Le scuole restano aperte anche in zona rossa per gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali come stabilito dal Dpcm del 2 marzo e non solo. I chiarimenti in una nota del Miur del 12 marzo.
Le scuole restano aperte anche in zona rossa, ma quando? Da oggi 15 marzo sono moltissime le regioni che sono entrate in zona rossa e quindi sono moltissime le scuole chiuse fin dagli asili nido.
Il Dpcm del 2 marzo infatti ha stabilito delle regole precise per la chiusura delle scuole in zona rossa.
Sono chiuse le scuole nelle regioni rosse quali Lazio, Lombardia, Campania, Molise, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto, la Provincia autonoma di Trento o per disposizione delle autorità regionali e locali.
Tuttavia le scuole anche in zona rossa restano aperte per gli alunni con bisogni ducativi speciali, tra cui quelli con disabilità, e non solo dopo la nota chiarificatrice del Miur dello scorso 12 marzo. Vediamolo nel dettaglio.
Scuole aperte in zona rossa: non solo per alunni BES
Le scuole sono aperte anche in zona rossa e non solo per gli studenti BES, con bisogni educativi speciali, tra cui quelli con disabilità.
A specificarlo è la nota protocollare n. 662 del 12 marzo 2021 del Miur per chiarire quanto disposto dal Dpcm del 2 marzo in vigore dal 6 marzo 2021.
Il Dpcm, come le precedenti disposizioni, stabilisce infatti la chiusura delle scuole in zona rossa, ma “resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso dei laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”. Le scuole sono aperte in zona rossa anche per l’utilizzo, laddove sia necessario, dei laboratori.
Le scuole tuttavia non sono aperte in zona rossa solo per gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali.
Il Dpcm stabilisce che la parte restante della classe, con l’alunno disabile in presenza, continui a svolgere l’attività con il collegamento a distanza. La nota del Miur tuttavia chiarisce che proprio per garantire l’inclusione di bambini e ragazzi con disabilità e bisogni educativi speciali, se ricorrono le condizioni, anche in zona rossa, le scuole “valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola”.
Dunque non solo per gli studenti BES, ma anche per i compagni di classe degli stessi la scuola può restare aperta con le lezioni in presenza anche in zona rossa.
Scuole aperte in zona rossa: condizioni per la presenza
Le scuole sono aperte in zona rossa per gli studenti con bisogni educativi speciali tuttavia ci sono delle condizioni per la presenza come specificato dalla nota del Miur.
Si legge nella nota pubblicata dsl dicastero di viale Trastevere infatti che:
“La condizione dell’alunno con bisogni educativi speciali non comporta come automatismo la necessità di una didattica in presenza, potendo talora essere del tutto compatibile con forme di didattica digitale integrata salvo diverse esplicite disposizioni contenute nei già adottati progetti inclusivi.”
Le scuole pertanto, secondo quanto disposto dal Miur, sono tenute a un’attenta valutazione dei singoli casi “contemperando le esigenze formative dell’alunno declinate nello specifico percorso educativo individualizzato o percorso didattico personalizzato - articolato sulla base della particolare condizione soggettiva dell’alunno/a - con le fondamentali misure di sicurezza richieste dal citato Dpcm a tutela del diritto alla salute.”
Dunque le scuole sono aperte in zona rossa per gli studenti BES al fine di garantirne la relazione educativa a garanzia dell’effettiva inclusione scolastica, anche con la partecipazione in presenza degli altri compagni di classe, ma con la possibilità tuttavia della scuola di valutare i singoli casi con l’eventuale ricorso alla didattica a distanza anche in maniera esclusiva.
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