Con l’aumento dei casi cresca la preoccupazione di un ritorno alla zona gialla. Al momento solo alcune Regioni devono essere attenzionate, ma la situazione italiana sembra sotto controllo.
Rivedere le norme anti-Covid e prevedere delle regole più severe per i non vaccinati. Sarebbe questo uno dei nodi principali su cui le Regioni dibattono da giorni, chiedendo un incontro con il Governo per risolvere la questione. Con l’aumento dei contagi, sono in molti a temere un nuovo lockdown sotto le feste, e quindi un nuovo stop all’economia, ora in lenta ripresa.
Se gli esperti parlano di una situazione sotto controllo, non tutte le Regioni la pensano allo stesso modo, è incontrovertibile che alcune aree del Paese stiano registrando un aumento vertiginoso dei positivi ed è per questo che chiedono nuove linee, oltre alle norme già previste per la suddivisione in colori in zona gialla, zona arancione e zona rossa. Nonostante il rischio per alcune Regioni, le notizie per l’Italia sono comunque buone, vediamo bene il perché.
Nessuna Regione in zona gialla dal 22 novembre: ecco perché
Nessuna zona gialla dalla prossima settimana. Il 22 novembre l’Italia rimarrà tutta in bianco, facendo sì che tutti possano un sospiro di sollievo. A commentare la situazione è stato lo stesso sottosegretario alla Salute Andrea Costa: al momento la situazione italiana è sotto controllo e in tempi brevi non dovrebbero esserci cambiamenti. Sicuramente, come ha ribadito, alcune aree dovranno essere monitorate con costanza.
Certamente l’intera vicenda non è da sottovalutare, ormai l’alta contagiosità e l’imprevedibilità del virus è cosa nota; se i non vaccinati si trovano senza alcuna difesa, anche le persone vaccinate che hanno ricevuto l’ultima dose più di sei mesi fa potrebbero vedere progressivamente diminuire la loro protezione, rischiando di trovarsi esposti al Covid. È per questo motivo che il Governo sta puntando tutto sulla campagna vaccinale per la terza dose, nonostante alcune Regioni e partiti chiedano norme diverse, più stringerti solo per i non vaccinati, come prevede il “modello austriaco”, dove da giorni è in vigore una storia di lockdown solo per chi non ha ricevuto alcuna dose.
Davanti a questa proposta il Governo ha però deciso di non penalizzare i non vaccinati, i numeri dei contagi indicano una situazione ben diversa rispetto all’anno scorso e soprattutto all’Austria e rispetto ad altri Paesi che sono stati investiti in pieno dalla quarta ondata, come la Germania. Basti pensare che in Austria solo il 65% della popolazione vaccinabile ha ricevuto due dosi, in Italia è l’86% della popolazione ad avere con due dosi, e ci si avvicina sempre di più a quota 90% della popolazione vaccinabile con almeno una dose. Nonostante il Governo non voglia penalizzare i non vaccinati è fondamentale che la campagna vaccinale vada avanti, come dimostrato dai dati: circa il 90% delle terapie intensive sono occupate da persone non vaccinate.
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Zona gialla: quali sono le Regioni più a rischio?
L’Italia, salvo imprevisti, rimarrà completamente bianca almeno per un’altra settimana, ma ci sono alcune Regioni che devono essere monitorare e attenzionate, come il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, le Marche e la provincia autonoma di Bolzano.
A parlare delle attuali condizioni di queste Regioni è stato presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, Alessandro Vergallo. Questi ha infatti osservato come attualmente ci sia una situazione allarmante per l’occupazione delle terapie intensive in Friuli che supera la soglia del 10%. La Regione però non passerà in zona gialla perché in contemporanea non si sono verificati gli altri due requisiti (50 casi ogni centomila abitanti e l’occupazione dei reparti ordinari al 15%). Il monito di Vergallo è chiaro: se non verrà applicata in maniera stringente la norma sul green pass, non incentivando le terze dosi, si potrebbe rischiare di avere nel giro di un mese e mezzo una situazione drammatica, fuori controllo.
Zona gialla: le Regioni chiedono al Governo nuove norme
Con l’aumento dei casi è inevitabile che le Regioni corrano ai ripari cercando nuove soluzioni alternative, valide per non bloccare l’economia della zona, se non dell’intero Paese, e al tempo stesso efficienti per la protezione. Tra le proposte avanzate non poteva mancare quella di adottare il “modello austriaco” che vedrebbe penalizzati unicamente i non vaccinati, lasciando chi è vaccinato libero di muoversi, anche in zona rossa e arancione. La linea di palazzo Chigi non cambia. Le uniche misure sul tavolo di discussione non sono che:
- l’estensione dell’obbligo della terza dose al personale sanitario;
- la riduzione della durata del green pass.
Provvedimenti che il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere prossima settimana, giovedì prossimo. Ma non basta ai governatori. Urge quindi una riflessione tra Governo e Regioni sulla tenuta delle regole vigenti attuate senza l’esistenza del green pass, strumento che potrebbe influire sulle norme anti-Covid. L’obiettivo però è sempre lo stesso: mettere a riparo sia il sistema sanitario che quello economico,
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