Chi deve fare il tampone se viaggia in Italia a dicembre e per le feste di Natale e chi no: ecco le regole del nuovo DPCM su test obbligatorio e quarantena.
Tampone obbligatorio per chi entra in Italia da tutti i Paesi europei, salvo alcune eccezioni. È quanto stabilito dall’ultimo DPCM 14 gennaio in vigore fino al 5 marzo, che si è espresso anche in merito agli spostamenti da e per l’estero.
Ma non è finita qui, perché il Ministero della Salute, con ordinanza 9 gennaio 2021, ha previsto severe restrizioni agli ingressi per chi arriva in Italia da Gran Bretagna e Irlanda del Nord o vi ha soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti.
Queste persone, oltre a compilare un’autodichiarazione (qui il modulo) per poter viaggiare (vale per tutti coloro che arrivano dall’estero), devono presentare all’imbarco e a chi controlla anche un certificato che attesti di essersi sottoposti, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso in Italia, a un tampone molecolare o antigenico risultato negativo. Anche l’UK chiede il tampone negativo per chi arriva dall’Italia o altri Paesi UE.
In alternativa, si può fare il tampone all’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, oppure entro 48 ore dall’arrivo in Italia presso l’ASL di riferimento. In attesa di sottoporsi al test, queste persone devono rispettare l’isolamento fiduciario di 14 giorni presso la propria abitazione o dimora.
Ecco tutte le cose utili da sapere.
Italia, tampone obbligatorio fino al 5 marzo: per chi
Tra le recenti misure di contrasto e contenimento dell’emergenza Covid-19 troviamo anche le limitazioni agli spostamenti in Italia dall’estero.
Fino al 5 marzo è previsto l’obbligo di tampone (molecolare o antigenico), con risultato negativo, per chi viene in Italia in da questi Paesi, anche in caso di soggiorno o transito nei 14 giorni precedenti. Ecco quali sono:
- Andorra
- Austria
- Belgio
- Bulgaria
- Cipro
- Croazia
- Danimarca (incluse isole Faer e Groenlandia)
- Estonia
- Finlandia
- Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte)
- Germania
- Grecia
- Irlanda
- Islanda
- Lettonia
- Liechtenstein
- Lituania
- Lussemburgo
- Malta
- Norvegia
- Paesi Bassi
- Polonia
- Portogallo (incluse Azzorre e Madeira)
- Principato di Monaco
- Repubblica Ceca
- Romania
- Slovacchia
- Slovenia
- Spagna (inclusi territori nel continente africano)
- Svezia
- Svizzera
- Ungheria
Il tampone deve essere fatto entro le 48 ore precedenti l’ingresso in Italia o, in assenza di questo bisogna sottoporsi all’isolamento fiduciario. All’arrivo è obbligatorio comunicare il proprio ingresso al dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria locale. Per chi arriva o ha soggiornato/transitato dal Regno Unito e Irlanda del Nord il tampone può essere fatto entro 72 ore prima.
Devono fare il tampone per venire in Italia anche le persone che viaggiano per motivi di lavoro ma che nei 14 giorni precedenti l’arrivo sul territorio italiano hanno soggiornato o transitato dai Paesi elencati sopra; il personale viaggiante dei mezzi di trasporto di persone e merci, e anche gli atleti, i commissari tecnici, i giudici e gli accompagnatori impegnati in competizioni sportive agonistiche riconosciute da CONI e CIP. Questi non sono obbligati all’isolamento fiduciario, ma devono arrivare muniti di certificazione di tampone negativo fatto 48 ore prima.
Quando non c’è obbligo di tampone
A condizione che non insorgano sintomi compatibili con Covid-19 e fermi restando gli obblighi di autodichiarazione, è esonerato dall’obbligo di tampone fino al 5 marzo 2021:
- chiunque fa ingresso in Italia per non più di 120 ore per comprovate esigenze di lavoro, salute o assoluta urgenza
- chiunque transita con mezzo privato in territorio italiano per non più di 36 ore
- i cittadini di paesi membri UE e Schengen che arrivano in Italia per comprovati motivi di lavoro (ma se nei 14 giorni precedenti l’ingresso in Italia c’è stato un soggiorno o un transito dai Paesi dell’elenco precedente il test antigenico o molecolare rimane obbligatorio)
- il personale sanitario in ingresso in Italia per l’esercizio di qualifiche professionali sanitarie, incluso l’esercizio temporaneo
- i lavoratori transfrontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e il rientro nella propria residenza, abitazione o dimora
- il personale di imprese ed enti aventi sede legale o secondaria in Italia per spostamenti all’estero per comprovate esigenze lavorative per non oltre 120 ore
- i funzionari e gli agenti dell’Unione europea o di organizzazioni internazionali, gli agenti diplomatici, il personale amministrativo e tecnico delle missioni diplomatiche, i funzionari e gli impiegati consolari, il personale militare e delle forze di polizia, il personale del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e dei vigili del fuoco, nell’esercizio delle loro funzioni
- gli studenti per la frequenza di un corso di studi in uno Stato diverso da quello di residenza, abitazione o dimora, nel quale ritornano ogni giorno o almeno una volta la settimana;
- chi arriva in Italia con voli Covid-tested (i voli per i quali l’imbarco ai passeggeri è consentito a seguito di obbligatorio test antigenico rapido).
- equipaggio dei mezzi di trasporto
- personale viaggiante
- chi entra per motivi di lavoro regolati da speciali protocolli di sicurezza, approvati dalla competente autorità sanitaria
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