Nel complesso i 12 club fondatori della Superlega hanno debiti per 7,7 miliardi: tra le italiane è l’Inter quella maggiormente in rosso, con le società che sperano con questa nuova competizione di poter sistemare i loro conti disastrosi.
La mission della Superlega ha poco a che fare con il romanticismo del pallone, ma almeno i 12 club autori del clamoroso strappo non stanno facendo nulla per nascondere il motivo di questa “scissione” dalla Uefa.
“La gente deve vedere che è la salvezza per il calcio” ha commentato Florentino Perez, numero uno del Real Madrid e capofila dei 12 club fondatori, che ha spiegato come gli utili generati dalla Superlega daranno respiro anche alle varie Leghe.
Di certo c’è che, viste le cifre che girano in merito ai ricavi previsti, questa nuova competizione se mai vedrà veramente la luce sarà una manna per le traballanti casse dei club fondatori.
La Gazzetta dello Sport infatti ha realizzato un focus sulla situazione debitoria delle 12 società scissioniste: in totale si tratta di un rosso pari a 7,772 miliardi di euro, l’equivalente di una manovra economica di un Paese a medio reddito.
Superlega: i debiti dei club fondatori
Oltre ai 3,5 miliardi una tantum stanziati da JP Morgan, che serviranno a dare immediato ossigeno ai conti delle squadre, i 12 club fondatori contano di incassare inizialmente almeno 200 milioni a testa ogni anno, il doppio di quanto garantito a chi vince l’attuale Champions League.
Soldi necessari altrimenti questi top club rischiano di andare ben presto contro un muro, vista l’ingente massa debitoria accumulata negli anni con il Covid che ha rappresentato solamente il classico colpo di grazia.
I debiti dei 12 club fondatori della Superlega:
- Chelsea - 1.510 milioni
- Tottenham - 1.280 milioni
- Barcellona - 1.173 milioni
- Real Madrid - 901 milioni
- Inter - 630 milioni
- Manchester United - 528 milioni
- Atletico Madrid - 494 milioni
- Juventus - 458 milioni
- Liverpool - 272 milioni
- Manchester City - 200 milioni
- Milan - 151 milioni
- Arsenal - 125 milioni
Cifre in euro, fonte Gazzetta dello Sport
Il Chelsea così sarebbe il club più indebitato di tutti, mentre all’Inter spetterebbe la poco lusinghiera palma del messo peggio tra le italiane. La situazione appare comunque catastrofica nel suo complesso.
Invece che un piano progressivo di riduzione dei costi, rinunciando magari a stipendi faraonici per i calciatori e a commissioni dorate per i loro procuratori, queste società hanno deciso di puntare tutto sulla massimizzazione del loro brand, creando quella che è a tutti gli effetti una competizione privata.
Un tentativo quasi disperato di nascondere ancora una volta sotto il tappeto tutti gli errori di gestioni, in certi casi, più che scellerate. Come andrà a finire il progetto della Superlega ancora non è dato sapersi, ma l’unica cosa certa è che da questo momento il calcio rischia di mutare in maniera definitiva il suo volto: non più uno sport, ma uno spettacolo che ha come unico obiettivo il generare ricavi.
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