Con l’inizio delle scuole alcune regioni hanno previsto la somministrazione di test salivari per gli alunni delle elementari e medie per verificare l’eventuale presenza di virus negli studenti.
Ormai manco poco al ritorno sui banchi di scuola degli studenti e scienziati e politici sono al lavoro per cercare di garantire una ripartenza in sicurezza. L’obiettivo principale infatti resta quello di continuare con le lezioni in presenza, facendo rimanere la Didattica a Distanza solo un brutto ricordo.
Tra le ipotesi più quotate al momento, oltre all’obbligo di green pass per gli insegnanti, c’è la possibilità di introdurre dei test salivari per gli studenti delle scuole elementari e medie in modo tale da poter attuare un tracciamento efficace tra i giovani e i bambini. Ma vediamo cosa sono e come funzionano.
Test salivari a scuola: cosa sono e a cosa servono
I test salivari sono degli strumenti con cui è possibile individuare delle eventuali tracce di Covid nella saliva delle persone. Si tratta di test poco invasivi e dunque più adatti alla somministrazione nei bambini e ragazzi, ma soprattutto non richiedono che l’esame venga svolto da un operatore sanitario. Anche i test salivari, come i tamponi, si suddividono in due categorie:
- Test salivari molecolari, in grado di rilevare il materiale genetico del virus (Rna) nella saliva, che si basano su una particolare analisi che può essere svolta solo in laboratorio;
- Test salivari antigenici con cui è possibile rilevare le proteine di superficie del virus SarsCov2 presenti nella saliva ottenendo in risultato nel giro di pochi minuti. Naturalmente in questo caso la precisione del test è decisamente più bassa rispetto a quello molecolare.
Tuttavia, sebbene i test salivari siano stati autorizzati in Italia, il ministero della Salute ha precisato in una circolare che “il campione di saliva può essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione, preferibilmente entro i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi, qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei”, tuttavia non dà diritto all’ottenimento del green pass.
Come funzionano i test salivari?
Lo svolgimento dei test salivari è molto semplice, è infatti sufficiente prelevare un campione di saliva dalla bocca attraverso l’apposito stick ed inserirlo nel reagente. Ancora il piano per l’esecuzione di questi esami nelle scuole non è stato definito nel dettaglio ma al momento “è in fase di limatura per arrivare ad una definizione condivisa. Speriamo si possa attivare gradualmente fin dall’avvio dell’attività didattica e di renderlo pienamente operativo in autunno-inverno, quando i virus respiratori, come il Sars-CoV-2, raggiungono la massima diffusione”, spiega Anna Teresa Palamara, responsabile del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
La ricercatrice ha precisato inoltre che l’ipotesi al vaglio prevede che “un certo numero di studenti verrà sottoposto a test salivari periodici che poi verranno analizzati con la tecnica molecolare”. Palamara ha poi concluso affermando che:
“Stiamo lavorando insieme alle Regioni perché la raccolta della saliva possa avvenire a casa, con semplici dispositivi per il campionamento e le provette vengano raccolte in centri sul territorio da dove verranno inviate ai laboratori di riferimento. È stato scelto il metodo di campionamento salivare proprio perché il prelievo naso-faringeo, oltre che più invasivo, sarebbe stato più complesso”.
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