Sorpresa inflazione: record inatteso in Eurozona, rialzo tassi inevitabile?

Violetta Silvestri

07/01/2022

Inflazione della zona più alta del previsto nei dati preliminari di dicembre. I prezzi al consumo sono in aumento da mesi e il livello raggiunto, l’ennesimo record, potrebbe sorprendere anche la BCE.

Sorpresa inflazione: record inatteso in Eurozona, rialzo tassi inevitabile?

L’inflazione dell’Eurozona ha accelerato oltre i livelli già record, sfidando le certezze dei funzionari BCE che insistono sul fatto che l’attuale picco è temporaneo.

Dopo i dati preliminari della Germania, che già ieri avevano dato il segno di un’impennata inflazionistica lontana dall’indebolirsi in modo duraturo, i dati flash di tutta la regione a moneta unica hanno confermato il trend.

I prezzi al consumo in Eurozona sono ancora elevati e in decisa crescita: come ne risponderà la BCE?

Inflazione al 5% annuo in Eurozona: è nuovo massimo

I prezzi al consumo nell’area euro sono aumentati del 5% rispetto a un anno prima a dicembre, più velocemente del guadagno del 4,9% del mese precedente e più della stima media del 4,8% in un sondaggio di Bloomberg.

L’indice senza i componenti volatili come alimenti ed energia è arrivato al 2,6%, in linea con la lettura di novembre.

La fiducia economica nell’area dell’euro, nel frattempo, è scivolata più di quanto previsto dagli analisti a causa dell’emergere della variante Omicron che sta gettando nel caos il vecchio continente.

I dati preliminari sull’inflazione, inattesi a questo livello, aumentano la pressione sulla BCE dopo che le interruzioni della catena di approvvigionamento e l’aumento dei costi energetici hanno portato la crescita dei prezzi al livello più veloce da quando è stata creata la valuta comune.

Nel dettaglio, è di nuovo il costo energetico a dare la spinta maggiore al rincaro dei prezzi, come emerge da questo grafico Bloomberg su dati Eurostat:

Inflazione preliminare Eurozona dicembre Inflazione preliminare Eurozona dicembre

I prezzi del gas naturale rimangono un problema, dopo che la Russia ha frenato le consegne all’Europa occidentale, gli stoccaggi si sono riscontrati deficitari e la domanda del carburante in aumento anche dal Sud-Est asiatico pressa un’offerta già traballante.

Tutto questo minaccia di danneggiare i consumatori e costringere le aziende energivore a ridurre la produzione.

Anche Omicron sta confondendo le prospettive, con gli analisti non chiari se probabili restrizioni alimenteranno l’inflazione o avranno l’effetto opposto di frenare la ripresa economica.

BCE a un bivio?

Dinanzi a questi nuovi dati, tutti gli sguardi sono rivolti alla BCE.

La banca centrale ha dichiarato il mese scorso che taglierà i suoi acquisti mensili di attività, ma ha promesso di continuare il suo livello di stimolo ancora nel 2022.

Il mese scorso la presidente Christine Lagarde ha affermato che è probabile che l’inflazione rimanga elevata nel breve termine prima di rallentare nel 2022 per attestarsi al di sotto dell’obiettivo del 2%. Ha detto che un rialzo dei tassi non sarebbe la risposta corretta all’attuale fase di crescita dei prezzi, in parte perché i suoi effetti si sarebbero sentiti solo in seguito, con le pressioni già allentate.

Ciò non ha impedito ai mercati monetari di scommettere su un aumento dei tassi entro la fine dell’anno. Il membro del Consiglio direttivo Martins Kazaks, per esempio, ha dichiarato questa settimana in un’intervista che i responsabili politici agiranno se le prospettive per i prezzi dovessero aumentare.

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