Recuperare il TFR più velocemente con la negoziazione assistita prevista dalla Riforma del processo che agevola i lavoratori. Ecco cosa potrebbe cambiare.
Il recupero del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) potrebbe essere più semplice e veloce mediante il ricorso alla negoziazione assistita secondo quanto previsto dalla Riforma del processo.
Qualora, infatti, dovesse essere approvato il testo della Riforma del processo il recupero del TFR non sarebbe più di competenza del Giudice, dei Sindacati e della Direzione territoriale, ma con la negoziazione assistita la procedura risulterà più snella.
Vediamo cos’è e come funziona la negoziazione assistita e come potrebbero cambiare le cose se con la Riforma del processo venisse utilizzata per recuperare il TFR.
TFR, negoziazione assistita: come recuperare il TFR
L’istituto della negoziazione assistita, con la Riforma del processo si vorrebbe applicare anche alle cause di lavoro e sarebbe uno strumento utilissimo soprattutto per il recupero del TFR da parte dei lavoratori.
Alla cessazione del rapporto lavorativo, qualora il datore di lavoro non corrisponda al lavoratore il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), quest’ultimo, prima di adire il giudice competente, secondo quanto previsto dalla Riforma del processo, potrebbe ricorrere alla negoziazione assistita, ossia proporre al datore di lavoro ad una conciliazione.
L’avvocato del lavoratore, quindi, potrebbe inoltrare all’avvocato del datore di lavoro un invito, mediante raccomandata a.r o posta elettronica certificata, al fine di arrivare ad una conciliazione mediante trattativa.
Il datore di lavoro può accettare o meno entro 30 giorni dall’invio della proposta ed in caso positivo avviare la conciliazione, in caso negativo, il lavoratore potrà adire il giudice ordinario competente.
Qualora si decida di procedere con la negoziazione le parti dovranno firmare la convenzione di negoziazione con la quale si obbligano a cooperare lealmente per raggiungere un accordo entro un termine stabilito.
L’esito positivo porterà alla fine della lite, mentre un risvolto negativo potrà portare il lavoratore a ricorrere al giudice ordinario.
Le parti possono raggiungere anche un accordo parziale, ma in ogni caso l’ accordo sottoscritto costituisce titolo esecutivo.
TFR, negoziazione assistita: cos’è e cosa prevede
L’istituto della negoziazione assistita potrebbe agevolare di molto i lavoratori nel recupero del TFR rendendo, come abbiamo visto, la procedura più veloce e meno complessa, ma vediamo in generale cos’è e come funziona.
La negoziazione assistita è stata introdotta nel 2014 ma fino ad oggi non è stata utilizzata molto o comunque non si sono sfruttate appieno le sue potenzialità.
Essa consiste in un accordo conciliativo firmato dalle parti presso lo studio dei rispettivi avvocati senza la necessità di ricorrere al giudice.
In realtà, il ricorso al giudice non viene totalmente escluso, ma diviene una possibilità eventuale qualora fallisca il tentativo di conciliazione tra le parti.
In pratica l’avvocato di chi agisce, tramite raccomandata a.r. o posta elettronica certificata, invia all’avvocato di controparte una proposta invitandolo in sede di conciliazioni ad aprire una trattativa alla quale si può rispondere o meno, ma è necessario accettare entro 30 giorni dall’invio della proposta.
Trascorsi 30 giorni l’avvocato di chi agisce può decidere di seguire l’iter ordinario ed adire il giudice competente.
E’ importante sottolineare che, prima di iniziare la conciliazione, le parti devono firmare la convenzione di negoziazione che dà concretamente inizio alla trattativa.
La conciliazione può avere esito positivo o negativo ed in quest’ultimo caso le parti possono decidere di ricorrere al giudice ordinario.
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