Si rinnovano le tensioni tra Russia e Unione Europea dopo le sanzioni contro otto cittadini dell’UE. Quali potrebbero essere le conseguenze per la sicurezza nazionale dell’Italia?
La Russia nega l’ingresso nel Paese a otto cittadini dell’Unione Europea, in risposta alle sanzioni europee contro Mosca. Una tensione che preoccupa, con il timore che questo scontro possa avere ripercussioni sulla sicurezza nazionale.
L’accusa è di violare le basi di diritto internazionale e di voler frenare lo sviluppo economico della Russia. Tutto questo, e molto altro, sotto l’influenza degli Stati Uniti d’America.
Nella lista dei rappresentati delle strutture ufficiali dell’Unione europea ai quali è stato vietato l’ingresso anche l’italiano David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo e Vera Jourova, Vicepresidente della Commissione europea per i Valori e la trasparenza.
“Non avendo chiesto di entrare in Russia - commenta David Sassoli- è evidente che è un attacco politico da cui non ci faremo intimidire”.
Nella lista nera di chi non può entrare in Russia anche:
- il capo dell’Ente regolatore dei media della Lettonia, Ivars Abolins;
- il direttore del Centro statale linguistico della Lettonia, Maris Baltins;
- Jacques Maire, membro della delegazione francese all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa;
- il capo della procura di Berlino Jorg Raupach;
- il capo del Laboratorio svedese di sicurezza chimica, biologica, radiazioni e nucleare dell’Istituto di ricerca per la difesa, Osa Scott
- Ilmar Tomusk, direttore generale dell’Ispettorato Nazionale sulla Lingua.
Rapporti Russia-Ue: motivi delle tensioni
Pochi giorni fa, mentre i manifestanti scendevano in piazza per sostenere l’attivista ìAlexei Navalny,oppositore di Vladimir Putin, quest’ultimo teneva l’annuale discorso alle Camere riunite.
In quell’occasione Putin ha voluto avvertire l’Occidente di star tirando troppo la corda. All’Europa, definita «provocatrice», ha speso poche parole, ma chiare:
«Siamo pazienti e responsabili, ma non superate la linea rossa».
Da parte sua l’Europa, tramite le parole di David Sassoli, ha fatto sapere che non si lascerà intimidire per aver voluto difendere i diritti di Navalny tramite sanzioni. «Continueremo a sostenere che Alexei Navalny deve essere liberato», ha ribadito con fermezza.
Non è una novità, i rapporti tra Russia ed Europa sono in bilico da diversi anni, da quando la Crimea è tornata al centro dell’attenzione dei due Paesi nel 2014. Da quel momento si parla di una vera e propria guerra fredda economica a colpi di sanzioni.
Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che l’Europa sta continuando la sua politica di misure restrittive unilaterali e illegittime, riferendosi all’ultime sanzioni contro sei cittadini russi per torture contro ceceni ed esponenti della comunità lgbtq+.
La reazione italiana alle sanzioni di Putin
Il Ministero degli Esteri russo ha accusato l’Europa non sono di violare il diritto internazionale, ma anche di alimentare deliberatamente un’isteria anti-russa nei media occidentali.
Un’accusa, che suona come una teoria cospirazionista, è quella per la quale l’Europa starebbe tentando di frenare lo sviluppo della Russia. L’azione europea sarebbe attuata in nome di un ordine mondiale basato sui valori europei “che minano l’autonoma politica interna ed estera della Russia”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri.
In risposta il nostro Ministro degli Esteri Luigi di Maio ha espresso solidarietà al Presidente del Parlamento europeo. Non sono mancati altri messaggi di solidarietà dai diversi partiti italiani.
Enrico Letta ha parlato di ostilità senza precedenti. «Il Pd tutto reagisce con durezza, a difesa della democrazia europea. E continuiamo a chiedere con ancora più forza la liberazione di Navalnyj», ha aggiunto Letta, affidando il suo messaggio a Twitter.
Le tensioni tra Russia e Unione europea avranno conseguenze per l’Italia
Vladimir Putin e il Paese che rappresenta, la Russia, sono visti da due prospettive totalmente opposte. Da una parte c’è chi accusa Putin di essere un “dittatore sotto mentite spoglie” e di praticare attacchi hacker all’Europa e agli USA con l’intento di controllare i media e quindi l’opinione pubblica. Dall’altra parte della barricata esiste una fazione che ammira Putin e la sua gestione.
Al momento, comunque, le tensioni tra Russia e UE non sembrano avere le caratteristiche di uno scontro che possa minare la sicurezza nazionale.
Molto più concreto è il danno economico con cui l’Italia potrebbe dover fare i conti a breve se i rapporti con la Russia dovessero interrompersi. Infatti l’Italia è la quinta fornitrice della Federazione Russa, dopo Cina, Germania, Stati Uniti e Bielorussia.
In passato, nel 2014, l’Italia (Eni) aveva già dovuto abbandonare il progetto South Stream per connettere direttamente il gas di produzione russo ai mercati dell’Europa centro-meridionale.
Senza contare che in Russia sono stabilmente presenti circa 500 imprese italiane, di cui 70 con impianti produttivi, cui si aggiungono 68 banche e alcuni studi legali. Altrettanto noti sono gli ingenti investimenti russi in Italia sui settori energetico e siderurgico.
Uno schiaffo all’Europa, quello di Vladimir Putin, che potrebbe costare caro all’economia Italia e all’equilibrio diplomatico mondiale.
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