Brutte notizie per Samsung: il China Labor Watch ha scoperto l’assunzione di operai minorenni tra i fornitori cinesi dell’azienda coreana.
Da anni l’obiettivo dichiarato di Samsung è quello di rendere il proprio posto di lavoro uno dei 10 migliori al mondo. Nel proprio piano per il futuro denominato Vision 2020 la compagnia si pone come guida per l’umanità e fonte di ispirazione del bene comune. Al fine di migliorare il proprio ambiente di lavoro, l’azienda coreana commissiona ogni anno un bilancio di sostenibilità privato indagando la concreta situazione di lavoro nelle sue strutture.
Nonostante vengano enumerate una serie di pratiche improprie nell’assunzione di dipendenti tra le aziende fornitrici cinesi, nell’edizione 2014 del bilancio non vi è alcuna traccia delle realtà ben più gravi portate alla luce dal China Labor Watch (CLW).
Sullo stabilimento di Shiynang Electronics a Dongguan, il Direttore Esecutivo Li Qiang scrive che «laggiù il lavoratore non costituisce un valore reale, sono stati trovati ragazzi minorenni al lavoro per 11 ore al giorno consecutive senza contratto e pagati per 10».
Samsung incassa il colpo e risponde che investigherà con urgenza la situazione adottando le dovute contromisure. Un rapporto del Guangzhou Daily di qualche giorno precedente a quello del CLW, sottolinea come in realtà la pratica di assunzione minorile non si limiti a un solo stabilimento, ma costituisca pratica ben più diffusa. A quanto pare verrebbero usati documenti di identità falsificati al fine di eludere controlli e sorveglianza, garantendo così ai direttori degli stabilimenti un perfetto alibi. Questo non giustifica però la mancanza di una assicurazione appropriata e l’impiego di lavoratori sottopagati.
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