La Lombardia trema. La forte scossa, con epicentro nel bergamasco, è stata avvertita anche a Milano. Ecco cosa l’ha provocata e cosa aspettarsi in futuro.
Anche la Lombardia è a rischio sismico, ne è la prova la forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4, con epicentro nel bergamasco, avvertita anche a Milano.
E se i cittadini ne sono rimasti spaventati, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) non si sorprende dell’evento. Infatti a differenza di quello che si potrebbe pensare, tutta l’Italia è un territorio a rischio sismico, come ha
spiegato il presidente dell’Istituto Carlo Doglioni. Ecco quindi che cosa ha scatenato il terremoto e cosa ci si potrà aspettare in futuro.
Terremoto in Lombardia: che cosa è accaduto?
La terra trema in Lombardia. Alle 11,34 è stata registrata un’intensa scossa di terremoto, con epicentro nel bergamasco, avvertita in maniera importante anche a Milano.
L’epicentro è stato individuato a 26 chilometri di profondità da Bonate Sotto, paese dell’Isola bergamasca di 6 mila abitanti. Il sisma, di magnitudo 4.4 sulla scala Richter è stato percepito in tutta la Regione. A Milano molte sono state le persone scese in strada per lo spavento. Agghiaccianti le testimonianze di case che tremano, di lampadari che oscillano velocemente.
A distanza di pochi minuti è stata registrata una seconda scossa di terremoto, intorno alle 11,57, con intensità minore, stavolta l’epicentro è stato localizzato a Osio Sotto, a 24,9 chilometri di profondità, stando a quanto riportato dai dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La scossa di assestamento è stata di magnitudo 2.2, la metà di quella precedente. Secondo quanto riportato dai Vigili del Fuoco, numerose sono state le chiamate, ma non sembra ci siano stati particolari danni.
Terremoto in Lombardia: le cause e perché può ripetersi
Il terremoto in Lombardia ha scosso profondamente i cittadini, ma secondo l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) non è da considerarsi un “evento eccezionale”.
Infatti l’Italia è un territorio a rischio sismico importante. Unica eccezione sono alcune zone come la Sardegna, la Lombardia non è esclusa dal pericolo. Il presidente dell’Istituto Carlo Doglioni ha quindi spiegato il motivo.
Per aver una situazione più chiara si può guardare alla classificazione sismica del 2003, che divide l’Italia in 4 fasce di rischio:
- Zona 1 (rischio alto): Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Sicilia.
- Zona 2 (rischio medio alto): Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata.
- Zona 3(rischio medio basso): Lombardia, Toscana, Liguria e Piemonte.
- Zona 4(rischio sismicità bassa): Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.
Dalla classifica quindi emerge che la Lombardia non risulta essere una delle Regioni più a rischio. Ma non è così. Come ha poi spiegato il presidente Doglioni, si è abituati a pensare che il rischio maggiore sia nell’Appenino Centro Meridionale, ma questo solo perché le scosse in quelle zone avvengono più spesso.
Pur aumentando la probabilità di accadimento, questa è ben diversa dal rischio. Non è quindi escluso che scosse con magnitudo fino a 5,5 gradi, possano avvenire in quasi tutta l’Italia, come in Lombardia. Infatti a Milano, come ha poi sottolineato il presidente dell’Ingv, ogni 20-30 anni si sono registrate scosse importanti: una di 4,2 gradi nel 2002, 4,7 gradi nel 1979, 4,8 gradi nel 1961. La scossa oggi registrata è solo l’ultima di una lunga lista, ma potrebbe essere l’occasione - come si è augurato Doglioni - per far sì che le persone prendano coscienza della situazione e si inizi a pensare come costruire in tutto il Paese, prendendo in considerazione il rischio.
Terremoto in Lombardia: i sospetti sui giacimenti di gas
Un ultimo mito deve essere sfatato: le cause del terremoto sono naturali e non di origine umana, come si è ipotizzato online. Nelle ultime ore sui social sono circolate accuse verso i giacimenti di gas lombardi, dove in passato sono avvenute operazioni di estrazione, di essere i veri responsabili di questa scossa. Ma l’ipotesi è stata esclusa dall’Istituto: i giacimenti di gas si trovano a una profondità di appena 3 km mentre l’epicentro è stato collocato oltre i 25 km di profondità.
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