Il decreto Milleproroghe 2015 ha fatto slittare al 1° aprile l’applicazione delle sanzioni per le imprese non in regola con l’iscrizione al Sistri. Ma cosa rischiano le imprese?
E’ ormai entrato nel vivo della sua operatività il Sistri, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, che interessa le imprese.
Le imprese interessate, infatti, per essere adempienti e non andare incontro a sanzioni, dovranno obbligatoriamente provvedere all’iscrizione e al versamento del relativo contributo alla piattaforma digitale di controllo dei rifiuti.
Ma cosa rischiano le imprese che non regolarizzano la loro posizione?
Imprese interessate
Innanzitutto è bene capire quali siano le imprese interessate dall’obbligo di iscrizione al Sistri:
- produttori speciali di rifiuti pericolosi con più di 10 dipendenti
- produttori di rifiuti speciali pericolosi che effettuano attività di stoccaggio
- imprese di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani della Regione Campania
- produttori iniziali di rifiuti pericolosi da attività di pesca professionale e acquacultura con più di 10 dipendenti
Sono escluse invece le piccole aziende con meno d 10 dipendenti e quelle che, indipendentemente dal numero di personale, sono iscritte alla sezione speciale «imprese agricole» del Regitro delle imprese.
Multe salate
Il decreto Milleproroghe 2015 ha fatto slittare al 1° aprile il termine ultimo per l’applicazione delle sanzioni in caso di inadempimento, concedendo in questo modo alle imprese interessate un ulteriore lasso di tempo per adeguarsi alle nuove regole.
Le conseguenze del mancato adempimento degli obblighi delle imprese riguardanti il Sistri si traducono in ammende pesanti, che vanno dai 2.600 € ai 15.500 €, fino a toccare anche i 93.000 € in caso di rifiuti pericolosi.
E’ la multa economica, dunque, il deterrente utilizzato per convincere le imprese a rispettare i nuovi obblighi introdotti, essendo stati sospesi al momento gli altri tipi di sanzione.
Regime parallelo
Ma se lo scopo del Sistri è quello di permettere la completa tracciabilità dei rifiuti, soprattutto di quelli più pericolosi, attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali, tuttavia, per andare incontro alle difficoltà che le imprese hanno riscontrato nell’adeguamento alle nuove regole introdotte dal Sistri, per tutto il 2015 resterà in vigore un regime parallelo tra nuove e vecchie regole.
Ciò significa che, accanto ai nuovi obblighi di iscrizione e versamento della quota di associazione al Sistri, rimarranno in vigore le regole vecchie che prevedono la presentazione del Mud cartaceo (cioè del Modello unico di dichiarazione ambientale).
Come verranno tracciati i rifiuti?
La tracciabilità dei rifiuti, come visto, avverrà attraverso un sistema di tecnologie digitali.
Nello specifico il sistema prevede il montaggio di una «black box» (un transponder) sopra i mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti e di un software per autenticazione e firma elettronica su cui sono salvati i dati relativi ai rifiuti.
In questo modo sarà possibile tracciare i movimenti dei rifiuti, al fine di evitare fenomeni di smaltimento abusivo di rifiuti pericolosi.
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