Quante volte si versano i contributi in caso di doppio lavoro? Cosa deve fare il lavoratore dipendente che apre una Partita Iva? Facciamo chiarezza.
Svolgere un secondo lavoro è possibile, ma è bene capire cosa succede lato contributi. La domanda è: chi ha due lavori deve versare doppi contributi all’Inps oppure no?
La risposta è molto importante, in quanto da ciò possono dipendere i costi da sostenere per l’avvio della seconda attività. Si pensi, ad esempio, a chi è lavoratore dipendente e nel contempo vuole aprire la Partita Iva: un conto è doversi fare carico anche dell’iscrizione alla gestione previdenziale di competenza - come può essere la Gestione separata Inps - con i relativi versamenti contributivi, un altro è potersi risparmiare una tale spesa.
Non esiste tuttavia una risposta uguale per tutti: molto, infatti, dipende dalle gestioni previdenziali di riferimento, come pure dal tipo di attività che viene svolta e dal tempo che ci si riserva. In alcuni casi, infatti, il secondo lavoro richiede un doppio versamento di contributi, in altri invece è sufficiente l’iscrizione a una sola gestione previdenziale, quella di competenza per il lavoro come dipendente. Analizziamo caso per caso per capire quando i contributi vanno versati due volte.
Lavoro dipendente e avvio di un’attività da lavoro autonomo: i contributi si versano due volte?
Per capire se un lavoratore dipendente che decide di mettersi in proprio deve versare due volte i contributi bisogna come prima cosa approfondire il tipo dell’attività che si andrà a svolgere. Un conto, infatti, è il dipendente che andrà a esercitare attività di lavoro autonomo come libero professionista, un altro quello di chi decide di svolgere attività in proprio in forma d’impresa individuale.
E nel primo caso, ossia quello del lavoratore dipendente che nel contempo decide di svolgere attività da libero professionista, bisogna anche distinguere quelle categorie per le quali esiste una gestione previdenziale specifica - come può essere il caso degli avvocati, o anche dei commercialisti - da quelle che invece prevedono l’iscrizione alla Gestione separata Inps.
Versamento contributi lavoro dipendente
Prima di scendere nel dettaglio su ogni singola situazione vediamo come funziona il versamento dei contributi per il lavoro dipendente. Nel dettaglio, l’aliquota contributiva IVS per il rapporto di lavoro subordinato è pari al 33%, ma solamente una piccola quota è a carico del dipendente:
- 9,19% nel settore privato, mentre il restante 23,81% è a carico del datore di lavoro;
- 8,80% nel pubblico impiego, con il restante 24,20% a carico del datore di lavoro.
A questo va aggiunto lo sgravio dello 0,8% previsto dall’ultima Legge di Bilancio per il solo 2022, il quale va a tagliare la quota di contributi a carico dei lavoratori dipendenti con una retribuzione annua lorda non superiore a 35 mila euro.
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Ma in caso di avvio di un’attività come lavoratore autonomo i suddetti versamenti contributivi potrebbero non essere sufficienti, in quanto la normativa potrebbe richiedere una seconda iscrizione previdenziale e assicurativa con il relativo versamento dei contributi.
Lavoro dipendente e libero professionista
Partiamo da chi oltre a svolgere l’attività come lavoratore dipendente dà avvio a un’attività come libero professionista. Come detto sopra, vi è una netta differenza tra coloro che fanno parte di quelle categorie dove è prevista una gestione previdenziale specifica e chi invece - in assenza di questa - deve iscriversi alla Gestione separata Inps.
Nel primo caso, ossia qualora per l’attività professionale esercitata esista una cassa previdenziale di categoria, bisogna guardare al regolamento dell’ente.
Generalmente, comunque, le varie casse professionali richiedono un doppio versamento contributivo, anche se in forma ridotta. La percentuale da versare varia a seconda della cassa, ma solitamente la riduzione è pari a circa la metà della contribuzione integrale.
Lo stesso vale per il libero professionista senza cassa che deve iscriversi alla Gestione separata: è dovuta la doppia contribuzione, ma in forma ridotta. Nel dettaglio, mentre per la generalità dei lavoratori autonomi titolari di Partita Iva iscritti alla Gestione separata Inps l’aliquota contributiva è pari al 33%, per coloro che sono già pensionati o comunque sono assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie - come nel caso appunto del lavoratore dipendente - l’aliquota è ridotta al 24%.
Lavoro dipendente e secondo lavoro come autonomo in forma d’impresa individuale
Diverso il caso del lavoratore dipendente che sceglie di svolgere attività in proprio in forma d’impresa individuale, familiare o società. Si pensi, ad esempio, ai commercianti, come pure a un artigiano.
In tal caso non è dovuta l’iscrizione alla relativa gestione per lavoratori autonomi qualora l’attività come lavoratore subordinato risulti prevalente. Ad esempio, non vi sono problemi per i dipendenti che svolgono orario di lavoro full-time, mentre per i part-time potrebbero sorgere dei problemi in quanto effettivamente potrebbe essere l’attività come lavoratore autonomo a essere prevalente.
Va detto, comunque, che lo svolgimento dell’attività come dipendente con orario part-time non obbliga automaticamente all’iscrizione alla relativa gestione per lavoratori autonomi: è necessario un attento esame del caso concreto, valutando ad esempio qual è effettivamente il tempo dedicato alle due attività.
Maggiori chiarimenti a riguardo li ha forniti l’Inps nella circolare 78/2013, specificando in quali occasioni bastano i versamenti contributivi nel fondo previdenziale per lavoratori dipendenti, non richiedendo dunque l’iscrizione alla Gestione commercianti o artigiani.
Con il messaggio Inps 3359/2019 viene invece specificato quando è richiesta la doppia contribuzione per i dipendenti che nel contempo svolgono attività di lavoratori autonomi partecipanti a organi sociali.
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