Nella puntata di Mondo&Finanza del primo maggio scorso, Giancarlo Marcotti commenta le dichiarazioni pubblicate da Giuseppe Conte in un lungo e controverso post su Facebook.
Maggio 2020, un mese di particolare importanza per il nostro Paese, sia sul piano pratico, sia su quello simbolico.
Da un lato, è iniziato con la festa del lavoro, mentre da festeggiare non c’è molto, a causa della crisi in cui il Paese è piombato per via del coronavirus e dall’altro, da giorno 4, ha preso il via l’attesa Fase 2, prima speranza di ripresa sociale e produttiva dopo il lockdown.
Nella puntata di Mondo& Finanza del primo maggio, il format YouTube di Money.it, Giancarlo Marcotti ha commentato un intervento del Premier Conte, che ha condiviso su Facebook alcuni pensieri rivolti ai cittadini. Un messaggio di vicinanza e scuse che, però, agli occhi di molti italiani è apparso fuori luogo.
Le scuse di Conte: un gesto crudele secondo Marcotti
Riportiamo di seguito un passo del lungo post condiviso su Facebook dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo scorso primo maggio:
“Lo Stato, così come tutti i lavoratori, non ha mai trovato di fronte a sé una minaccia sanitaria ed economica come questa. Negli ultimi 50 giorni abbiamo dovuto mettere in campo uno sforzo economico pari a quello di intere manovre di bilancio realizzate nell’arco di 2 o 3 anni. Tanti hanno ricevuto un sostegno, altri lo riceveranno nei prossimi giorni. Abbiamo lavorato al massimo per far ripartire a pieno regime il motore dello Stato, perché questo poderoso sostegno pubblico si concretizzasse in pochi giorni: ci sono stati e ancora continuano alcuni ritardi nelle somme da erogare, come pure complicata si sta rivelando la partita dei finanziamenti. Chiedo scusa a nome del Governo, e vi assicuro che continueremo a pressare perché i pagamenti e i finanziamenti si completino al più presto. È ai dettagli un nuovo provvedimento con aiuti e misure per la ripartenza economica che saranno più pesanti, più rapidi, più diretti. Non farò finta di non sentire i vostri consigli, le vostre sollecitazioni, la vostra rabbia, la vostra angoscia. Non cadono nel vuoto, non sono parole al vento. Sono piuttosto il vento che spinge più forte l’azione del Governo. Credo sia l’unico modo per onorare questo giorno, questo 1 maggio.”
L’opinione di Marcotti è che Conte abbia tutt’altro che onorato questo primo maggio così particolare e delicato per il Paese. Addirittura, egli considera le promesse che il Premier ha rivolto ai cittadini quasi al limite della crudeltà, poiché in una situazione in cui si è costretti a sopravvivere senza alcun aiuto concreto, ascoltare una promessa dietro l’altra, senza che nessuna venga puntualmente onorata, non solo non serve, ma non aiuta. Ciò che gli italiani si aspettano e necessitano da parte del governo, è un’azione concreta.
Italiani stanchi di aspettare
Non stupisce, alla luce della situazione, che i cittadini inizino a innervosirsi, che i commercianti manifestino consegnando simbolicamente le chiavi dei loro negozi ai sindaci e che si temano rivolte sociali.
Marcotti, infatti, sostiene che il gesto degli esercenti che hanno consegnato le chiavi delle proprie attività sia a dir poco eclatante, eppure il Presidente del Consiglio nella sua audizione al Parlamento non ne ha fatto parola.
“Non è sufficiente abbozzare delle scuse su Facebook in occasione del primo maggio, la realtà cruda dei fatti è che Conte sta minimizzando eventi molto gravi: primo gli aiuti non sono ancora arrivati alla stragrande maggioranza, e secondo, quello che è arrivato a pochissimi fortunati è da considerarsi meno di briciole.”
Non è colpa delle banche
Alla lista delle dichiarazioni che il governo dovrebbe risparmiarci, Marcotti aggiunge anche l’annoso problema dei prestiti bancari.
Secondo quest’ultimo, è inconcepibile che si chieda a soggetti già in gravi difficoltà, come imprenditori, commercianti o artigiani, d’indebitarsi ulteriormente e non per investire, ma per pagare le tasse. Una situazione che Marcotti ha descritto come assurda e gravissima.
Egli ritiene che sia sbagliato far ricadere le colpe sulle banche, insistendo sul fatto che queste ultime debbano fare di più, poiché le responsabilità sono a carico del governo e dell’Europa. Lo spazio di manovra del nostro esecutivo è limitato, l’UE essere interpellata per ogni singola decisione, allungando così l’attuazione dei provvedimenti con burocrazia e lunghe attese per l’approvazione.
Le scuse non bastano
Alla luce di queste considerazioni, Marcotti ritiene che non siano ammissibili scuse generiche come quelle condivise dal Premier sulla sua pagina social. Tali dichiarazioni avrebbero senso se il governo avesse già messo a punto tutte le misure possibili per aiutare i cittadini e gli mancassero solo gli ultimi dettagli.
Ma la situazione attuale è l’esatto opposto, il governo ha messo a punto meno del minimo necessario, mentre continua a rimandare con un semplice post di scuse tutte le misure vitali per la sopravvivenza economica e sociale del Paese. Per questo Marcotti sostiene che le parole di Conte siano da considerarsi un gesto crudele. Quest’ultimo ha aggiunto:
“gli italiani hanno già capito che la situazione sta degenerando e il governo dovrebbe fare in modo di giungere a una soluzione valida prima che il degenero sia totale e irreparabile e i cittadini manifestino con forza tutta la loro insofferenza.”
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