Salvataggio Alitalia: sale la tensione, possibile nuovo rinvio? Si valuta l’idea di sborsare altri soldi pubblici
Il salvataggio di Alitalia di nuovo sotto i riflettori nazionali e internazionali.
Nelle ultime ore si sono fatte spazio diverse ipotesi, da quella di rinviare (ancora) i termini per la presentazione delle offerte vincolanti, a quella di sborsare di nuovo soldi pubblici per garantire la continuità delle attività.
Le divergenze tra i partecipanti al salvataggio di Alitalia sono emerse in tutta la loro prepotenza: Delta, Ferrovie dello Stato e Atlantia sono sembrate più lontane che mai nelle ultime giornate, mentre i sindacati non sono rimasti con le mani in mano e hanno scelto di proclamare un nuovo, imponente sciopero. Cosa sta succedendo?
Salvataggio Alitalia: cosa sta succedendo
Qualche giorno fa, Delta ha confermato la sua intenzione di non voler salire oltre il 10% della ex compagnia di bandiera. Una presa di posizione che non è piaciuta ad Atlantia, la quale ha immediatamente chiesto l’intervento del MISE.
Le posizioni si sono irrigidite e la holding della famiglia Benetton ha criticato il piano degli americani poiché a sua detta insufficiente a garantire un rilancio solido del vettore.
Ieri, lunedì 7 ottobre, è arrivata la replica dell’altro partecipante al salvataggio di Alitalia. FS ha cercato di evidenziare i punti in comune con Atlantia come ad esempio la necessità di incrementare i ricavi, quella di espandersi negli Stati Uniti e ancora quella di gestire gli esuberi.
Allo stesso tempo però la società ha ricordato l’esistenza di differenze importanti. D’altronde le critiche al piano di Ferrovie-Delta non si sono risparmiate.
I tempi sono sempre più stringenti. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti è stato fissato al 15 ottobre dopo essere già stato rimandato. Secondo i più scettici la deadline sarà estesa ancora una volta.
Altri soldi pubblici da sborsare?
Secondo diversi osservatori di mercato, vista l’impasse attuale, l’unico modo per garantire l’operatività della compagnia aerea (e dunque il salvataggio di Alitalia) sarà quello di mettere ancora una volta mano al portafogli. D’altronde, a fine settembre la liquidità dell’azienda si è riportata sotto i €300 milioni.
Per Milano Finanza, ad esempio, saranno necessari almeno 900 milioni di euro di soldi pubblici per supportare questa fase transitoria. Di questi, 350 milioni di euro da sborsare con un nuovo prestito ponte, e 550 milioni di oneri volti a coprire la cassa integrazione di circa duemila lavoratori.
Le prossime giornate, a partire dallo sciopero di domani, saranno fondamentali per il salvataggio di Alitalia.
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