La riforma della prescrizione, firmata dal grillino Bonafede, andrà incontro a notevoli difficoltà all’inizio di gennaio
Colpo di mano del Partito Democratico sulla prescrizione. A pochi giorni dall’entrata in vigore della riforma Bonafede, che cancella la prescrizione oltre il primo grado di giudizio, i dem hanno presentato un disegno di legge che, di fatto, la reintroduce. Gli alleati di governo del Movimento 5 Stelle affermano però che la proposta è più un messaggio al guardasigilli, affinché trovi una mediazione fra le forze politiche.
Riforma prescrizione, PD contro Bonafede
All’inizio del 2020, il governo Conte potrebbe subire pesanti scosse. Il 7 gennaio, tanto per cominciare, ci sarà il vertice di maggioranza, in cui il ministro Alfonso Bonafede dovrà vagliare le idee degli alleati che non vogliono la sua riforma della prescrizione.
Al Nazareno, oggi, l’intero staff Giustizia del PD ha presentato ufficialmente la proposta che, “nel solco della legge sulla prescrizione di Andrea Orlando”, sospende “la prescrizione per due anni in appello e per un anno in Cassazione, aggiungendo un anno se serve. In tutto tre anni e sei mesi”, spiega Alfredo Bazoli.
“L’importante è non far rientrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta”, avverte però Bonafede.
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Prescrizione, difficoltà per il governo in vista
Ma il calendario, con la complicità di Italia Viva, metterà a dura prova i rapporti interni alla maggioranza. Qualche giorno dopo il Consiglio dei ministri, il 10 gennaio la Camera voterà l’emendamento del forzista Enrico Costa, che vuole bloccare la prescrizione. Un’occasione che potrebbe tentare i deputati di Matteo Renzi.
C’è anche la possibilità che questi ultimi presentino come emendamento la proposta del PD. Come si comporterebbero, in tal caso, i dem? Voterebbero contro il loro stesso disegno di legge? Non è da escludere.
Così dichiara il responsabile Giustizia Walter Verini: “Ci auguriamo che la nostra proposta non sia utilizzata, ma il Guardasigilli riesca a raggiungere un equilibrio. Perché non vogliamo che la Giustizia sia un terreno di scontro”. Parole non dure, ma chiare: il PD non cambierà di molto la propria posizione.
“Siamo contro il giustizialismo ma anche contro il garantismo a corrente alternata. Vorremmo un processo in tempi certi e che un innocente sia processato in tempi certi”, aggiunge Verini.
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