Per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050, l’Unione Europea dovrà bloccare la produzione di auto a benzina e diesel entro il 2030.
La chiave per raggiungere l’obiettivo emissioni zero in Unione Europea entro il 2050 è vietare al più presto la produzione di nuove automobili a benzina e diesel.
Questo è quanto viene dichiarato da nove Stati membri che invitano quindi l’UE a fissare una data per eliminare gradualmente la vendita di nuove macchine a combustibile fossile, così da affrontare in maniera efficace un settore che rappresenta un quarto delle emissioni di gas a effetto serra del continente.
Tra i Paesi più attivi in questa battaglia troviamo Danimarca e Olanda, i quali hanno inviato un documento ai responsabili del clima e dei trasporti dell’Unione, evidenziando la necessità di dare un chiaro segnale alle società operanti nel comparto automotive, così da accelerare in questo campo la transizione ecologica in atto.
Come dichiarato dal Segretario di Stato per le Infrastrutture olandese Stientje van Veldhoven, infatti, per conseguire la neutralità climatica nel 2050, diventa necessario stoppare la fabbricazione di auto a benzina e diesel entro il 2030.
Stop produzione auto a benzina per il 2030 in Unione Europea?
La Commissione Europea ha affermato, d’altronde, che entro il 2030 il target da centrare sarebbe quello di avere in strada almeno 30 milioni di veicoli elettrici. Un risultato non impossibile, ma ancora lontano, dato che a oggi sono presenti solo 1,4 milioni in circolazione.
Tuttavia si tratta di un mercato in espansione, come è dimostrato dal fatto che le case automobilistiche nell’ultimo anno hanno venduto, per la prima volta, più mezzi elettrici o ibridi plug-in nel vecchio continente piuttosto che in Cina.
Una crescita dovuta alla doppia strategia messa in campo: sia attraverso standard più severi sulle emissioni che sussidi per invogliare le persone a preferire l’acquisto di un veicolo a basso impatto, così da aiutare un settore in profonda crisi in questo periodo di pandemia.
Per incoraggiare ulteriormente l’acquisto di questo tipo di macchine, in tutta Europa dovrebbero essere presenti infrastrutture in grado di garantire una ricarica diffusa e veloce. Come sostiene la stessa van Veldhoven: “Il rifornimento dovrebbe essere facile come caricare il proprio smartphone”.
Le case automobilistiche europee contrarie all’idrogeno
Le maggiori aziende di auto europee, intanto, dichiarano di non essere convinte a pieno dall’utilizzo dell’idrogeno, poiché, come afferma ad esempio Herbert Diess, CEO di Volkswagen, non si arriverà allo sviluppo di una tecnologia efficiente prima di 10 anni.
Per tale ragione si sta assistendo ad uno smantellamento quasi totale da parte dei maggiori gruppi dell’automotive sugli sforzi che andavano in questa direzione, tra cui, oltre la stessa Volkswagen, anche per Mercedes, BMW e PSA.
Il CEO di Stellantis Carlos Tavarez ha rivelato al Financial Times addirittura come, secondo il suo parere “chi spinge per l’idrogeno vuol dire che si trova in una situazione di forte ritardo nella produzione di veicoli elettrici”.
Tuttavia, tale posizione non è condivisa da molti esperti del settore e anche da concorrenti asiatici, come Toyota e Hyundai, le quali continuano a investire in maniera massiccia su progetti riguardanti la tecnologia delle celle a idrogeno.
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