La Legge di Bilancio 2020 prevede una rivalutazione delle pensioni, con relativo aumento dell’assegno pensionistico. Di seguito tutti i dettagli su come verranno rivalutate le pensioni.
Dal 2020 entrerà in vigore una rivalutazione delle pensioni, con conseguente aumento degli importi degli assegni pensionistici.
La rivalutazione delle pensioni 2020 ha come obiettivo quello di frenare gli effetti dell’inflazione che hanno causato, negli ultimi 8 anni, una diminuzione dell’assegno pensionistico che, secondo i calcoli effettuati dalla UIL, può arrivare a superare i 1.000 euro l’anno.
Alcuni pensionati riceveranno dunque un risarcimento per tale perdita attraverso la rivalutazione delle pensioni 2020, in base al reddito previdenziale percepito.
Rivalutazione delle pensioni 2020: a chi spetta
La rivalutazione delle pensioni 2020 riguarda una specifica categoria di pensionati, ovvero coloro che percepiscono una pensione fino alle quattro volte la minima, che corrisponde ad un reddito pensionistico tra i 1.522 e i 2.029 € lordi al mese. A questi individui si applicherà una perequazione a copertura del 100% dell’aumento dei prezzi, contro il 97% attuale.
L’aumento delle pensione tramite rivalutazione si traduce, in media, in un assegno più alto di 0,25-3,00 euro al mese.
Per quanto riguarda coloro che percepiscono un reddito di pensione superiore a 2.029 € la situazione rimane invariata, almeno fino al 2022. Dal 2022 la rivalutazione delle pensioni ammonterà al 90% per le pensioni tra i 2.029 € ai 2.358 e al 75% le pensioni con un assegno superiore.
Al momento per coloro che percepiscono una pensione superiore ai 2.029 € mensili si applicherà la rivalutazione delle pensioni già stabilita dal governo Conte uno in un precedente decreto.
Per ogni categoria verrà risarcita una data percentuale secondo il seguente criterio:
- rivalutazione al 77% per pensioni tra 2.029 e 2.538 € mensili
- rivalutazione al 52% per pensioni tra 2.537 e 3.046 € mensili
- rivalutazione al 47% per pensioni da 3.046 a 4.061 € mensili
- rivalutazione al 45% per pensioni da 4.569 € mensili
- rivalutazione al40% per pensioni superiori a 4.569 € mensili.
Pensioni: quanto aumenta l’importo con la rivalutazione 2020
L’aumento derivante dalla rivalutazione delle pensioni 2020 è relativo al tasso di inflazione annua. Sostanzialmente verrà risarcito l’effetto derivante dal tasso di inflazione nelle percentuali illustrate nell’elenco precedente. Non si tratta dunque di un aumento significativo, ma di una misura volta a frenare la diminuzione delle pensioni provocata dal’inflazione.
Secondo il leader dei pensionati Cgil Ivan Pedretti, la rivalutazione pensionistica ammonterebbe a 3€ l’anno, quasi 25 centesimi al mese. Alla luce di queste stime il sindacalista ha definito il provvedimento “un’elemosina”.
1.000 euro in meno per pensionato ogni anno
La reazione dei sindacati è ben comprensibile se si considera uno studio diretto da Uil, dove viene stimato l’ammontare della diminuzione costante delle pensioni negli ultimi 8 anni. Secondo l’analisi, i pensionati italiani avrebbero perso una media complessiva di 1.000 € al’anno, a causa del mancato adeguamento con l’inflazione economica.
Più precisamente, si stima che per un pensionato con reddito di 1.568 € la perdita sia di circa 960 € l’anno. La maggior parte dei pensionati percepisce un cedolino mensile di 1.960 € lordi: per questi individui la perdita annuale sale a 1.490 €. Per chi percepisce fino a 4.560 € ogni mese si arriva a una perdita di 7.190 € all’anno a causa del mancato adeguamento all’inflazione.
Si tratta di una lunga perdita cominciata nel 2011, con il governo Monti, momento a cui risale l’ultimo adeguamento dei redditi pensionistici all’inflazione, con conseguente perdita mensile di circa 75 €, lentamente accumulata fino ad oggi.
Il governo Conte uno aveva già promulgato una manovra di risarcimento, sulle pensioni, ma con l’inserimento della rivalutazione delle pensioni nella Legge di Bilancio 2020 si arriva a un ulteriore aumento. Questo provvedimento è un primo passo verso un aumento delle pensioni, ma secondo i sindacati è ancora inadeguato.
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