Dopo l’addio dei 6 club inglesi e dell’Inter potrebbe essersi già concluso il progetto della Superlega europea. Chi sono i vincitori e gli sconfitti in questa vicenda.
Sembra ormai naufragato il progetto della Superlega promosso dalle 12 squadre europee con l’obiettivo di sfilarsi da Champions e Europa League, così da poter gestire autonomamente le risorse economiche derivanti dai vari tipi di introiti e riuscire a far fronte all’enorme volume di debiti accumulato anche a causa della crisi pandemica da Covid-19.
I primi ad annunciare il ritiro dalla Superlega sono stati i 6 club inglesi coinvolti: Manchester City, Manchester United, Arsenal, Liverpool, Tottenham e Chelsea. Una decisione arrivata a causa delle pressioni subite innanzitutto dai tifosi, ma anche dagli allenatori e giocatori delle stesse società coinvolte, oltre a un impegno diretto da parte del Governo di Boris Johnson.
Dopo i primi comunicati arrivati dalle squadre del campionato più ricco del mondo, anche l’Inter ha fatto sapere di “non essere più interessata”, e alcune indiscrezioni rivelano come Atletico Madrid e Barcellona stiano in procinto di abbandonare l’affare.
Nonostante le diverse defezioni il progetto non è però ancora stato cancellato, come viene rivelato dalla nota ufficiale pubblicata dall’organizzazione, nella quale viene scritto come “La European Super League è convinta che l’attuale status quo del calcio europeo necessita di un cambiamento”. Ma la nuova formula sembrerebbe a questo punto riguardare solamente Real Madrid, Juventus e, forse, il Milan.
Superlega addio: Andrea Agnelli e Florentino Perez i grandi sconfitti?
Florentino Perez e Andrea Agnelli, i due che più di tutti hanno puntato sulla creazione della Superlega, appaiono come i grandi sconfitti di tutta la vicenda, con alcune voci che mettono in discussione addirittura la posizione del secondo alla guida della Juventus.
Lo stesso Agnelli, inoltre, aveva rilasciato un’intervista a Repubblica poche ore prima della riunione decisiva con i soci fondatori, confermando la sua sicurezza nel raggiungimento dell’obiettivo con queste parole: “C’è un patto di sangue tra questi club, la Superlega ha il cento per cento di possibilità di successo”, salvo poi ammettere a Reuters “non si può più proseguire senza le inglesi”.
Nonostante tale certezza nella notte si sia sbriciolata, la società bianconera non sembra intenzionata a fare alcun passo indietro, rimanendo convinta della riuscita della proposta, così come il Real Madrid.
Ceferin e Boris Johnson tra i vincitori
Chi si è posizionato dalla parte dei vincitori è invece il presidente della UEFA Aleksander Ceferin, il quale, dopo le minacce di esclusione dai tornei nazionali e internazionali per i giocatori e le squadre che avessero aderito, ha promesso adesso di mettere in campo una ricostruzione dell’unità del calcio europeo con la nuova Champions League, anche insieme a chi aveva partecipato inizialmente alla Superlega.
Ma a chi viene riconosciuto un ruolo fondamentale è certamente Boris Johnson, forse il vero protagonista di questa storia.
Il primo ministro inglese aveva da subito utilizzato parole dure nei confronti dei club scissionisti, promettendo “una bomba legislativa” che avrebbe fatto affondare la Superlega, non autorizzando ad esempio il visto lavorativo ai calciatori tesserati e smantellando il servizio d’ordine degli stadi.
Una tempestività da parte di Johnson che ha però scatenato più di una polemica in patria, con diversi cittadini che lo accusano di essere intervenuto rapidamente per cause di propaganda elettorale, mentre la stessa reazione immediata non si era registrata all’inizio dello scoppio della pandemia da coronavirus.
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