Altro che tasse sui prelievi e sul contante: sarà la connessione 5G una delle leve strategiche verso l’addio ai pagamenti in denaro liquido. Tutti i modi in cui la rete di nuova generazione impatterà sul mondo banking.
Nella rivoluzione (tecno)finanziaria in atto c’è uno strumento che si prepara ad agitare ulteriormente le acque. Si tratta del 5G, la rete di nuova generazione che, grazie alla sua ultra-velocità, alla latenza bassissima e alla interconnessione di oggetti e device, aiuterà aziende fintech e istituzioni finanziarie a rinnovare l’offerta dei servizi, a fidelizzare i clienti e acquisirne di nuovi.
Mentre in Italia gli sforzi della politica vanno nella direzione dell’addio al contante da un lato per contrastare l’evasione e dall’altro per incentivare l’innovazione, il 5G si presenta come una delle chiavi di volta per la maggiore diffusione dei mobile payment nonché per una gestione ancor più efficiente e sicura delle transazioni online.
Per capire meglio quali scenari apre l’introduzione del 5G per banche e clienti e cosa cambierà nei prossimi anni, abbiamo parlato con Luca Gasparini, Chief Business Officer del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea.
L’istituto è molto vicino al tessuto economico italiano, si dedica alle piccole e medie imprese, ma ha anche una vocazione internazionale e all’innovazione. Tra le altre cose, ad esempio, Banca Iccrea ha messo a disposizione dei suoi clienti il servizio PayWayMail di MyBank, una soluzione di pagamento online tramite link che semplifica e garantisce i pagamenti in ambito e-commerce e verso la Pubblica Amministrazione.
Gasparini sarà uno dei protagonisti di Forum Banca 2019, dove terrà un incontro incentrato su come le banche possono sfruttare la digitalizzazione.
Quale sarà l’impatto del 5G sul settore banking, dal punto di vista delle banche e da quello degli utenti?
“La società digitale è una realtà, un percorso inarrestabile: basti guardare ai cambiamenti che i big data, l’intelligenza artificiale e la robotica stanno portando sul modo di lavorare, sulle professionalità e sul livello dei servizi e prodotti offerti.
In questo contesto il 5G è sicuramente una delle più importanti rivoluzioni tecnologiche dei prossimi anni, un rinnovato tessuto nervoso per l’Italia, 100 volte più performante rispetto al 4G. Una rivoluzione che permetterà di collegare ad altissima velocità ogni cosa. Le smart city per esempio potranno beneficiare di un sistema integrato in cui traffico urbano, ospedali, ambulanze, settore energetico ecc. dialogheranno tra loro per migliorare servizi, sicurezza e la qualità della nostra vita.
Il tema è strategico per l’intero paese, non a caso è stato materia di discussione del primo incontro a Palazzo Chigi tenuto dal neo governo Conte (Bis). Certo questi cambiamenti impongono importanti sfide, la capacità di saper cogliere le opportunità ma soprattutto una seria riflessione sulle competenze digitali. È evidente come tutti dovranno saper dialogare con la tecnologia, e la sfida si fa ancor più cruciale per l’Italia, quartultima fra i paesi dell’Unione Europea per livello di competenze digitali.
La trasformazione digitale non è solo una questione tecnologica, e questo vale per il Sistema Paese, per un’impresa e ovviamente anche per un Gruppo Bancario. Oggi il banking è un’esperienza che gli utenti desiderano soddisfare quando e dove vogliono, e i vantaggi delle reti 5G andranno a beneficio di tutti i consumatori e avvantaggeranno le banche nel rafforzare la relazione con i propri clienti.
Ovviamente si tratta di capire bene cosa impatterà realmente sui clienti e cosa rimarrà semplicemente un hype. Ad ogni modo non c’è fretta: adesso è bene comprendere cosa aggiunge valore piuttosto che correre dietro a tutte le suggestioni.
Certo la tecnologia va ben interpretata, non ci scordiamo che è stato anche grazie al 4G se Uber e Lyft hanno rivoluzionato l’industria dei trasporti, e Airbnb sta rivoluzionando quella del turismo.
Sarà molto interessante collaborare con le fintech nella ricerca continua di nuove soluzioni e stare attenti a non essere tagliati fuori dal processo di unbundling dei servizi bancari che negli ultimi anni si è andato consolidando e che il 5G non farà che accelerare”.
Quali saranno i servizi più innovativi e utili che verranno abilitati dalla rete di nuova generazione?
“Difficile oggi prevedere gli sviluppi di questa tecnologia, ma ritengo che i servizi più interessanti e promettenti abilitati dal 5G riguardino Sicurezza, Digital Payments e Assistenza.
Il 5G aiuterà le banche ad integrare i canali fisici con quelli digitali abilitando una rinnovata omnicanalità. Se un cliente è connesso a un’app, un gestore potrebbe aiutarlo con un problema complesso utilizzando la realtà virtuale. Un consulente finanziario potrebbe guidarlo attraverso complesse proposte finanziarie, sfruttando dashboard e video oggi impensabili con il 4G.
E ancora, si potranno sfruttare al massimo le opportunità offerte dal mondo cloud. I clienti, in futuro, non effettueranno più il download di applicazioni e di tutti gli aggiornamenti. Tutto sarà sempre disponibile on-demand, immediatamente, con attese di pochi millisecondi e senza frizioni che rallentano le operazioni.
Anche i Digital Payments beneficeranno del forte incremento della velocità di navigazione, la direzione sarà quella di esperienze di transazioni sempre più fluide e senza alcuna interruzione; specie per tutti i pagamenti via mobile.
Transazioni non solo più veloci, ma anche più sicure: attraverso il 5G sarà possibile processare una mole di dati enorme e ciò migliora la prevenzione proattiva delle frodi. Si pensi all’Instant Payment che dà alla banca solo 10 secondi per i controlli necessari.
A beneficiare della velocità del 5G saranno anche gli ATM, che potranno essere installati ovunque, in quanto non sarà più necessaria la linea telefonica dedicata.
La realtà virtuale è un ambito rilevante di sviluppo. Mediante l’ausilio di visori VR come i Google Glass si può ricevere assistenza in mobilità da un operatore, e vivere un’esperienza immersiva, coinvolgente e totalmente ridisegnata su misura.
L’In-Things Purchase, ovvero gli acquisti effettuati direttamente nel corso dell’interazione con un oggetto, si candida come un settore in grande sviluppo. Basti pensare che entro il 2020 i dispositivi interconnessi stimati saranno quasi 50 miliardi. La gestione sincronizzata di questo enorme numero di device potrà essere assicurata solo in seguito al diffondersi strutturato di connessioni di nuova generazione.
Altro comparto che sicuramente beneficerà di una connessione potenziata sarà quello delle assicurazioni. Un esempio fra tutti: le Instant Insurance, basate sulla possibilità di attivare polizze in pochi secondi, per un periodo limitato e con tariffe dinamiche, in base all’utilizzo e alla valutazione di elevate quantità di informazioni
Molti dei servizi elencati sono già attualmente disponibili o in corso di sperimentazione, e l’arrivo del 5G sarà la chiave di volta che permetterà alle banche di sfruttarne al massimo il potenziale”.
Quando il 5G sarà realtà e scopriremo una totale integrazione tra smartphone, pc, orologio, auto e casa connesse diremo ufficialmente addio al contante per abbracciare i pagamenti digitali?
“Da un lato, i pagamenti digitali in Italia sono in costante aumento, e questo è un buon segnale nella prospettiva e auspicio di una società cashless. Nel 2018 i pagamenti veicolati con strumenti alternativi al contante ammontano a 240 miliardi di euro (+ 9% rispetto al 2017). Ciò in coerenza anche con un percorso che l’Unione Europa ha intrapreso negli anni, partendo con l’Area unica dei pagamenti (SEPA), e che vede un importante traguardo con l’attivazione del servizio di Instant Payments. Tuttavia, il nostro Paese è il terzultimo in Europa per l’utilizzo di pagamenti digitali. L’86% dei pagamenti avviene ancora in contante, contro una media del 74% dell’Eurozona e il 45% dei Paesi Bassi.
Il 5G è sicuramente un elemento che abilita, potenzia e facilita pagamenti alternativi al cash, completamente frictionless e automatizzati, sempre semplici ed impercettibili (i cosiddetti “Invisible Payments”) Ecco perché il 5G nei prossimi anni sarà una delle leve strategiche utili alla diminuzione dell’utilizzo del contante”.
Quali saranno le nuove figure più richieste dal settore bancario da qui al 2021?
“Questo è uno dei punti cruciali, se non il punto cruciale. Per intraprendere e vincere le importanti sfide tecnologiche che si presentano è indispensabile mettere in campo le giuste competenze.
Attualmente risultano fondamentali i contributi di figure professionali legate al Digital Service Design, Intelligenza Artificiale e Big Data e Analytics.
Spingendosi verso un orizzonte temporale di qualche anno, iniziano ad assumere un’importanza rilevante figure come ad esempio designer di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, Designer di Interfacce Conversazionali e sviluppatori di algoritmi complessi.
Ma avere figure professionali inedite e specializzate non basta. È indispensabile far interagire costantemente unità organizzative e team diversi, che normalmente lavorano in compartimenti stagni. Risulta inoltre fondamentale l’attivazione di hub di innovazione e spazi dedicati alle sperimentazioni, luoghi ideali per comprendere ed anticipare i bisogni dei clienti e progettare nuove soluzioni e servizi”.
In che modo il 5G potrebbe rappresentare una soluzione per disinnescare i rischi della PSD2?
“Francamente ritengo che il 5G amplifichi i rischi della PSD2. Le banche dovranno sostenere investimenti ingenti e un ritmo dell’innovazione mai conosciuto prima. Inoltre, siamo continuamente spinti verso livelli di servizio altissimi, real time, 24h al giorno.
Proprio grazie al 5G e all’interconnessione, i confini del banking sfumano e i clienti potranno soddisfare la propria dieta finanziaria presso altri soggetti che fino a ieri competevano su altri settori (pensate solo alle licenze bancarie ottenute in Europa dalle GAFA).
I nuovi player (terze parti) mediante una forte specializzazione riusciranno a fornire servizi inediti, utili però, a soddisfare un ristretto range di bisogni del cliente.
Le banche se non vogliono perdere importanti quote di mercato devono utilizzare a proprio favore le potenzialità della PSD2, definire un rinnovato business model e ridisegnare il modo di interagire con la propria clientela”.
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