Per Matteo Renzi il minimo sindacale a cui Italia Viva deve aspirare è la doppia cifra: ecco perché anche in tempi brevi l’ex premier potrebbe portare nei sondaggi il suo nuovo partito sopra l’asticella del 10%.
“Arrivare alla doppia cifra per noi è il minimo sindacale”. Non poteva essere più chiaro Matteo Renzi nel dichiarare, dal palco della Leopolda, quale fosse l’obiettivo che si pone Italia Viva in termini di voti.
Un traguardo nel breve senza dubbio impegnativo, visto che alle elezioni politiche prendere almeno il 10% vuol dire ottenere più di 3 milioni di voti, senza contare che al momento l’ultimo sondaggio politico di Swg attesta Italia Viva al 5,6%.
Ci sono però diversi fattori che farebbero ipotizzare come questo nuovo partito potrebbe imporsi anche nel breve, partendo dal fatto che Matteo Renzi può contare sempre su un numeroso zoccolo duro di sostenitori.
C’è poi lo scouting in atto per rinfoltire le fila di Italia Viva, che servirebbe soprattutto a radicare il partito nei territori, oltre alla strategia del bastian contrario all’interno della maggioranza di governo che già starebbe dando i propri frutti.
Italia Viva: il fattore Renzi e i sondaggi
Quando Matteo Renzi divenne per la prima volta segretario del Partito Democratico, in occasione delle primarie del 2013, l’ex premier ottenne in totale quasi 1,9 milioni di preferenze.
Nel 2017 quando si impose per la seconda volta alle primarie dopo le dimissioni a seguito del Referendum del dicembre 2016, prese oltre 1,2 milioni di voti. Si può dire quindi che lo zoccolo duro dei renziani sia adesso all’incirca di 1 milione di elettori.
Questa è la base da cui personalmente può partire Matteo Renzi, che alle urne varrebbe quel 3% che garantisce il superamento della soglia di sbarramento. L’ultimo sondaggio invece attesta Italia Viva al 5,6%.
Fermo restando che i sondaggi non sono degli oracoli, è interessante vedere come in quest’ultima rilevazione Italia Viva sia l’unico partito della maggioranza a crescere: per 5 Stelle, Partito Democratico e La Sinistra, il segno infatti è negativo.
Merito questo probabilmente del duello televisivo tra Renzi e Salvini e della risonanza mediatica della Leopolda, con l’ex premier che ha ottenuto una grande visibilità fondamentale per far attecchire e crescere il proprio nuovo partito.
L’opposizione interna al governo
Per avere la certezza di poter essere quotidianamente sulla prima pagina di tutti i giornali, non c’è miglior modo del creare costantemente una polemica politica. Quando poi c’è di mezzo la stesura della legge di Bilancio, ogni parola spesa vale il doppio.
Poche ore dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Documento programmatico di bilancio, votato anche dai due ministri di Italia Viva, ecco dunque che Matteo Renzi annuncia battaglia in Parlamento per cancellare Quota 100, abolizione questa che non è stata inserita nella prima stesura della manovra.
Più recente è poi l’uscita di Maria Elena Boschi, anche lei scissionista e passata ora con i fucsia, che ha dichiarato come “il PD sta diventando il partito delle tasse”, provocando la piccata reazione dei suoi ex compagni di partito.
La strategia appare essere molto chiara: restare ben ancorati all’interno della maggioranza mettendo in atto però una sorta di opposizione interna, un po’ come fatto in precedenza da Matteo Salvini che così facendo è riuscito a raddoppiare i voti della Lega in poco più di un anno.
La campagna acquisti parlamentare
Ha suscitato molto clamore anche l’appello diretto di Matteo Renzi agli esponenti di Forza Italia, per i quali le porte di Italia Viva sarebbero aperte. Da tempo infatti si vocifera di molti azzurri pronti al cambio di casacca.
Aumentare le proprie fila parlamentari darebbe senza dubbio maggior peso ai renziani all’interno della maggioranza, specie se dovessero arrivare altri senatori, ma sarebbe fondamentale anche per iniziare a crescere nei territori.
Un deputato o un senatore non è infatti soltanto un voto in Parlamento, ma spesso può portare in dote importanti bacini elettorali. Sempre in quest’ottica sarà determinante portare numerosi sindaci e consiglieri a sposare la causa di Italia Viva.
Considerando come il Partito Democratico si sia subito appiattito sulle posizioni dei 5 Stelle, l’attuale debolezza di +Europa e quella di Forza Italia che nei sondaggi sarebbe dietro ai fucsia, potrebbe essere agevole per Renzi sottrarre consensi a questi partiti.
Sommando tutti questi fattori, la doppia cifra non sembrerebbe essere un traguardo fuori dalla portata di Italia Viva, anche perché l’elettorato italiano negli ultimi anni si è dimostrato molto volatile e particolarmente favorevole alle novità politiche.
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