Se dovesse passare il Germanicum, ma anche con l’attuale legge elettorale, alla luce dei sondaggi Italia Viva sarebbe sotto la soglia di sbarramento: per Matteo Renzi sarà inevitabile allearsi con Carlo Calenda e +Europa?
Matteo Renzi continua a professarsi tranquillo ma qualcosa nei suoi piani sta andando storto. Dopo la scissione dal PD arrivata a settembre subito dopo la nascita di un governo fortemente voluto proprio da lui, a ottobre in occasione della Leopolda l’ex premier si è sbilanciato dichiarando che per Italia Viva “arrivare alla doppia cifra è il minimo sindacale”.
Sette mesi dopo i sondaggi politici però non sembrerebbero dare ragione alle previsioni del senatore di Rignano, visto che l’ultima rilevazione da parte dell’istituto Swg attesta Italia Viva al 2,7% mentre per Ixè il partito sarebbe al 2,6%.
Fermo restando che i sondaggi vanno sempre presi con le molle, se lo scenario per Renzi fosse davvero questo vorrebbe dire che in caso di elezioni Italia Viva non supererebbe la soglia di sbarramento a prescindere dalla legge elettorale.
Una prospettiva che potrebbe spingere l’ex sindaco di Firenze a stringere un patto con Carlo Calenda e +Europa, al fine di costruire una sorta di nuovo polo moderato e riformatore che potrebbe attirare verso di sé anche una parte di Forza Italia.
Renzi sotto la soglia di sbarramento
L’attuale legge elettorale in vigore, il Rosatellum, prevede per la sua parte proporzionale una soglia di sbarramento al 3%. Stando ai sondaggi, al momento Italia Viva sarebbe quindi sotto questa asticella.
Per poter eleggere comunque propri parlamentari, si dovrebbe quindi vincere nei collegi uninominali della parte maggioritaria del sistema di voto, ma senza una alleanza con il centrosinistra questo sarebbe molto difficile anche nei fortini dei renziani.
Il referendum sul taglio dei parlamentari, che si terrà il prossimo autunno, potrebbe però cambiare tutto nel caso di un via libera da parte dei cittadini alla riforma. Con una probabile vittoria del Sì infatti si dovrebbero perlomeno ridisegnare i collegi elettorali, ma appare scontato che a quel punto si andrebbe a cambiare la legge elettorale in toto.
Nei mesi scorsi il PD e i 5 Stelle hanno presentato il Germanicum, un sistema di voto puramente proporzionale con una soglia di sbarramento alzata al 4% che renderebbe le cose ancora più difficile per Matteo Renzi, che potrebbe sperare soltanto nel diritto di tribuna per eleggere propri deputati e senatori.
Stando allo scenario descritto dai sondaggi, per Italia Viva al momento ci sarebbero soltanto due soluzioni per avere una rappresentanza parlamentare in caso di elezioni: votare con il Rosatellum e presentarsi insieme al PD per strappare qualche collegio maggioritario blindato, oppure fare un patto con altre forze politiche in uscita dal centrosinistra.
Patto con Calenda?
In vista delle elezioni regionali 2020 slittate anche queste a dopo l’estate, in Puglia ormai è quasi ufficiale che Italia Viva, Azione e +Europa correranno per conto proprio invece che con il centrosinistra.
Una scelta che subito aveva fatto pensare come questo schema potesse essere replicato anche su scala nazionale, con i tre partiti pronti a dare vita a una sorta di polo centrista pronto a riunire tutto il fronte moderato.
Se però inizialmente Carlo Calenda si era detto pronto a collaborare con Italia Viva, lo scorso febbraio l’ex ministro ha preso le distanze da Matteo Renzi bollandolo come “poco serio” e sottolineando poi di non condividere “nulla del suo modo di fare politica”.
Anche per Calenda, attestato da Swg al 2,5%, per superare la soglia di sbarramento non sembrerebbero esserci altre opzioni se non quella di fare alleanze. A riguardo potrebbe bastare anche solo quella con +Europa, indicata al 2%.
Di certo tutti e tre i partiti insieme andrebbero ipoteticamente a superare il 7%, cosa che gli consentirebbe di eleggere un discreto gruppo parlamentare che poi potrebbe risultare decisivo nel formare una maggioranza di governo con il centrosinistra o con il centrodestra.
A meno di un grande recupero nei prossimi mesi, per Matteo Renzi l’unico modo per garantirsi una sopravvivenza politica sembrerebbe essere quella di stringere alleanze con altri partiti, altrimenti c’è il concreto rischio che quella del conferenziere torni a essere la sua principale occupazione.
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