UE: Ema annuncia una nuova verifica sul vaccino russo Sputnik V

Riccardo Lozzi

04/03/2021

L’Ema ha annunciato una nuova verifica sul vaccino Sputnik V. La Russia intanto dichiara di essere pronta a distribuire 50 milioni di dosi in Europa in caso di approvazione.

UE: Ema annuncia una nuova verifica sul vaccino russo Sputnik V

Dopo le pressioni ricevute negli ultimi giorni, l’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, ha annunciato un processo di revisione per una nuova verifica sul vaccino russo Sputnik, a cui finora non è stata concessa la possibilità di distribuzione dall’Unione Europea.

Come si legge nel comunicato rilasciato sul sito ufficiale della European Medicins Agency, l’ente comunitario analizzerà i dati per decidere se i benefici superano i rischi, con la valutazione che continuerà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti a sostegno della domanda formale di autorizzazione.

Per superare l’esame, Sputnik V dovrà possedere elementi di conformità agli standard dell’UE in materia di efficacia, sicurezza e qualità. Nonostante non siano state comunicate date certe entro cui verranno comunicati i risultati della valutazione, questa dovrebbe avvenire in tempi più brevi del normale grazie al lavoro già svolto.

Infatti, già si conosce il funzionamento del farmaco all’interno dell’organismo umano, il quale è composto da due adenovirus, Ad26 e Ad5, iniettati rispettivamente per la prima e la seconda dose, in grado di produrre anticorpi e cellule immunitarie che combattono il virus e proteggono dal Covid-19.

Ema annuncia una nuova verifica sul vaccino Sputnik V

Kirill Dmitriev, CEO del Russian Direct Investment Fund, il fondo sovrano creato dal Governo di Putin che ha supportato finanziariamente lo sviluppo del vaccino russo, commentando a stretto giro la notizia, ha dichiarato come Mosca sia pronta a fornire 50 milioni di dosi all’Unione Europea in caso il processo di ammissione dia il semaforo verde.

Tra i vaccini distribuiti a livello globale, lo Sputnik è sicuramente uno dei più controversi. L’annuncio dello sviluppo già ad agosto, il primo in tutto il mondo, aveva difatti insospettito la comunità scientifica riguardo la sua validità.

Tuttavia, i risultati pubblicati su The Lancet all’inizio dello scorso febbraio, i quali hanno mostrato un’efficacia del 91% dopo due iniezioni del Gam-COVID-Vac, hanno fatto ricredere la maggior parte degli osservatori scientifici.

Pronte 50 milioni di dose per l’UE, ma von der Leyen frena

Nonostante tali evidenze scientifiche, però, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha continuato a sostenere il proprio scetticismo anche dopo le difficoltà incontrate con il ritardo di produzione della case farmaceutiche.

Alcuni dei Paesi membri, prima tra tutti l’Ungheria, seguita dalla Slovacchia, hanno comunque avviato i processi nazionali di approvvigionamento del siero anti-Covid.

All’interno della penisola, la Repubblica di San Marino ha dato il via alle prime somministrazioni, suscitando l’interesse di Salvini e Bonaccini, i quali stanno spingendo il Governo italiano a valutarne l’acquisto, indipendentemente dalle considerazioni dell’Unione.

Da un sondaggio indipendente condotto proprio in Russia sono emersi però alcuni fatti curiosi. La maggior parte dei cittadini appare molto scettica nel farsi somministrare il vaccino e neanche Vladimir Putin si è finora sottoposto all’iniezione.

Inoltre, la campagna di vaccinazione sta procedendo a rilento, con appena il 2,8% della popolazione locale a cui è stato inoculato il farmaco.

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