Tassa di soggiorno, cos’è, chi la paga ed esenzioni

Patrizia Del Pidio

23 Dicembre 2024 - 14:38

La tassa di soggiorno è un’imposta a carico dei turisti che alloggiano nelle strutture ricettive, ma ci sono alcune categorie esentate dal pagamento. Vediamo come funziona.

Tassa di soggiorno, cos’è, chi la paga ed esenzioni

La tassa di soggiorno si paga in alcune città italiane e colpisce i turisti che alloggiano presso hotel, bed and breakfast, ostelli, ma anche campeggi.

Anche se quasi da tutti viene definita impropriamente «tassa» di soggiorno, si tratta in realtà di un’imposta: è un tributo locale che le strutture ricettive/turistiche impongono a chi soggiorna una o più notti e viene riscossa per conto del Comune.

Perché si parla di imposta di soggiorno e non di tassa? Chi è tenuto al pagamento e quando sono previste esenzioni? Le tasse sono pagate dai cittadini a fronte di un servizio specifico (ad esempio la Tari è la tassa che si versa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti) mentre le imposte sono dovute per finanziare non un servizio specifico, ma quei servizi generali come sicurezza e sanità. L’imposta di soggiorno, infatti, è riscossa dai Comuni e investita in ambito turistico, ma non in un ambito specifico.

Cos’è la tassa di soggiorno?

La tassa di soggiorno, detta anche tassa turistica, è quindi un’imposta che deve essere pagata per persona per ogni notte che soggiorna nella città. Un contributo che i turisti pagano alle strutture alberghiere in cui alloggiano durante il loro soggiorno nelle città d’arte e nelle località turistiche.

L’imposta viene applicata direttamente dal Comune di riferimento che stabilisce importo e modalità di applicazione. Ci sono dei Comuni, per esempio, che prevedono la tassa di soggiorno solo per una tipologia di alberghi o solo in un determinato periodo dell’anno. D’altronde non vi è alcun obbligo di applicazione.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su cos’è la tassa di soggiorno, quando e dove si paga e soprattutto su quali sono gli importi.

Chi paga l’imposta di soggiorno?

L’imposta di soggiorno deve essere pagata dai turisti non residenti che soggiornano temporaneamente in un Comune tra quelli previsti dalla normativa vigente come ente impositore.

Le modalità applicative variano da Comune a Comune sulla base di diversi fattori:

  • importo fisso o variabile;
  • residenza del turista;
  • età;
  • periodo;
  • disabilità.

Quando si paga l’imposta di soggiorno e perché

Questa tassa, prevista per le città italiane e straniere di maggior interesse artistico-culturale, ha dei costi variabili in base alla municipalità o al Paese e viene riscossa da hotel, bed and breakfast, ostelli e campeggi. La tassa viene aggiunta al costo della camera e non può essere da questo scorporata.

A oggi, la tassa di soggiorno che il turista paga dipende da diversi fattori come il numero di stelle e di notti passate in albergo. L’imposta è normalmente calcolata sulla base del prezzo dell’alloggio, con l’aggiunta di eventuali costi come spese di pulizia o per ospiti aggiuntivi. Ogni Comune può decidere autonomamente non solo la tariffa che il turista deve pagare al giorno, ma anche la durata dei giorni in cui bisogna pagare la tassa.

Anche per i clienti di Airbnb questa è ormai obbligatoria e deve essere versata obbligatoriamente quando si prende in affitto la stanza o l’appartamento.

La tassa, sebbene venga versata dal cliente che prende in affitto la camera, dovrà però essere riversata al Comune. I soldi che vengono versati dai turisti sono poi utilizzati dal Comune per finanziare opere di ristrutturazione e sostentamento della preservazione del patrimonio culturale.

Chi non paga l’imposta di soggiorno?

Anche se, come abbiamo detto, l’imposta è dovuta da chi soggiorna nelle strutture ricettive e turistiche come, ad esempio, hotel, alberghi, agriturismi, BedBreakfast, sono previste delle esenzioni dal versamento.

In generale l’imposta non è dovuta dai residenti all’interno del Comune, anche se soggiornano in una struttura ricettiva. Possono, poi, essere previste delle esenzioni dalla singole delibere per:

  • bambini fino a una certa età;
  • disabili e loro accompagnatori;
  • malati e coloro che assistono ricoverati presso strutture sanitarie del luogo;
  • chi soggiorna in ostelli della gioventù;
  • membri delle forze armate;
  • autisti di pullman;
  • accompagnatori turistici.

Chi non deve versare l’imposta di soggiorno è tenuto a compilare una specifica certificazione in cui dichiara di appartenere a una delle categorie esentate dal versamento.

La normativa attuale di riferimento

L’imposta di soggiorno fu introdotta per la prima volta in Italia all’inizio del 1900, per poi essere abolita nel 1989 in vista del campionato mondiale di calcio che si disputò nel 1990. La ratio era quella di consentire una maggiore competitività delle strutture turistiche ricettive, alla luce anche della maggiore domanda in arrivo nel mese di svolgimento della manifestazione.

La tassa di soggiorno è a carico del turista per un valore proporzionale al numero di notti che si passano in albergo ed è stata reintrodotta con il decreto legge 78 del 31 maggio 2010 che l’ha espressamente prevista per il Comune di Roma, prevedendo un importo massimo per notte pari ad euro 10.

In seguito il Decreto Legislativo numero 23/2011 ha esteso la tassa di soggiorno a “Comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno”.

La disomogeneità di applicazione della tassa di soggiorno in Italia

In questi anni la tassa di soggiorno ha evidenziato forti criticità per il settore turistico, dovute soprattutto al fatto che non tutte le località turistiche, e quindi i Comuni di riferimento, applicano questa imposta.

E chi la applica lo fa con modalità differenti. Per questa ragione i turisti che soggiornano in più località italiane hanno spesso difficoltà a comprenderne il funzionamento.

La Regione italiana con più Comuni che applicano la tassa di soggiorno è la Toscana.

Con il passare degli anni l’elenco dei Comuni che hanno previsto la tassa di soggiorno si è via via allungato. In ogni caso per introdurre l’imposta è necessario che il Comune approvi una delibera che determini chi è sottoposto al versamento dell’imposta e le modalità di attuazione dell’imposizione.

Il prezzo dovuto per l’imposta varia da Comune a Comune, di norma il costo oscilla tra 1 e 7 euro per ogni notte.

Va specificato che l’imposta non deve essere obbligatoriamente prevista da ogni Comune (ce ne sono molti, infatti, che non la applicano) e ogni Comune decide di adottarla oppure no. Possono introdurla, in ogni caso, i Comuni capoluogo di provincia, quelli inclusi negli elenchi delle località turistiche (o città d’arte) e le unioni comunali.

Importi della tassa di soggiorno nelle principali mete italiane

Nel 2011 erano solamente 13 i Comuni che pretendevano il pagamento della tassa di soggiorno dai turisti. Con il passare degli anni sempre più sindaci hanno approfittato di questo strumento, anche perché è una delle poche tasse che non impatta direttamente sulle tasche dei cittadini, tant’è che a oggi sono 1.200 circa i Comuni che applicano quest’imposta.

Ma in quali città si paga di più? Scorrendo la classifica delle città italiane con l’imposta sul turismo più alta troviamo Roma in prima posizione, seguita da Venezia, Firenze e Milano.

Imposta di soggiorno Roma

Per gli ospiti di hotel la tassa di soggiorno a Roma varia in base al numero si stelle e in particolare:

  • €4,00 al giorno per hotel a 1 stella;
  • €5,00 al giorno per hotel a 2 stelle;
  • €6,00 al giorno per hotel a 3 stelle;
  • €7,50 al giorno per hotel a 4 stelle;
  • €10,00 al giorno per hotel a 5 stelle.

La tassa di soggiorno a Roma è applicata solo per un massimo di 10 notti consecutive nell’anno solare e nella stessa struttura.

Imposta di soggiorno Firenze

L’imposta di soggiorno a Firenze non ha un costo fisso, visto che si sono alcuni fattori che influenza il suo costo, come ad esempio la tipologia di struttura ricettiva.

Per quel che riguarda gli hotel i costi sono:

  • 1 stella: 3,50€ a notte;
  • 2 stelle: 4,50€ a notte;
  • 3 stelle: 6€ a notte;
  • 4 stelle: 7€ a notte;
  • 5 stelle: 8€ a notte.

Tassa di soggiorno a Palermo

L’imposta di soggiorno a Palermo è applicata fino ad un massimo di quattro pernottamenti consecutivi e per ogni pernottamento si paga:

  • locazioni brevi, Strutture Extra Alberghiere (Es: B&B, Affittacamere, Casa Vacanze, Case per Ferie, Ostelli/Campeggi, …..): 2 euro;
  • hotel una stella: 1 euro a notte;
  • hotel 2 stelle: 1,5 euro a notte;
  • hotel 3 stelle: 3 euro a notte;
  • hotel 4 stelle: 4 euro a notte;
  • hotel 5 stelle: 5 euro a notte.

Tassa di soggiorno a Venezia

L’imposta di soggiorno va applicata per tutti i pernottamenti fino a 5 notti consecutive di non residenti in strutture ricettive collocate nel territorio del Comune di Venezia.

Nello specifico il costo per notte, per i primi 5 pernottamenti consecutivi, è di:

  • €1,00 al giorno per hotel a 1 stella;
  • €2,00 al giorno per hotel a 2 stelle;
  • €3,50 al giorno per hotel a 3 stelle;
  • €4,50 al giorno per hotel a 4 stelle;
  • €5,00 al giorno per hotel a 5 stelle.

Tassa di soggiorno a Milano

La nuova Legge sul Giubileo ha dato la possibilità al Comune di Milano di aumentare, nel 2025 l’imposta di soggiorno.

Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025 le tariffe della tassa sono:

  • €2,5 al giorno per hotel a 1 stella;
  • €4,9 al giorno per hotel a 2 stelle;
  • €6,3 al giorno per hotel a 3 stelle;
  • €7 al giorno per hotel a 4 stelle;
  • €7 al giorno per hotel a 5 stelle.

Tassa di soggiorno Bologna

Nel Comune di Bologna l’imposta di soggiorno si paga in base alla fascia di prezzo della camera riferita al costo a persona e nello specifico:

  • fascia 1 - 30,99 € tariffa 3,00 € a persona per singolo pernottamento;
  • fascia 31 - 70,99 € tariffa 4,20 € a persona per singolo pernottamento;
  • fascia 71 - 120,99 € tariffa 4,60 € a persona per singolo pernottamento;
  • fascia da 121 €: tariffa 5,00 € a persona per singolo pernottamento;
  • campeggi e ostelli: tariffa fissa 2,00 € a persona per singolo pernottamento.

Tassa di soggiorno Napoli

L’imposta di soggiorno nel Comune di Napoli si applica solo per le prime 14 notte consecutive che si soggiorna nella struttura, dalla quindicesima non è più dovuta.
Anche a Napoli il costo varia in base alle stelle dell’hotel e nello specifico:

  • 1 stella: 2,00€ a notte;
  • 2 stelle: 2,50€ a notte;
  • 3 stelle: 3,50€ a notte;
  • 4 stelle: 4,50€ a notte;
  • 5 stelle: 5,00€ a notte.

Tassa di soggiorno a Rimini

L’imposta di soggiorno a Rimini è dovuta solo per i primi 7 pernottamenti consecutivi e nello specifico è dovuto:

  • 1 stella: 1,50€ a notte;
  • 2 stelle: 2,00€ a notte;
  • 3 stelle: 2,50€ a notte;
  • 4 stelle: 4,00€ a notte;
  • 5 stelle: 5,00€ a notte.

Tassa di soggiorno a Torino

L’imposta di soggiorno a Torino è dovuta solo per i primi 7 pernottamenti consecutivi e nello specifico è dovuto:

  • 1 stella: 2,30€ a notte;
  • 2 stelle: 2,30€ a notte;
  • 3 stelle: 2,80€ a notte;
  • 4 stelle: 3,70€ a notte;
  • 5 stelle: 5,00€ a notte.

Tassa di soggiorno a Catania

A Catania l’imposta di soggiorno è dovuta solo per le prime 4 notti di soggiorno e nello specifico si paga:

  • 1 stella: 1,00€ a notte;
  • 2 stelle: 1,00€ a notte;
  • 3 stelle: 1,50€ a notte;
  • 4 stelle: 1,50€ a notte;
  • 5 stelle: 2,50€ a notte.

Tassa di soggiorno a Verona

L’imposta di soggiorno, dal 2024, a Verona si paga sui primi 4 pernottamenti e la tassa oscilla tra 1,5 e 5 euro per notte.

Tassa di soggiorno Ischia

Nel Comune di Ischia l’importa di soggiorno si paga sui primi 7 pernottamenti e nello specifico si paga:

  • alberghi 1, 2 e 3 stelle: 2,00 euro;
  • alberghi 4 stelle: 3,00 euro;
  • alberghi 5 stelle; 4,00 euro.

Tassa di soggiorno Jesolo

L’imposta di soggiorno a Jesolo si paga solo sui pernottamenti che avvengono dal 1° maggio al 30 settembre e solo nel limite dei primi 10 pernottamenti. Le tariffe attualmente in vigore sono:

  • hotel 1 stella e 2 stelle: 0,90 euro;
  • hotel a 3 stelle: 1,30 euro;
  • hotel a stelle: 2,30 euro;
  • hotel a 5 stelle: 3,70 euro.

Tassa di soggiorno Sorrento

L’imposta di soggiorno a Sorrento si paga solo per i primi 7 pernottamenti e in particolare si paga:

  • 2 euro per alberghi da 1 a 3 stelle;
  • 4 euro per alberghi a 4 stelle;
  • 5 euro per alberghi a 5 stelle.

Quanto di paga la tassa di soggiorno all’estero?

L’imposta di soggiorno non è prevista solo in Italia, ci sono anche molte capitali europee che richiedono il pagamento dell’imposta turistica. Vediamo quanto e come si paga nelle principali città europee:

  • Manchester: 1 euro per notte;
  • Barcellona: 3,25 euro a notte;
  • Lisbona: 2 euro a notte per un massimo di 7 notti;
  • Atene: compresa tra 0,50 e 10 euro per notte (varia in base al periodo dell’anno e alla categoria dell’hotel);
  • Parigi: la tassa è variabile, in un albergo a 4 stelle si paga 8,13 euro per notte; la tariffa più alta è quella di 14,95 euro a notte richiesta nei palazzi;
  • Praga: variabile da 0,82 a 1,97 euro a notte;
  • Berlino: il 5% del prezzo della camera (Iva e servizi esclusi);
  • Budapest: 4% del prezzo della camera.

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