Sonia Bracciale, chi è la donna che ha fatto uccidere il marito a sprangate: storia dell’omicidio

Isabella Policarpio

14 Giugno 2020 - 15:30

Nonostante si proclami innocente, Sonia Bracciale è in carcere per l’omicidio di Dino Reatti dalla quale era separata. Ad ucciderlo l’amico e l’amante della donna. Cosa è successo davvero.

Sonia Bracciale, chi è la donna che ha fatto uccidere il marito a sprangate: storia dell’omicidio

La vicenda che vede come protagonista Sonia Bracciale è una delle più violente della cronaca nera italiana. La donna, condannata in via definitiva a 21 anni di carcere, fu la mandante della morte dell’ex marito Dino Reatti: autori materiali del fatto un amico ed il suo amante a colpi di spranga.

Dietro l’organizzazione dell’omicidio lunghi anni di maltrattamenti subiti che la donna aveva provato a denunciare, senza alcun risultato. Sonia e Dino si erano separati da anni ma vivevano nella stessa casa a San Giovanni in Persiceto, nel bolognese, una convivenza forzata e piena di rancori.

Nonostante l’inesorabile giudizio della Corte d’Assise, Sonia Bracciale si proclama ancora innocente e si difende dicendo di aver sempre amato il marito.

Una storia controversa della quale molti punti sono ancora poco chiari.

Sonia Bracciale, come è avvenuto l’omicidio del marito Dino Reatti

Ripercorriamo la vicenda del sanguinoso omicidio. Il 7 giugno del 2012 Dino Reatti, artigiano tuttofare che viveva insieme alla moglie (nonostante la separazione) in provincia di Bologna, muore in Ospedale. Era stato raggiunto nella notte da due uomini che lo avevo colpito a sprangate senza motivazioni apparenti.

Dino, un uomo possente di 120 kg, aveva provato a difendersi ma senza successo.

I due aggressori sono Giuseppe Trombetta e Thomas Sanna, il primo amico di Sonia Bracciale e il secondo il suo amante.

Sonia Bracciale è la mente dell’omicidio

La situazione sembra essere chiara fin da subito: Sonia Bracciale, 45 anni, viene riconosciuta come mandante dell’omicidio del marito, mentre Giuseppe Trombetta e Thomas Sanna gli esecutori materiali del fatto.

Ad incastrare la donna sono state le parole dei due uomini, entrambi innamorati di lei: “andate a dargli una lezione” e ancora “il punto debole è la gamba”; insomma pare che l’intenzione iniziale non fosse quella di uccidere Dino Reatti ma soltanto di spingerlo a porre fine ai soprusi sulla moglie. “Covava rancore per il marito e voleva fargliela pagare, ci ha detto lei di dargli una lezione”

La situazione però è precipitata e sfociata nella morte dell’uomo.

Durissima la sentenza di condanna

La Corte d’Assise d’Appello di Bologna nel 2015 ha condannato la donna a scontare 21 anni di carcere per aver ordinato l’omicidio di Dino e al risarcimento di 140 mila euro nei confronti delle due ex cognate.

Condanna durissima anche per Thomas Sanna e Giuseppe Trombetta rispettivamente 16 e 14 anni di reclusione per aver eseguito di ordini di Sonia.

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