Specializzazione medicina 2020: nuovo rinvio per l’assegnazione delle borse. Cosa succede?

Riccardo Lozzi

4 Dicembre 2020 - 11:45

Ennesimo rinvio per il concorso di specializzazione di medicina 2020. I medici sono in rivolta e si preparano a un sit-in davanti al MIUR. Le scuse del ministro Manfredi.

Specializzazione medicina 2020: nuovo rinvio per l’assegnazione delle borse. Cosa succede?

Nuovo rinvio per il concorso di specializzazione medicina 2020. Dopo il caos avvenuto a ottobre per cui a causa di diversi ricorsi erano saltate le graduatorie, questa volta sono state bloccate le assegnazioni che dovevano essere comunicate nella giornata di ieri 3 dicembre.

Al suo posto sul sito del MUR è apparso un comunicato che informava i candidati come, a causa dei ricorsi sul quesito n° 87 del test, l’assegnazione delle scuole specialistiche e relative sedi verrà ufficializzata in seguito alla “decisione cautelare collegiale” prevista il prossimo 15 dicembre.

In tale data, quindi, non verranno comunicate le aggiudicazioni definitive ma verrà diffuso pubblicamente il nuovo cronoprogramma per le prossime fasi della procedura concorsuale.

Specializzazione medicina 2020: nuovo rinvio per l’assegnazione delle borse

Tuttavia, nonostante l’ennesimo ritardo per l’edizione di quest’anno, resta al momento confermata la presa di servizio il 30 dicembre.

Se non venisse rinviata, essa comporterà tempi strettissimi riguardo l’organizzazione per le oltre 14 mila persone vincitrici della borsa su 26 mila partecipanti totali alla prova dello scorso 22 settembre.

Proprio gli specialisti di domani, di cui in questo difficile periodo abbiamo capito più che mai l’importanza, stanno cercando di far sentire la propria voce sul web e sui social per denunciare la difficile situazione che si stanno trovando ad affrontare.

Vengono denunciate in particolare la disorganizzazione da parte del ministero dell’Università e della ricerca, insieme a una mancanza di comunicazione chiara e di rassicurazioni sulle tempistiche per la presa di servizio.

Medici in rivolta contro il MUR

Poiché si tratta di un concorso nazionale, infatti, in base al punteggio ottenuto e alla disponibilità delle sedi, esiste la possibilità per molti di essi di doversi trasferire da una parte all’altra dell’Italia con pochi giorni di preavviso.

Non solo. In molti lamentano la difficoltà anche di organizzare la propria attività lavorativa senza tempi certi.

Ad esempio, alcuni di questi sono attualmente a servizio nelle ASL per la lotta al Covid-19, venendo impiegati nelle USCA per le prestazioni di cura a domicilio dei positivi al virus.

Le richieste degli specializzandi

Per questi motivi vengono richieste, da parte delle associazioni di categoria, delle comunicazioni il più possibile precise su quando verranno rilasciate le assegnazioni da parte del MUR.

A queste dovranno seguire inoltre gli scaglioni straordinari di assegnazione, ovvero i cosiddetti ripescaggi.

Gli stessi gruppi chiedono anche la deroga per la presa di servizio successiva al 30 dicembre, così da potersi preparare sia per la pianificazione degli spostamenti sul territorio nazionale che per il preavviso da dover dare agli ospedali e cliniche in cui sono attualmente impegnati.

Manfredi: “Il ritardo non impatterà sul percorso formativo”

Il ministro Gaetano Manfredi ha pubblicato sul proprio account Facebook un video in cui si rivolge agli specializzandi scusandosi e spiegando i motivi che hanno portato al rinvio, per poi tranquillizzarli sul fatto che “il ritardo non impatterà sul vostro percorso formativo”.

Manfredi fa riferimento ai ricorsi arrivati in seguito all’annullamento del quesito n° 87, a causa della difficoltà di interpretazione e dell’impossibilità di avere una risposta certa anche da parte della stessa commissione.

Il reclamo, si spiega nel video, è passato dal TAR per poi arrivare al Consiglio di Stato, il quale, nonostante si sia espresso in via cautelare, ha specificato che per la pubblicazione della graduatoria definitiva è necessario attendere la sentenza collegiale del 15 dicembre.

Le parole del titolare dell’Università e della ricerca del Governo Conte non sembrano però aver soddisfatto i medici coinvolti, i quali sono intenzionati nei prossimi giorni a organizzare un sit-in davanti la sede di viale Trastevere.

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