Manifestazioni di dissenso verso la Legge di Bilancio 2022 indette da Cgil e Uil. La reazione del ministro e la contrarietà della Cils.
A distanza di 7 anni dall’ultimo grande sciopero generale, eccone un altro in arrivo. Cgil e Uil annunciano un nuovo blocco per il 16 dicembre con iniziative nelle grandi città contro la Manovra 2022.
L’iniziativa nasce dal dissenso delle sigle sindacali con la formulazione attuale della Legge di Bilancio e prevedrà uno stop di 8 ore con corteo a Roma e simili iniziative interregionali in altre 4 città.
Abbiamo riassunto per voi le ragioni dei promotori e i pareri contrari indicando soprattutto i principali disagi che potrebbero derivare dalla manifestazione.
Disagi settoriali: il Covid frena lo sciopero
Dopo il nuovo sciopero della scuola proclamato per venerdì 10 dicembre, anche nei giorni successivi qualche disagio potrà verificarsi.
Lo sciopero del 16 avrà una durata di 8 ore con una manifestazione che si svolgerà a Piazza del Popolo, Roma. Presenti i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, chiamati anche ad intervenire.
I portavoce vogliono infatti dire la loro ma assicurano di agire, essendo l’Italia ancora nel pieno della pandemia, in totale sicurezza. Le rimostranze e le pressioni che le sigle voglio perpetrare non dovranno gravare sul settore della sanità.
Per motivazioni di natura organizzativa invece, non essendoci infatti il preavviso necessario per un’interruzione del servizio pubblico, dallo sciopero saranno esclusi i lavoratori dei trasporti, anche in virtù del loro stesso contributo alla rete assistenziale attiva durante l’emergenza coronavirus.
A subire le conseguenze della decisione popolare potranno piuttosto essere tutti gli altri tipi di esercizi commerciali, disturbi legati al traffico e forse anche l’accesso ed il servizio scolastico. L’effetto complessivo però sarà notevolmente ridimensionato e tutto starà al tasso di adesioni e partecipazione all’iniziativa stessa.
leggi anche
Vaccino obbligatorio per tutti i lavoratori, l’Italia dice no: le motivazioni del Governo
Le motivazioni dello sciopero: la nota sindacale
Le rivendicazioni di Cgil e Uil si indirizzano verso le presunte lacune della legge di Bilancio.
Nel dettaglio nelle note sindacali si fa riferimento a mancanze:
- «sul fronte del fisco, delle pensioni, della scuola, delle politiche industriali»;
- «sul fronte del contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne»;
- «sul fronte della non autosufficienza, tanto più alla luce delle risorse, disponibili in questa fase, che avrebbero consentito una più efficace redistribuzione della ricchezza, per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile».
In una dichiarazione congiunta Cgil e Uil comunicano in sintesi che pur apprezzando lo sforzo e l’impegno del premier Draghi e del suo esecutivo, la Manovra è stata considerata insoddisfacente.
Temi come quelli elencati (fisco, pensioni, scuola, politiche industriali e contrasto alle delocalizzazioni, contrasto alla precarietà del lavoro, soprattutto dei giovani e delle donne e non autosufficienza) andrebbero rivisti e discussi nuovamente per giungere alla stipula di un accordo più dignitoso e soddisfacente per i cittadini.
Cisl si sottrae e Orlando non condivide: le dichiarazioni
A contrastare tali posizioni c’è sia la politica che la Cisl che crea stavolta una frattura con gli altri movimenti sindacali. Cisl infatti rende nota la sua visione dicendo che è “sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese”.
Sul nuovo blocco generale inoltre si dice perplesso il ministro del Lavoro Andrea Orlando che parla direttamente a Radio Anch’io su RadioUno. Nell’intervista non a caso si definisce conscio dei dubbi del sindacato ma estraneo dalla comprensione profonda delle motivazioni tanto da restare letteralmente «sorpreso» dalla portata dell’iniziativa:
“Come tutte le Manovre, può avere luci e ombre, ma questa rafforza le garanzie per i lavoratori, aumenta le risorse sul fronte del sociale, degli ammortizzatori e non autosufficienza”.
La lettura del ministro insomma è fortemente antitetica rispetto a quella dei sindacalisti. Al netto del posizionamento di tutte le parti quindi forse si sentirà ancora parlare della Manovra 2022, forse in altri termini e sotto una luce di concessioni e aperture ancora maggiori verso la cittadinanza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA