Il riscaldamento globale sta registrando un aumento più rapido del previsto a causa dell’impatto dell’uomo sul pianeta. Il report del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico dell’ONU.
Il riscaldamento globale rischia di essere più rapido del previsto e le contromisure che alcuni Paesi hanno cominciato ad adottare in quest’ultimo periodo potrebbero non essere sufficienti per fermare un processo irreversibile in grado di causare cambiamenti catastrofici per il pianeta.
Questo è quanto emerge dall’anticipazione dell’ultimo rapporto realizzato dall’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico dell’ONU, che ha lanciato l’allarme osservando come nel 2019 si sia registrato la più alta concentrazione di CO2 nell’atmosfera negli ultimi 2 milioni di anni, mentre, per quanto riguarda la produzione di gas serra, si tratta del dato più elevato degli ultimi 800mila anni.
Al tempo stesso, rispetto ai livelli preindustriali, il mondo ha subito un riscaldamento di 1,1° Celsius e presto si potrebbe arrivare a toccare un ulteriore incremento di 1,5° Celsius che porterebbe a un punto di non ritorno per il clima mondiale.
Dati impressionanti che rivelano l’origine dei disastri climatici a cui si sta assistendo negli ultimi mesi, tra cui incendi naturali dovuti a ondate di calore, siccità, alluvioni e innalzamento del livello del mare, i quali nel futuro potrebbero causare scenari ancora più gravi.
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Come viene riportato dal documento dell’IPCC, non ci sono ormai dubbi sul fatto che sia stato l’impatto dell’uomo ad aver provocato questo innalzamento delle temperature, con alcuni dei cambiamenti climatici prodotti che sarebbero ormai irreversibili.
Lo scenario delineato dal gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite, inoltre, afferma come non ci sia più altro tempo da perdere per agire tempestivamente. Come dichiarato Michael Mann alla Cnn, uno degli autori del rapporto, infatti "restano zero anni per evitare ulteriori pericolosi cambiamenti climatici”.
Anche il programma dell’Unione Europea di raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050, attualmente il più avanzato a livello globale, rischia così di essere in ritardo per poter bloccare l’innalzamento della temperatura globale entro gli 1,5° Celsius delineati dagli accordi di Parigi.
Proprio in relazione alla Cop21 svoltasi nella capitale francese nel 2015, l’Intergovernmental Panel on Climate Change ha sottolineato come diversi Stati abbiano disatteso le scadenze degli impegni sottoscritti in quel’occasione.
L’impatto dell’uomo sull’ambiente e le conseguenze per il futuro
Di conseguenza, quasi sicuramente, si assisterà a un aumento della frequenza dei disastri ambientali, tra cui le ondate di calore che potrebbero aumentare di circa 5 volte se si superasse l’aumento di 1°C, e fino a 14 volte in caso si andasse oltre 2°C dal livello attuale.
Discorso simile per quanto concerne inondazioni, alluvioni, siccità e uragani che potrebbero mettere a repentaglio “la vita come la conosciamo” per le future generazioni.
L’allarme quindi è stato lanciato in maniera inequivocabile, ora la palla passa alle istituzioni nazionali e internazionali, le quali, oltre a prenderne atto, dovranno agire tempestivamente in modo da, quantomeno, minimizzare le conseguenze del riscaldamento globale nel prossimo futuro.
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