però il presidente della Camera Roberto Fico si è detto ottimista: “Domani pomeriggio alla Camera proseguirà l’esame della proposta di legge sul fine vita. Si inizieranno a votare gli emendamenti al provvedimento. Bisogna andare fino in fondo, perché il Parlamento ha il dovere morale e politico di approvare una legge che il Paese attende”.
Tra pandemia, crisi del gas, riforme da licenziare per non perdere i soldi del Pnrr e venti di guerra che spirano in Ucraina, appare difficile che la maggioranza possa accordarsi in breve tempo su un tema così delicato e divisivo.
Nonostante la buona volontà sbandierata dai leader del centrosinistra, di eutanasia in Parlamento se ne riparlerà, forse, nella prossima legislatura.
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