Sovranità tecnologica: cos’è e perché è importante?

Pierandrea Ferrari

30 Marzo 2021 - 13:51

Che cos’è la sovranità tecnologica? E perché questo traguardo è considerato cruciale per l’Italia e l’Unione europea? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Sovranità tecnologica: cos’è e perché è importante?

La sovranità tecnologica e digitale è oggi al centro del dibattito pubblico e la sua articolazione sembra destinata a giocare un ruolo cruciale per l’indipendenza economica e l’autonomia strategica dell’Italia e dell’Unione europea. Ma cosa si intende, esattamente, quando si fa riferimento a questa nuova forma di sovranità?

La questione è stata dibattuta oggi, martedì 30 marzo, durante il digital event organizzato dal Centro Economia Digitale (CED), “Sovranità tecnologica – Elementi per una strategia italiana ed europea”, con la presenza del presidente Rosario Cerra, del direttore ricerche Francesco Crespi e del membro del comitato scientifico Paolo Boccardelli.

Sovranità tecnologica: cos’è?

Con il termine sovranità tecnologica o digitale, come chiarito dal position paper presentato oggi dal CED, si intende l’abilità di generare conoscenza tecnologica e scientifica autonomamente o di utilizzare capacità tecnologiche sviluppate altrove attraverso l’attivazione di partnership ritenute affidabili.

Un concetto che rileva dunque la necessità, per un singolo paese o una federazione di Stati come l’Unione europea, di sviluppare una propria autonomia o almeno una dipendenza strutturale contenuta in termini di tecnologie fondamentali.

Questa forma di sovranità rappresenta ormai un driver cruciale per l’indipendenza economica e l’autonomia strategica. Ma questa indipendenza, nel mondo globalizzato e interconnesso di oggi, non si intende in termini assoluti: piuttosto, la sovranità tecnologica che i paesi e le entità sovranazionali cercano di conseguire deve attestarsi su livelli ottimali, contemperando efficienza e indipendenza.

Sovranità tecnologica nell’UE e in Italia: a che punto siamo?

Sul fronte UE e Italia la questione della sovranità tecnologica è stata rilanciata soprattutto durante la stagione pandemica, con la crisi sanitaria ed economica che ha contribuito ad evidenziare l’importanza che le infrastrutture tecnologiche e digitali ricoprono oggi nel processo di rafforzamento delle capacità decisionali e di azione, ovvero dell’autonomia strategica.

La fotografia odierna vede l’UE schiacciata tra due giganti dell’innovazione e della sperimentazione come Cina e Stati Uniti, con le tensioni che intercorrono tra i due player che esercitano un peso sul quadro geopolitico. Osserva Cerra, presidente del CED:

«Queste tensioni non sono relative all’ambito commerciale, dove Cina e Stati Uniti continuano a trarre vantaggi l’una dall’altra, ma piuttosto alla competizione tecnologica, ovvero della ricerca di una leadership che comprende non solo la configurazione delle catene globali del valore, ma anche questioni geostrategiche».

Tornando in tema UE, la debolezza continentale si rileva soprattutto nel settore del 5G, dell’hedge computing e della cura e della prevenzione del virus, mentre l’Italia accumula un doppio gap collocandosi nei ranghi più bassi tra le principali economie del continente. Insomma, sia a livello europeo che italiano si avverte la necessità di un cambio di passo, in linea con l’approccio dettato già nel 2019 dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha posto la sovranità tecnologica tra le massime priorità europee per i prossimi cinque anni.

Le strategie per una sovranità tecnologica europea e italiana

In tal senso, il CED ha tracciato con il suo position paper degli indirizzi di policy sui quali l’UE e l’Italia dovrebbero orientare le azioni necessarie a raggiungere un livello ottimale di sovranità tecnologica. Cinque i pilastri della strategia presentata dal presidente Rosario Cerra:

  • Rafforzamento del sistema della ricerca e dell’innovazione italiano ed europeo: in primis, dunque, il focus cade sulla ricerca e sull’innovazione, settori in cui l’UE e l’Italia non devono puntare alla leadership. Piuttosto, il goal fissato dal CED è la costruzione di un sistema in grado di generare conoscenze di frontiera nelle aree strategiche, con l’acquisizione delle conoscenze sviluppate altrove e la realizzazione di partnership affidabili.
  • Sviluppo di uno spazio europeo tecnologicamente avanzato e sicuro: per raggiungere la sovranità tecnologica, poi, l’UE e l’Italia devono costruire un sistema in grado di assicurare ai cittadini e alle imprese le conoscenze tecnologiche, il controllo dei dati prodotti e una legislazione in materia digitale. Nello specifico, l’Italia dovrà definire una strategia specifica volta a rafforzare i settori strategici nel quadro della trasformazione digitale, ridurre la dipendenza dai paesi esteri e esercitare un ruolo attivo nel mercato digitale europeo.
  • Rilancio del sistema produttivo italiano ed europeo: fondamentali sono anche le politiche volte a rilanciare la produzione in Italia e nell’UE. Due quelle che potrebbero rivestire un ruolo cruciale nel futuro dell’economia italiana: il rafforzamento delle iniziative a supporto delle Strategic Value Chains con piani di sviluppo mirati e l’elaborazione di una piattaforma industriale europea in cui l’Italia può, e deve, giocare un ruolo propulsivo.
  • Rafforzamento della cooperazione tecnologica: l’accento deve essere posto anche sulla divisione del lavoro a livello internazionale, realizzabile con una cooperazione di ricerca a lungo termine. Una ricerca multilaterale da condurre con partner che condividono un sistema valoriale comune e che possono vantare competenze tecnologiche complementari nelle tecnologie fondamentali.
  • Consolidamento della leadership europea nella regolamentazione: per ultimo, la questione cruciale della governance delle tecnologie, con l’UE che dovrebbe cogliere l’occasione di esercitare la propria influenza in campo regolatorio in modo da definire il framework internazionale in ambito digitale. In tal senso, il CED suggerisce l’istituzione di nuovi forum decisionali e organizzazioni, come un Comitato sull’autonomia strategica all’interno della Commissione europea e una task force UE su industrie e tecnologie strategiche.

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