La Commissione UE ha messo in guardia l’Italia nelle raccomandazioni di primavera. Nel Paese permangono squilibri e la politica di bilancio resta nel mirino.
Nelle raccomandazioni di primavera, l’Italia è finita nel mirino UE per la politica di bilancio.
Prudenza, sostenibilità, inclusione, crescita: sono queste alcune delle parole chiave per il futuro del nostro Paese, pronunciate dalla Commissione UE.
L’Italia ha ancora squilibri macroeconomici da arginare, con il tema debito che non può essere trascurato. Cosa hanno svelato le raccomandazioni di primavera dell’UE?
UE all’Italia: attenzione a spesa, bilancio, squilibri
Sono state diverse le raccomandazioni di primavera che la Commissione UE ha rivolto all’Italia.
Nel presentare il semestre europeo, Bruxelles ha sottolineato che il nostro Paese, e quindi il presidente del Consiglio Mario Draghi al quale è affidata questa fase di rilancio, dovranno stare bene attenti ad alcuni temi.
Innanzitutto, “Cipro, Grecia e Italia continuano a mostrare squilibri macroeconomici eccessivi”, ha ammonito il vicepresidente della Commissione Dombrovskis.
Questo significa che nella nostra nazione l’alto debito, la bassa produttività e la fragile occupazione rappresentano seri rischi per la crescita e la riduzione del livello di indebitamento.
Debito che, in realtà, in questo eccezionale tempo di pandemia, è schizzato oltre ogni limite non solo nel Belpaese, ma anche in Francia, Germania, Spagna. L’Italia, però, resta osservata speciale con la potenzialità di sfiorare il 160% nel rapporto debito/PIL.
Cosa fare quindi per crescere? La Commissione ha messo in guardia il nostro Paese: gli investimenti dovranno essere innanzitutto sostenibili, puntare sulla crescita e sulla transizione verde e digitale, favorire riforme strutturali, del fisco, della sanità.
E, soprattutto, garantire nel medio termine la prudenza di bilancio. Un ambito, quest’ultimo, sotto stretto monitoraggio.
La Commissione Europea ha infatti ricordato all’Italia che dovrà dare: “particolare attenzione alla composizione delle finanze pubbliche, sia sulle entrate che sulle spese, per assicurare sostenibilità e inclusività”
Spendere, quindi, ma con criterio: investire e non utilizzare le risorse nazionali per la spesa corrente e garantire politiche di bilancio prudenti.
Il debito non sarà il problema del momento, come ha sostenuto Draghi, ma è pur sempre un aspetto non trascurabile.
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