Revoca brevetti, no di BioNTech all’India: “Rischio vaccini di qualità inferiore”

Alessandro Cipolla

30 Aprile 2021 - 15:04

L’azienda tedesca BioNTech, partner di Pfizer nel siero anti-Covid, ha risposto in maniera negativa alla richiesta dell’India di una temporanea revoca dei brevetti: ok solo a licenze speciali per produttori molto competenti.

Revoca brevetti, no di BioNTech all’India: “Rischio vaccini di qualità inferiore”

L’India è sempre più travolta dall’emergenza Covid, ma da BioNTech è arrivato un nuovo rifiuto alla richiesta di una temporanea revoca del brevetto per quanto riguarda il vaccino anti-Covid prodotto insieme a Pfizer.

Da tempo è in atto una sorta di “guerra” sul fondamentale terreno dei vaccini. Da una parte ci sono oltre cento Paesi in via di sviluppo, capitanati da India e Sudafrica, che chiedono a gran voce una momentanea sospensione dei diritti di proprietà intellettuale.

Dall’altra invece ci sono le Big Pharma, spalleggiate dalle grandi potenze mondiali come Stati Uniti e Unione Europea, che si sono detti contrari a una revoca dei brevetti nonostante la pandemia in corso.

Uno scontro questo che rischia di farsi sempre più aspro, visto che il dilagare delle varianti in India e Brasile sta aumentando il livello dell’emergenza in tutto il mondo, ma al momento il muro delle case farmaceutiche sembrerebbe reggere.

Mancano i vaccini: la questione dei brevetti

Mentre la campagna vaccinale in Paesi come Stati Uniti, Israele e Regno Unito procede di gran carriera, con anche l’Unione Europea che adesso avrebbe cambiato passo, molti degli altri Stati invece arrancano.

Il motivo è molto semplice: le dosi a disposizione al momento sono poche e tutte a disposizioni dei più ricchi. l’Oms per garantire l’accesso al vaccini anche ai Paesi a medio e basso reddito, ha messo in campo il programma COVAX.

In questo 2021 così dovrebbero essere 1,3 miliardi i vaccini destinati a COVAX, ma finora materialmente sono stati distribuiti meno di 50 milioni di dosi. La decisione dell’India di bloccare l’export di AstraZeneca, prodotto in gran parte nel subcontinente asiatico, per dare la precedenza alla vaccinazione interna, ha ulteriormente complicato le cose per il progetto dell’Oms.

Per aumentare la produzione mondiale dei fondamentali sieri nel breve periodo, l’unica soluzione sembrerebbe essere quella di una revoca temporanea dei brevetti. Una ipotesi nelle scorse settimane circolata anche da noi per sopperire ai tagli e ai ritardi nelle consegne.

No di BioNTech all’India

Finora però nessun passo in avanti è stato fatto in questo senso con Ugur Sahin, il fondatore e amministratore delegato di BioNTech, che durante una conferenza stampa ha nuovamente respinto le richieste da parte dell’India.

Il rischio sarebbe quello di vedere la comparsa di vaccini di qualità inferiore prodotti nei Paesi poveri” ha spiegato Sahin, aprendo però a delle licenze speciali per “produttori molto competenti”.

Dobbiamo assicurarci che il vaccino che viene prodotto per esempio in Iraq o in Africa abbia la stessa qualità del nostro - ha poi aggiunto l’amministratore delegato di BioNTech - Deve essere uguale ovunque”.

Da parte di Pfizer-BioNTech al momento non ci sarebbe dunque la volontà di acconsentire a uno stop temporaneo ai brevetti, forti del fondamentale appoggio dell’Occidente.

Se non verrà posto un freno alla circolazione del virus anche nei Paesi in via di sviluppo, il rischio concreto è quello di vedere proliferare sempre più varianti potenzialmente sfuggevoli ai vaccini in circolazione: nonostante i gridi di allarme da parte di scienziati e associazioni umanitarie, i vaccini al momento resteranno un privilegio appannaggio di pochi.

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