Tutta la verità sulla busta paga. Chi viene spremuto con le tasse

Redazione IlGiornale.it

28 Gennaio 2021 - 13:12

Altissimo il cuneo fiscale italiano: +15,6% rispetto alla media eurozona. Unimpresa: “È penalizzante e non favorisce nuova occupazione”.

Tutta la verità sulla busta paga. Chi viene spremuto con le tasse

L’Italia si conferma il Paese con uno dei tassi più alti di carico fiscale e il costo del lavoro è del 15,6% più alto rispetto alla media europea: per una retribuzione netta di 100 euro, sulle aziende pesano complessivamente 207 euro, ben 38 in più rispetto alla media europea che si ferma a 179 euro.

È quanto emerso da un’analisi del Centro studi di Unimpresa illustrata dal vicepresidente, Giuseppe Spadafora. “Il cuneo fiscale eccessivamente oneroso nel nostro Paese è penalizzante e non favorisce, specie mentre siamo alle prese con gli effetti del Covid, la creazione di nuova occupazione”.

Per 100 euro netti di retribuzione in Italia “se ne pagano 32 di tasse e 75 di contributi previdenziali, dei quali 61 a carico del datore di lavoro e 14 a carico del lavoratore, per un totale di 207 euro” contro una media, come detto, di 179 euro mentre la Spagna, addirittura, si ferma a 160 euro. Uno spread che rende l’Italia una delle economie più fragili.

A pesare sulle tasse è anche l’altissimo debito pubblico e “quella italiana è l’economia che, nell’ultimo decennio, è cresciuta pochissimo nel confronto internazionale: nel 2000 il nostro Pil valeva quasi il 19% del totale area euro, oggi siamo scesi sotto il 15%”, ha aggiunto Spadafora.

Nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentata dal governo manca tutto ciò che riguarda gli investimenti e le riforme da implementare: Unimpresa chiede di “fare di più” costruendo grandi opere pubbliche e migliorare le infrastrutture tecnologiche già esistenti.

E poi, è necessario invertire due tendenze: l’immobilità generazionale e la bassissima remunerazione dello studio. “L’Italia non è un Paese per giovani: solo poco più di un quinto della ricchezza in Italia è detenuta da cittadini con meno di 40 anni”, ha concluso Spadafora.

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