Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri rivendica la scelta del governo, come emerso dai verbali desecretati del CTS, di chiudere tutta l’Italia nonostante gli esperti avessero consigliato un lockdown solo per le zone maggiormente colpite.
Senza dubbio è stato l’aspetto più interessante saltato fuori dai verbali del CTS, perlomeno quelli che sono stati resi disponibili, desecretati dal governo e messi online dalla Fondazione Einaudi dopo un lungo braccio di ferro che ha interessato anche il Tar del Lazio.
Lo scorso 7 marzo gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico hanno chiesto il lockdown soltanto per la Lombardia e le province più colpite in quel momento: Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Modena, Pesaro Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti.
Due giorni dopo invece il premier Giuseppe Conte nell’ormai celebre discorso alla nazione annunciava il lockdown totale, con tutta l’Italia che venne messa in quarantena nonostante il parere differente del CTS emerso soltanto adesso.
Fu una scelta quindi del governo quella di chiudere tutto il Paese, decisione che il viceministro alla Sanità Pierpaolo Sileri intervistato dall’Huffington Post rivendica in maniera energica a dispetto delle polemiche delle ultime ore.
“Il lockdown in Italia ha salvato 600.000 vite”
“Il lockdown totale ha salvato 600.00 vite in Italia secondo studi scientifici - ha spiegato il ministro - Ho sempre detto che prima si chiudeva meglio era, così come ritengo necessaria una riapertura controllata e monitorata. Poi, una chiusura precoce non significa una restrizione all’infinito ma, anzi: chiusura rapida e riapertura”.
La quarantena totale scattata il 10 marzo a seguito del DPCM firmato dal premier Conte la sera prima, è stata per Sileri la scelta migliore in quanto avrebbe salvato molte vite umane mettendo poi i presupposti per una ripartenza più rapida.
“Nei verbali c’è scritto che non ci sono queste grandi ragioni per prorogare lo stato di emergenza - è stato invece il commento di Giorgia Meloni - penso che fosse per questo che non volessero rendere pubblici i verbali del Comitato Tecnico Scientifico”.
La leader di Fratelli d’Italia però ha aggiunto anche che “noi avevamo proposto il lockdown almeno dieci giorni prima che il governo lo facesse, pensando che sarebbe stato più efficace”.
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