L’autorità sudafricana per la regolamentazione dei prodotti sanitari non ha approvato il vaccino russo Sputnik V perché potrebbe aumentare il rischio di contrarre l’HIV negli uomini.
L’autorità sudafricana per la regolamentazione dei prodotti sanitari (SAHPRA) ha deciso di non approvare per l’uso di emergenza il vaccino russo Sputnik V COVID-19 esprimendo delle preoccupazioni sulla sua sicurezza per le persone a rischio di HIV.
La decisione è stata presa nel corso della giornata di lunedì 18 ottobre tenendo in considerazione l’alta diffusione del virus dell’HIV nel Paese. I risultati di alcuni studi infatti hanno suggerito che la somministrazione dei vaccini che utilizzano un vettore Adenovirus tipo 5 (Ad5) - proprio come Sputnik V - può causare una maggiore suscettibilità all’HIV negli uomini.
Il Sudafrica non autorizza Sputnik V: aumenta il rischio di HIV
L’agenzia regolatoria del Sudafrica ha deciso di non approvare il vaccino russo Sputnik V dato che i vaccini vettoriali virali come lo Sputnik V utilizzano dei virus modificati per comunicare all’organismo le informazioni genetiche che aiutano a produrre gli anticorpi contro le possibili infezioni future.
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SAHPRA aveva chiesto dei dati che potessero dimostrare la sicurezza del vaccino Sputnik V anche in ambienti con alta prevalenza di HIV, tuttavia da Mosca non sono arrivate le rassicurazioni ricercate da Johannesburg, nella dichiarazione infatti si può leggere:
“In seguito alla consultazione con esperti scientifici locali e internazionali e dopo aver considerato tutti i dati disponibili, Sahpra ha deciso che la domanda di Sezione 21 per Sputnik V di Lamar International Pty (Ltd) non può essere approvata in questo momento. SAHPRA è preoccupato che l’uso del vaccino Sputnik V in Sud Africa, un contesto di alta prevalenza e incidenza dell’HIV, possa aumentare il rischio che i maschi vaccinati contraggono l’HIV”.
Al momento il Sudafrica può contare sul vaccino di Pfizer e sul monodose di Johnson & Johnson. Nel Paese sono state somministrate circa 20 milioni di dosi e circa 14 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del farmaco, pari al 35% della popolazione adulta.
I dubbi sul vaccino russo
L’Istituto Gamaleya, che ha sviluppato lo Sputnik V, ha precisato che “le preoccupazioni sulla sicurezza dei vaccini con vettore Ad5 in popolazioni a rischio di infezione da HIV sono completamente infondate”, aggiungendo che SAHPRA avrebbe ottenuto tutte le informazioni necessarie. L’istituto russo ha sottolineato inoltre come più di 250 studi clinici e 75 pubblicazioni internazionali confermino la sicurezza dei vaccini e delle medicine basate su vettori adenovirus umani.
Questo farmaco è stato il primo vaccino contro il Covid a essere registrato nel corso del mese di agosto 2020 ancora prima che venissero pubblicati i dati. Tuttavia, anche una volta resi pubblici i risultati dello studio, è stato difficile valutarli poiché i ricercatori non hanno rilasciato il protocollo o i dati di laboratorio per il vaccino. Al momento diversi esperti continuano ad avere dei dubbi sulla reale efficacia di questo vaccino, stimata al 92%.
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