Insegnanti e personale ATA, si ragiona sul rinnovo del contratto Scuola per il triennio 2019-2021. Aumentano le risorse per l’incremento di stipendio, ma per i sindacati non basta.
Insegnanti e personale ATA sono ancora i grandi assenti quando si parla di rinnovo del contratto della Pubblica Amministrazione. Per il personale della scuola, infatti, non è ancora arrivato il tanto atteso rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021, per il quale lo scorso mese di dicembre è arrivato l’accordo per i dipendenti del comparto centrale e per il personale in divisa.
Per gli insegnanti italiani, tra i meno pagati in Europa, e per il restante personale della scuola, il rinnovo del contratto - di fatto scaduto ormai da oltre tre anni - si fa invece desiderare. A parlarne è stato il Ministro dell’Istruzione - Patrizio Bianchi - il quale ha garantito che non ci sarà ancora molto da attendere in quanto l’accordo per il rinnovo del CCNL Scuola per il triennio 2019-2021 è ormai prossimo alla definizione, con un incremento di stipendio “notevole” che verrà riconosciuto a tutto il personale.
L’obiettivo è di andare a riconoscere al personale della scuola, docenti e ATA su tutti, un aumento di stipendio pari a quello previsto dal rinnovo del contratto per i dipendenti delle funzioni centrali delle amministrazioni pubbliche, ossia per il personale impiegato presso i Ministeri, le agenzie pubbliche e gli enti pubblici non economici.
A questi il rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021 ha portato un incremento della parte fissa dello stipendio pari a 107,00€ (medi e lordi), soglia che bisognerà raggiungere anche per i dipendenti della scuola.
Aumento di stipendio per il personale della scuola: le parole del Ministro
C’è una buona notizia, confermata dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a margine dell’incontro che si è tenuto oggi - martedì 1° febbraio - per discutere del rinnovo del contratto Scuola, per insegnanti e ATA: il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha autorizzato una maggiore spesa per un valore complessivo di 300 milioni. Cifra che consente di salire oltre la soglia inizialmente prevista per l’aumento di stipendio, arrivando così a un incremento a tre cifre come era stato promesso da tempo al personale della scuola.
Nel dettaglio, se complessivamente con le risorse stanziate dalle ultime Leggi di Bilancio si poteva arrivare a un incremento di massimo 87,00€ medi e lordi, con quest’ultimo stanziamento si sale a un valore che oscilla tra i 105,00€ e i 107,00€ medi e lordi.
Questa la cifra che verrebbe riconosciuta dal 2022 in poi, alla quale poi si aggiungerebbe un bonus una tantum di 200,00€.
L’aumento di stipendio non soddisfa i sindacati
La cifra proposta, tuttavia, non soddisfa i sindacati. Francesco Sinopoli, segretario della CGIL Scuola, ha dichiarato che per la categoria Scuola servirebbe almeno un miliardo di euro in più, così da arrivare a un aumento medio e lordo di 137,00€.
La cifra indicata dal Ministro Bianchi, quale appunto l’aumento medio e lordo di 107,00€ (nella migliore delle ipotesi), secondo Sinopoli non va a coprire la distanza che ancora oggi c’è tra il personale della scuola e gli altri dipendenti pubblici, come pure non migliora la situazione degli insegnanti italiani che restano tra i peggio pagati in Europa.
Un aumento, quello promesso da Bianchi, superiore di appena 10 euro a quello che fu riconosciuto dall’ultimo rinnovo contrattuale, per il quale l’accordo venne raggiunto da sindacati e l’allora Ministro dell’Istruzione - Valeria Fedeli - nel febbraio del 2018.
Rinnovo del contratto Scuola, diversi i dubbi da sciogliere
Il tema legato alla retribuzione è solamente uno dei tanti nodi da sciogliere. Ad esempio, con il contratto bisognerà definire nel dettaglio quante sono le ore dedicate alla formazione in servizio per i docenti, in particolare su due diversi ambiti:
- le metodologie didattiche innovative;
- le competenze linguistiche digitali.
E tra gli obiettivi del nuovo contratto c’è anche il welfare, con misure che dovranno riguardare il sostegno alla genitorialità, le prestazioni sanitarie e la mobilità sostenibile, oltre appunto alla formazione.
E ovviamente bisognerà fare chiarezza su DAD e smart working, due modalità di lavoro che dovrebbero restare anche dopo la fine della fase di emergenza. E nel contempo si cercherà di valorizzare il lavoro svolto da coloro che si faranno carico di alcune funzioni strumentali di supporto all’autonomia scolastica e all’innovazione: per farlo bisognerà definire delle iniziative formative per coloro che svolgeranno queste funzioni, come pure determinare quelli che sono i criteri di scelta, la durata degli incarichi e i compensi.
Per quanto riguarda il personale ATA, invece, verrà rivisitato l’ordinamento professionale con una maggiore attenzione alla valorizzazione del personale.
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