Salvini e Di Maio non ci mettono la faccia: i due assenti per l’assestamento di bilancio

Alessandro Cipolla

2 Luglio 2019 - 10:24

Il CdM ha dato il via libera a un assestamento di bilancio pari a 7,6 miliardi per cercare di evitare la procedura d’infrazione: Luigi Di Maio però non si è presentato a Palazzo Chigi, Matteo Salvini invece è andato via dopo poco.

Salvini e Di Maio non ci mettono la faccia: i due assenti per l’assestamento di bilancio

È stato un Consiglio dei Ministri abbastanza surreale quello che si è svolto nel tardo pomeriggio di lunedì 1 luglio. Mentre sul tavolo si discuteva sul via libera all’assestamento di bilancio, erano infatti vuote le sedie di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Il golden boy pentastellato non si è presentato per nulla a Palazzo Chigi, con l’assenza che comunque era stata già comunicata da una settimana, mentre il leader della Lega ha abbandonato il CdM pochi minuti dopo il suo inizio.

Probabilmente avevano di meglio da fare mentre il governo dava l’ok a destinare 7,6 miliardi all’abbassamento del deficit, cercando così di mettere una proverbiale toppa su un buco creato dalle aspettative troppo alte messe per iscritto nella legge di Bilancio 2019.

In un momento complesso per i gialloverdi con la procedura d’infrazione che pende sempre come una spada di Damocle sulla testa del paese, Di Maio e Salvini per una volta hanno schivato le luci dei riflettori evitando così di mettere la faccia mentre il loro governo, dopo aver gonfiato il petto nelle scorse settimane, adesso invoca la clemenza dell’Europa portando in dono un bel gruzzoletto anche se tutto questo potrebbe anche non bastare.

Il “nascondino” di Salvini e Di Maio

L’attuale strategia di Luigi Di Maio sembrerebbe essere molto chiara: dopo le elezioni europee, non vuole più far ricadere sulle spalle del Movimento 5 Stelle tutte le difficoltà del governo carioca.

Per il pentastellato quindi adesso è Matteo Salvini che deve prendere in mano il pallino del gioco, visto che il leghista finora è sempre stato in prima fila quando c’era da portare a casa un suo provvedimento, lasciando invece al premier Giuseppe Conte il palcoscenico nei momenti peggiori.

In quest’ottica potrebbe essere letta l’assenza, comunque annunciata, di Di Maio durante l’ultimo Consiglio dei Ministri. Annusato il pericolo di trovarsi da solo mentre l’Italia staccava un assegno da 7,6 miliardi all’Europa, Salvini ha pensato bene di tagliare subito la corda.

Non sono mancate però le dirette Facebook, dove Di Maio ha punzecchiato la Lega sulla concessione ai Benetton provocando la reazione dell’alleato: “Mi attacca sulle autostrade e poi diserta il CdM”.

Mentre i due vicepremier continuano a giocare al gatto e alla volpe, il governo sta provando a salvare in extremis il paese da una procedura d’infrazione che comporterebbe almeno cinque anni di manovre rigide per abbassare deficit e debito pubblico.

Sarebbe stato più opportuno invece che Salvini e Di Maio ci avessero spiegato cosa intendono fare nella legge di Bilancio 2020. La Commissione infatti non vuole solo un immediato rientro nei parametri stabiliti del deficit, ma anche precise garanzie per la prossima manovra che dovrà essere contenitiva e non espansiva.

Mercoledì ci sarà la decisione della Commissione Europea sulla procedura d’infrazione, anche se poi l’ultima parola spetterà all’Ecofin in programma il 9 luglio. Se l’Italia dovesse salvarsi, il rischio però è che si potrebbe trattare soltanto di una tregua.

Promettere adesso che in autunno si cercherà di contenere il deficit per poi riprendere immediatamente a parlare di Flat Tax senza adeguate coperture, ci riporterebbe infatti al punto di partenza con la nuova governance dell’Unione che però a quel punto potrebbe perdere veramente la pazienza di fronte alle giravolte dei gialloverdi.

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