Un anno difficile per il settore del risparmio gestito, che ha risentito delle tensioni sui mercati finanziari. I dati di Assogestioni: raccolta netta a 7,3 miliardi e patrimonio gestito poco superiore ai 2.000 miliardi.
I segnali di fine anno lo avevano lasciato presagire: l’industria del risparmio gestito in Italia segna una brusca frenata nel 2018, nonostante nel complesso i risultati siano positivi.
Sulla base dei dati preliminari pubblicati da Assogestioni, la raccolta netta si è fermata a 7,3 miliardi di euro, mentre il contributo dei fondi aperti non è andato oltre i 71 milioni.
Anche questo comparto, dunque, ha risentito della tensioni e delle incertezze che hanno pesato sui mercati soprattutto negli ultimi mesi appena trascorsi, come dimostravano già i dati relativi al mese di novembre 2018.
I dati
Il dato positivo è che comunque il settore del risparmio gestito chiuda il 2018 in positivo. Tuttavia i numeri registrati e raccolti da Assogestioni non sono lusinghieri per l’industria nel suo complesso.
Basti pensare che rispetto ai 100 miliardi di euro messi a segno nel 2017, l’anno scorso la raccolta netta ha rischiato di azzerarsi crollando ad appena 7,3 miliardi.
Lo stesso si dica per il contributo apportato dai fondi aperti che è stato quasi nullo non andando oltre i 71 milioni, nonostante il ruolo da protagonisti giocato nell’anno precedente.
A guidare la raccolta, nel 2018, sono stati soprattutto i mandati istituzionali.
Dalla mappa mensile di Assogestioni, inoltre, emerge che l’anno si chiude con patrimonio gestito di 2.002 miliardi di euro, quasi equamente ripartito tra le gestioni collettive, del valore di 1.006 miliardi, e le gestioni in portafoglio, pari a 996 milioni.
Il deflusso
I dati contengono anche l’andamento dei deflussi che nel solo mese di dicembre 2018 sono stati di circa 1,55 miliardi.
Complessivamente, guardando all’intero anno, la raccolta è stata sorretta soprattutto dalle gestioni in portafoglio, con particolare merito per quelle istituzionali, che hanno registrato flussi netti in entrata per 9,4 miliardi di euro.
A fronte di questa performance positiva, se ne registra un’altra di tutt’altro tenore: le gestioni retail hanno lasciato sul terreno circa 4,3 miliardi.
I prodotti che più hanno risentito dei riscatti nel 2018, però, sono stati i fondi obbligazionari che hanno chiuso l’anno a -25 miliardi di euro.
Bene i fondi azionari, che mettono a segno + 4 miliardi e quelli bilanciati che portano a casa +9,9 miliardi i bilanciati. Saldo positivo anche per i fondi flessibili e i fondi monetari, rispettivamente a +8,6 e +2,2 miliardi.
Un anno di difficoltà
Il 2018, dunque, non è stato semplice per i mercati e anche l’industria del risparmio gestito ha sentito delle turbolenze finanziarie.
Secondo Massimo Mazzini, responsabile marketing e sviluppo commerciale di Eurizon, quello da poco archiviato è stato “un anno di difficoltà su quasi tutti i mercati finanziari, che ha causato un rallentamento nei ritmi di crescita dell’industria”.
L’operatore che in Italia ha raccolto di più nel mese di dicembre, secondo i dati di Assogestioni, è stato il gruppo Intesa Sanpaolo, con flussi netti per 609 milioni di euro, seguita da Mediolanum a 244,9 milioni, Allianz a 177,5 milioni, Morgan Stanley a 131,3 milioni, Deutsche Bank a 121,5 milioni e Mediobanca a 120,6 milioni.
Risultato negativo sul fronte della raccolta per il gruppo Generali: il risultato di dicembre segna -700 milioni di euro.
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