Citi lancia l’allarme sui mercati finanziari: il disaccoppiamento crescente tra l’azionario e l’economia reale, insieme alle stime sull’inflazione, può smorzare l’euforia generata dall’elezione di Joe Biden.
Una turbolenza finanziaria potrebbe travolgere i mercati nelle prossime settimane. A dirlo, nel suo ultimo report, è stata Citi, la multinazionale statunitense con base a New York.
Un allarme che di fatto spezza l’euforia generata dall’Election Day dello scorso novembre, con i maggiori indici della Borsa USA in territorio positivo negli ultimi due mesi e mezzo. Non solo: l’incoronazione di Joe Biden tenutasi ieri – mercoledì 20 gennaio – a Capitol Hill aveva portato l’S&P 500, indice di Standard&Poor’s, in rialzo dell’1,39%, come mai avvenuto in occasione degli Inauguration Day degli ultimi trentasei anni.
Evoluzioni, queste, sintomatiche di una febbre rialzista ben più ampia, che da poco meno di un anno sta spingendo l’azionario USA a livelli record. Eppure, Citi non è di certo il primo istituto finanziario che vede nubi grigie addensarsi sopra il cielo di Wall Street: come già evidenziato da un recente survey di Deutsche Bank, i rischi che minacciano il rally dei mercati statunitensi riguardano la possibile esplosione di una bolla speculativa e il tasso di crescita dell’inflazione negli Stati Uniti.
Citi pessimista sul rally dei mercati
C’è un vecchio refrain che sta tornando di moda a Wall Street: “buy the dip” (letteralmente, compra la debolezza). Su questa linea Citi: il disaccoppiamento tra i mercati e l’economia statunitense, favorito dal supporto della Federal Reserve all’azionario USA negli ultimi dieci mesi, è ormai oltre la soglia di guardia, ed impedisce di scongiurare l’arrivo di prorompenti turbolenze finanziarie nel breve termine.
Le valutazioni dei titoli azionari – spiegano gli analisti di Citi – sono pericolosamente fuori asse rispetto ai fondamentali economici degli Stati Uniti, come il Pil, seppure visto al rialzo di oltre il 6% nel 2021 da Goldman Sachs.
Inoltre, la multinazionale statunitense prevede un progressivo smarcamento della Federal Reserve sul fronte dell’acquisto delle obbligazioni: un cambio di rotta, questo, che finirebbe per smorzare l’appetito degli investitori sul mercato finanziario e produrre un graduale ritorno verso i bond, abbandonati in piena pandemia sull’onda del Qe della Fed.
Preoccupa anche l’aumento dell’inflazione
C’è poi un altro fattore che da tempo turba il sonno degli investitori: l’inflazione. O meglio, le previsioni di alcuni istituti finanziari che la vedono in rialzo nel corso del 2021. Parte degli «up and down» della Borsa negli ultimi giorni, del resto, sono da ascrivere proprio alle perduranti incertezze sul fronte dei trend inflazionistici.
Il dito, come noto, è puntato sul piano di salvataggio dell’economia statunitense presentato alla stampa da Joe Biden la scorsa settimana: un’iniezione di liquidità monstre – 1.900 miliardi di dollari – tesa a defibrillare i fondamentali USA, ma che – al contempo – rischia di incrementare il tasso di inflazione e spuntare così le armi sin qui usate dalla Fed per rinfrancare i mercati.
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