Dall’incontro fra sindacati e Ministero dell’Istruzione emergono tensioni sulla questione dei tamponi gratuiti per i docenti non vaccinati. Come andrà a finire?
Senza green pass non si entra a scuola e, in sede di riunione tra Ministero dell’Istruzione e Organizzazioni sindacali, viene quindi avanzata la proposta di offrire tamponi gratuiti per i docenti non vaccinati.
Le polemiche montano e il disaccordo fra le parti sembra far saltare la firma sul protocollo di sicurezza per il rientro in aula a settembre.
Il rinvio a dopo Ferragosto viene però sventato e si raggiunge in extremis una mediazione grazie all’istituzione del “fondo tamponi” e di altre misure che favoriscano gli insegnanti non ancora in possesso della certificazione verde.
Facciamo un passo indietro però: come si sono state articolare le richieste delle associazioni di categoria e quale è stata la risposta del Ministero a riguardo? Approfondiamo la questione per capire come si procederà nel corso di questo nuovo anno scolastico.
La proposta avanzata e il contenzioso
Se i dibattiti sul distanziamento e sulle classi pollaio hanno presto trovato delle plausibili risposte condivise, restava incerto il futuro dei tamponi gratuiti.
Tanti sono stati infatti i punti di scontro tra le sigle sindacali e il Ministero dell’Istruzione nell’ultima riunione, ma la questione più divisiva è stata sicuramente quella dell’obbligo del green pass per i docenti.
Dalle discussioni era già emersa la volontà di Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief di discutere la gestione pratica dei controlli. Di fatti inizialmente tutto ruotava attorno alla preoccupazione circa la responsabilità in materia, ma il tema si è presto spostato sui docenti non vaccinati.
Secondo le OO.SS. i costi onerosi dei tamponi necessari per rinnovare ogni tre giorni la certificazione verde e poter accedere alle strutture scolastiche non sarebbero dovuti ricadere sugli insegnati stessi.
Considerando, quindi, ingiuste le spese a loro carico per poter esercitare la professione in presenza come richiesto dalle ordinanze, si è proceduto alla ricerca di modalità compensative alternative.
In prima battuta la speranza era quella di ricevere una copertura economica a partire dalle casse straordinarie delle scuole. Il mal contento dei rappresentanti dei presidi tuttavia si è subito fatto sentire, bloccando in modo irreversibile questa via.
L’avversione ovviamente nasceva dalla convinzione di dover salvaguardare quei fondi per destinarli a faccende di maggior rilievo che si sarebbero potute presentare durante l’anno scolastico.
La svolta del «Fondo tampone»
La valutazione si è perciò protratta a lungo e solo in serata è arrivato il vero e proprio passo di cambio capace di sbloccare la situazione così descritta: l’inserimento ex novo del “fondo tampone”.
Come riportato anche da Orizzonte Scuola, nella bozza sarebbe ora presente nero su bianco la creazione di un fondo apposito che potrà essere utilizzato mediante degli accordi con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate per venire incontro alle singole necessità degli insegnati.
A ciò si aggiunge poi la cosiddetta corsia preferenziale per le vaccinazioni. La misura, fortemente voluta dalle OO.SS, stabilisce con chiarezza l’impegno del Ministero dell’Istruzione a chiedere a quello della Salute un’agevolazione per l’inoculazione delle dosi necessarie al personale scolastico. Questa pratica era già in vigore l’anno scorso ma dovrebbe essere riproposta per facilitare il personale in attesa.
Il tutto, quindi, “avverrà attraverso degli accessi prioritari, al fine di ampliare la platea in possesso della certificazione verde” in modo tale da “assicurare un costante rapporto di collaborazione con le istituzioni scolastiche”.
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